Mostra del Veronese in stand-by

Tempi duri per la cultura anche a causa della crisi economica. Nonostante vada riconosciuta la vitalità del Museo Casa Giorgione, impegnato a rilanciarsi con eventi, conferenze, laboratori, le due mostre previste in città per i prossimi mesi restano in standby, in attesa di capire le coperture finanziarie per poter essere realizzate.
La prima, che doveva venir inaugurata ad aprile e chiudersi nel mese di giugno, è quella dei paramenti sacri del Duomo di Castelfranco Veneto, studiati e catalogati grazie all’impegno della parrocchia e dell’Associazione amici dei musei e dei monumenti della castellana. Si tratta di un patrimonio ricchissimo i cui pezzi più importanti risalgono al Seicento e al Settecento, in parte commissionati dalla chiesa a laboratori specializzati in ricamo, in parte, invece, realizzati utilizzando abiti da sposa donati da dame sposate in chiesa.
Per il momento questa esposizione, che dovrebbe agganciarsi anche alle iniziative del Centenario della morte di Pio X e dunque richiamare i pellegrini in visita ai luoghi natali di Papa Sarto, è stata posticipata al prossimo autunno, perché molto dipenderà dai bilanci comunali.
Dell’altro grande evento, la mostra con le tele e gli affreschi castellani del pittore Paolo Veronese, si avrà un quadro più preciso per la fine di marzo, sempre quando sarà possibile capire con certezza il budget disponibile, che in molta parte deriva dai contributi di sponsor, aziende, banche, realtà economiche del territorio. Dopo il successo dell’esposizione dedicata al Giorgione del 2010, Castelfranco desidera replicare con questa importante iniziativa che vorrebbe agganciarsi alla grande mostra che esordirà a primavera 2014 alla National Gallery di Londra e passerà poi, da luglio, a Verona per circa tre mesi.
Contemporaneamente, infatti, si dovrebbe realizzare l’esposizione nella città murata con una quarantina di tele in arrivo da tutto il mondo e gli affreschi conservati nella sagrestia del Duomo, provenienti da villa Soranza a Treville. Per ora la prudenza è d’obbligo, in attesa di sapere come andrà a finire.