Opinioni e Commenti

Nulla vieta di essere allegri e di ritrovarsi, ma per celebrare la luce, non la tenebra che inghiotte.Ognuno ed ognuna di noi, abitanti del pianeta Terra, sperimentiamo il distacco da persone care e vorremmo ancora averle vicine, poter loro parlare, incontrarle. Un guizzo interiore, però, ci sussurra che sono giunti, stanno bene, sono i viventi nel Vivente. E allora, ogni sentore o simbolo macabro è bandito, è del tutto fuori posto.

È vero che gli alunni sono in diminuzione, ma le superiori vivono ancora il trend positivo degli anni scorsi. Le classi prime sono aumentate, creando un problema di spazi da trovare, entro pochi giorni, per collocare un centinaio di alunni. Quest’anno si batterà il record dei professori precari che insegneranno nelle scuole: 200 mila a livello nazionale. Le graduatorie dei concorsi si sono svuotate e le scuole dovranno attingere dalle graduatorie dei supplenti per coprire tutti i posti rimasti scoperti.

Il Canada non è solo la terra dei primi passi di Sergio Marchionne, che, da figlio di emigranti abruzzesi, proprio qui iniziò la sua brillante carriera, ma anche il Paese dove molti altri anonimi italiani hanno cercato di costruire un futuro migliore per sé e per i propri figli. Ripercorrere questa storia ci fa ricordare che siamo un popolo di emigranti. E che l’ospitalità e l’accoglienza le hanno sperimentate per primi tanti nostri parenti e amici.

La crisi che Matteo Salvini ha voluto aprire in pieno agosto dal Papeete di Milano Marittima, ha, fin da subito, assunto toni ben diversi da quelli che si aspettava il leader della Lega.Appare, però, evidente che un Governo, chiamato ogni giorno a gestire scelte ed emergenze, non può e non potrà reggersi solo sulla paura di Salvini e di restare senza sedia. Se è così, meglio il voto. Saprà, se nascerà, il nuovo Esecutivo avere un profilo politico, se non forte, almeno presentabile e coerente?

Documento della Commissione per la Pastorale sociale e Lavoro. Ogni giorno molti vengono convinti, sovente senza alcun motivo valido, che come cittadini siamo minacciati da molte cose, soprattutto dallo straniero. È auspicabile che ognuno a voce alta chieda la fine di questa stagione di semina di paura, la quale certamente rischia di creare seri problemi sociali e, in prospettiva, avrà ripercussioni pesanti sullo sviluppo anche economico di questo territorio. Si tratta di un compito di tutti.  Delle forze politiche, economiche, delle comunità civili e di noi cristiani, ai quali il Vangelo chiede di essere sempre profezia, anche in questo nostro tempo.

Su una recente circolare del Viminale si parla di "ricognizione degli insediamenti" volta a appurarne le illegalità oppure, nel caso di insediamenti autorizzati, per le condizioni igienico sanitarie ed ambientali. Tutto bene? Non proprio.

Non possiamo accettare che le persone siano trattate come cose e che vengano ridotte a una voce di spesa. Dicendo di “no” a questa modalità, però, non ce ne laviamo le mani, non ci nascondiamo dietro a “la nostra parte l’abbiamo già fatta”.

Decidendo di non decidere sulla Tav, cercando quella fase di sospensione che porta a non avviare subito i bandi per i nuovi lotti ma a lasciare aperta la porta alla raccolta delle candidature dei costruttori, l’Esecutivo ha seguito solo le esigenze della politica.

Quella firmata da entrambi è una dichiarazione intrigante fin dal titolo: “Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”. Si riconosce che questa comune umanità è valore fondamentale per ogni religione, e traguardo da perseguire proprio in quanto credenti. E la fratellanza non è intesa in modo puramente ideale: l’appello del documento nasce non soltanto “in nome di Dio”, ma anche “in nome” delle vittime, dei poveri, degli orfani e delle vedove, dei rifugiati e degli esiliati, dei popoli senza pace, di una fratellanza “lacerata” da integralismi e sistemi di guadagno…

Il direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport scrive al nuotatore trevigiano ferito da un proiettile a Roma e che non potrà più camminare. “Il mondo dello sport, Manuel, non può tacere! Deve e vuole alzare la voce! Perché la vita per uno sportivo è tutt’altro che stupidità! È possibilità!”.

E’ diventato legge dello Stato il “decreto sicurezza”, con misure restrittive ben precise nei confronti degli immigrati, destinate tra l’altro a creare un considerevole aumento di stranieri irregolari sul territorio. Una società dove la sicurezza è affidata solo alla forza, dove aumenta la conflittualità sociale, è davvero più sicura? E siamo proprio certi che tutto questo sia compatibile con il Vangelo?

Cinque anni fa, di questi tempi, Matteo Renzi vinceva le primarie del Pd (l’8 dicembre 2013). Una settimana dopo Renzi (il 15 dicembre 2013) l’outsider Matteo Salvini diventava segretario di una Lega Nord in caduta verticale. Nessuno avrebbe scommesso un euro che avrebbe portato il suo partito ai massimi storici. Ma ora anche lui deve stare attento. Ecco perché.

Un cambio repentino della legge metterebbe a rischio anche i posti di lavoro di migliaia di giornalisti che sono radicati sul territorio. E non è immaginabile un Paese impoverito di queste voci, sarebbe privato di apporti fondamentali al dibattito sociale e civile. Verrebbe meno un’informazione credibile sempre sul campo al di là delle tante, troppe, fake news che proliferano. Confidiamo, quindi che non si proceda al cambiamento attraverso la legge di Bilancio, ma che si apra un confronto costruttivo e aperto per continuare a sostenere il pluralismo.

Lettera aperta del Tavolo regionale dell’Alleanza contro la povertà agli onorevoli veneti, riguardo al dibattito di questi mesi sulla possibilità di istituire una nuova misura di contrasto alla povertà che di fatto accantoni il Rei e sperimenti il Reddito di cittadinanza.

Il vescovo Marangoni: "Abbiamo riconosciuto che c’è quest’altra energia come un’inarrestabile riserva rigeneratrice che ancora ci vedrà capaci di fiducia e di ripresa. L’aiuto spontaneo insorto tra vicini di casa e tra paesani ha vinto paura e titubanza, facendo fronte alle situazioni di più immediata emergenza domestica".

Nulla resta dell’ambizioso Masterplan presentato nel 2012, che doveva portare ondate incontenibili di turisti, manifestazioni nazionali, ma soprattutto il recupero integrale di cima Grappa. Quando per sindaci, consiglieri, amministratori locali la memoria diventa inutile e conta solo la sterile polemica presente, dobbiamo rassegnarci al più terribile dei mali per un uomo: l’oblio.

La vicenda del mancato accordo per le Olimpiadi è l’emblema delle difficoltà che sta trovando il Governo gialloverde. Tre, gli attori, nella candidatura olimpica: Torino, espressione del M5S; Milano, espressione del cuore economico e finanziario del Paese; e poi il Veneto e il resto della Lombardia, saldamente in mano alla Lega. Tre mondi costretti a convivere.

Riuscire a tenere i toni bassi quando si parla di inizio dell’anno scolastico è sempre molto difficile. Ci sono il “carosello dei supplenti”, il “caro libri”, la “mancanza di aule”. Insomma sembra di essere all’anno zero.

“Oh Dio!”. L’invocazione ripetuta per quattro volte di Davide Di Giorgio, il giovane tecnico informatico che ha ripreso con il suo cellulare lo sbriciolarsi di uno dei piloni del ponte Morandi, è diventata uno dei simboli della tragedia di Genova. Quella spontanea invocazione rivolta a Dio non va né enfatizzata, né emarginata. Rappresenta plasticamente l’immagine dell’uomo contemporaneo, armato della sua protesi digitale anche nei momenti più drammatici, ma ancora una volta impotente di fronte alle tragedie che si consumano sotto i suoi occhi.

Gli occhi sbarrati e lo sguardo vitreo di chi si vede sottratto in extremis all’abisso che ha inghiottito altre vite umane sono solo l’ultima immagine di una tragedia alla quale non ci è dato di assuefarci. Ma è anche tempo di andare oltre, anche se può sembrare irrealistico, è necessario un passo ulteriore, capace di elaborare pensiero, di immaginare futuro a partire dalle scelte concrete di solidarietà ed ospitalità  compiute in questo campo.

Eccola, signori, l’Europa che vince. E’ quella delle quattro semifinaliste su quattro al Mondiale di calcio in Russia che si conclude domenica 15 luglio: in ordine alfabetico Belgio, Croazia, Francia, Inghilterra. L’Europa che vince non è certo quella degli steccati e delle barriere. E’ paradossale che siano i Mondiali a mostrarcelo. E’ così, oggettivamente, per tre squadre su quattro. Escludiamo la Croazia, che per motivi storici non è mai stata terra di immigrazione. Negli altri tre casi, invece (anche per il passato coloniale), il colore della pelle (e a volte anche il doppio passaporto) non mente...

"Crediamo nella salvaguardia della vita umana: nel grembo materno, nelle officine, nei deserti e nei mari. I diritti e la dignità dei migranti, come quelli dei lavoratori e delle fasce più deboli della società, vanno tutelati e difesi. Sempre". Così scrive il presidente della Cei. Pur non nascondendosi che il fenomeno migratorio è complesso e richiede risposte non prefabbricate o semplicistiche.

Il nuovo sindaco di Treviso ha mostrato, in questa campagna elettorale, un volto forse inedito per il Carroccio: il suo è stato un atteggiamento positivo, senza attacchi al sindaco uscente. Più sorrisi e meno rabbia. Il centrosinistra in città si interroga sulla sconfitta di Manildo, ma di fronte all’arretramento del M5S “ritrova” a livello nazionale il tradizionale bipolarismo.

Il messaggio del Papa per la 52ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, celebrata ieri, interroga l’opinione pubblica su un fenomeno dilagante e oggetto di un dibattito intenso e diversificato: l’alterazione della verità e le sue drammatiche ripercussioni sui legami sociali.

Il presidente della Repubblica è stato chiaro. Sono passati due mesi e più, si deve comunque procedere a un nuovo governo. Con le prospettive che indicherà il Parlamento: fiducia, sfiducia o non sfiducia. Parole antiche, quelle su cui aveva lavorato Moro prima del suo assassinio, che proprio in questi giorni si commemora.

E’ prevedibile che per raggiungere un accordo ci vorranno mesi, non settimane. Di fatto, ogni possibile Governo appare oggi lontanissimo. Quasi impossibile verrebbe da dire, se non fosse che l’altra ipotesi, quella di un rapido ritorno alle urne, appare ancora più inutile e insensata. Serviranno sia fantasia che senso di responsabilità.