Castelfranco: l'autentica vicinanza
La Caritas cittadina di Castelfranco prova a rispondere attraverso il progetto delle “adozioni a vicinanza” all’aumento di richieste di sostegno da parte di famiglie senza redditi. Sensibilizzando al tempo stesso le comunità parrocchiali ad una maggiore solidarietà e attenzione.

“Gli occhi guardano lontano, il cuore vicino”, recitava il vecchio adagio con cui la Caritas diocesana di Treviso, diversi anni fa, aveva connotato il progetto di Adozioni a vicinanza. Più volte ripreso dalle parrocchie, ora è diventato una iniziativa organica della Caritas cittadina di Castelfranco veneto che prova così a rispondere da un lato all’aumento di richieste di sostegno da parte di famiglie senza redditi sufficienti a gestire le spese ordinarie della vita, e dall’altro a sollecitare le comunità parrocchiali ad aumentare la sensibilità e l’attenzione verso chi si trova in situazioni di fatica nel territorio. “E’ un progetto che guarda ai bisogni delle famiglie della nostra città, che cerca di offrire un sostegno a chi, per esempio, è stato espulso dal mercato del lavoro oppure vive una condizione critica per malattia, nucleo numeroso, precarietà - spiegano i volontari della Caritas cittadina -. Una piccola risposta per non chiudere il cuore e gli occhi alle tante famiglie di Castelfranco che si trovano in difficoltà economiche”. Una sorta di vicinanza non tanto puntuale quanto piuttosto accompagnata, motivo per tornare a riflettere - ogni volta che si versa la quota stabilita - su chi si è ritrovato in difficoltà momentanea.
Non c’è una cifra definita ma chi aderisce si impegna a contribuire per alcuni mesi a questa “adozione a vicinanza”. I contributi saranno utilizzati dalla Caritas cittadina per sostenere famiglie e bambini in spese ordinarie, prevalentemente destinate ai figli, come ad esempio la scuola oppure le visite mediche o generi di necessità. Ma sono previste anche bollette e affitti. Tutte le decisioni vengono prese all’interno del Centro di ascolto che si occupa di accompagnare questi percorsi, soprattutto inserendoli in progetti che coinvolgono anche i servizi sociali comunali, le reti informali del territorio, le parrocchie.
“Abbiamo lanciato questo progetto tre settimane fa e, con sorpresa, abbiamo già raccolto oltre una cinquantina di adesioni per una disponibilità mensile di circa 3.500 euro - ribadiscono ancora i volontari -, segno che le comunità sono sensibili al tema e riescono ancora a farsi prossime attraverso le iniziative promosse:
la borsa della spesa per esempio è ormai un appuntamento mensile consolidato; il centro di ascolto è un servizio noto ed utilizzato; in diversi mettono a disposizione il proprio tempo libero per essere inseriti in queste attività”.
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