I comuni dell'Asolano in cerca di unione
Il mancato accordo sui servizi condivisi tra i sette Comuni del Grappa costa caro ai cittadini. Infatti il prezzo pagato per i servizi in alcuni settori appare decisamente fuori standard. La fiducia del nuovo presidente dell’Unione montana Paolo Mares.

Sarebbe ora di conoscere, confrontare e valutare i Comuni. Dopo l’ennesimo giro di valzer sulla poltrona del presidente della Unione montana del Grappa - Gianni De Paoli ha lasciato per l’impossibilità di raggiungere un accordo sui servizi condivisi tra i sette Comuni di Crespano, Borso, Paderno, Castelcucco, Monfumo, Cavaso e Possagno, alla carica gli è succeduto il 21 gennaio Paolo Mares vicesindaco di Castelcucco - forse è il caso di vedere cosa costa ai cittadini la mancata unione.
Ai milioni di euro offerti da Stato e Regioni per unioni e fusioni, di cui stanno approfittando a piene mani l’Alta Padovana, la Castellana con Loria, Riese Pio X, Resana, la Marca occidentale, l’Alpago (qui la fusione confermata dai cittadini con referendum), soldi perduti per il Grappa, si aggiungono i costi dei loro servizi che sembrano in alcuni settori decisamente fuori standard. Basta consultare il sito Opencivitas per vedere i pesanti sovraprezzi per i cittadini. La piccola Monfumo paga il suo ufficio tecnico circa 50mila euro più dello standard, paga di più servizi generali e l’istruzione pur non avendo asilo nido. Pesante l’ufficio tecnico e l’anagrafe per il Comune di Crespano. Paderno del Grappa si salva per l’ufficio tecnico e ha costi un po’ alti nell’istruzione, anche questo Comune senza nido. Solo l’ufficio tecnico di Cavaso è fuori standard. Stranamente sopra media Castelcucco nei rifiuti, una eccellenza invece nel Trevigiano. Costoso l’ufficio tecnico anche per Possagno assieme ai servizi generali. Si salva solo Borso che, tranne per il settore sociale, ha tutti i costi al di sotto degli standard, e riesce a risparmiare nell’ufficio tecnico quanto Monfumo spende in più. Di certo se si mettesse assieme l’ufficio tecnico, non solo sarebbe al di sotto della media, ma ci sarebbe un grande risparmio. Occorre dire che sono tutti Comuni con un livello qualitativo tra le otto e le dieci stelle e i cittadini sono ben serviti: grazie, con quel che pagano! Verrebbe da dire. Tutti sono oltre i 430 euro per abitante, tranne Castelcucco, mentre nelle unioni si scende sotto i 400 euro per arrivare fino a 300 euro. Comunque il servizio c’è e in molti settori si fanno profonde e significative economie. “Avevo accettato la carica per arrivare alla unione dei 7 comuni - spiega deluso Gianni De Paoli -. Mentre però lavoravo sulle convenzioni, Crespano, Borso, Paderno e Castelcucco hanno siglato accordi negli stessi settori e pure il mio Comune, con Cavaso, Monfumo e la neoentrata Asolo hanno fatto la stessa cosa. Se ne è andata Pederobba che si è legata a Valdobbiadene con conseguente aumento nella ripartizione dei costi della nostra Comunità. Non avendo centrato l’unione abbiamo dovuto rinunciare ai finanziamenti”. “Nel momento in cui abbiamo un unico marchio d’area per il turismo non si comprendono queste esitazioni. Il futuro sta nell’aggregazione prima dei 7 Comuni e poi anche dei Comuni asolani fino a Mussolente, come già avviene nell’Intesa programmatica d’area. Solo così siamo in grado di confrontarci con i Comuni da trentamila abitanti”. Il successore arriva dopo molte consultazioni, Paolo Mares. “Ho fatto molte telefonate prima di accettare e credo si possa lavorare in maniera sinergica, lasciando da parte campanilismi e logiche partitiche. L’incarico è gratuito e tale sarà anche il segretario, un funzionario che sto cercando di reperire presso i Comuni. Devo cercare di ricomporre i sub ambiti che si sono creati, non voglio certo fare la fine del vaso di coccio. L’intesa per ora c’è e voglio partire da là per pensare alla unione ed eventualmente alla fusione”.
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