Un libro racconta la casa estiva della parrocchia di Orgnano
Presentato il volume sulla casa estiva di Pian di Coltura, in comune di Lentiai (Belluno), struttura acquisita 45 anni fa dalla parrocchia di Santa Bertilla di Orgnano. All'interno tante testimonianze di parrocchiani che in questi decenni hanno vissuto esperienze di campo scuola o di volontariato in quell'amata casa parrocchiale.

“Non c’era niente ma non mancava nulla”. Questo il titolo del libro su Pian di Coltura la casa della parrocchia di Santa Bertilla di Orgnano, situata in comune di Lentiai (Belluno). Il volume è stato presentato ufficialmente domenica 11 settembre, durante la sagra parrocchiale.
L’edizione è stata coordinata dal volontario Angelo Squizzato e pubblicato nella Collana “Spinea & dintorni” diretta da Alessandro Cuk e Delia Strano, per conto di Alcione Editore. L’intero ricavato del libro sarà devoluto in beneficenza per Pian di Coltura.
La struttura si trova a una altitudine di 745 metri, a circa 5 chilometri dal centro del paese. A distanza di 45 anni dal primo campo scuola (era il 1977), il libro raccoglie molte testimonianze da chi quella struttura l’ha vista nascere o da chi vi ha partecipato come ospite.
I testi pubblicati sono di Andrea Varola, Angela Soldà, Angelo Squizzato, Annapaola Agnoletto, Chiara Rizzo, Dania Cusenza, Dario Mariutto, Dino e Dina Girardi, suor Guidalma, don Enrico Prete, don Filippo Basso, don Filippo Facchin, don Francesco Decio, Leopoldo Pincin, don Marcello Miele, don Marco Scattolon, Emma Squizzato, Endrio Bolgan, Francesca Mercurio, Gianni Pasqualini, Lamberto Iezzi e Michela Sorato, Laura Trevisan, Luigina e Pino Cao, Manuele Manente, Marco Cortese, Marco Squizzato, Marta Girardi, Massimiliano Iezzi, Massimo Biolo, Matteo Don, Michele Corò, Paola Favaretto, Roberto Sorato, Sergio Seno, Silvana Argenton, Stefano Miele e Valter Beraldo.
Il volume è diviso in cinque capitoli, corredati da quasi 150 foto, che ripercorrono tutti questi lunghi anni di vita.
“Da tanti Pian di Coltura - spiegano in parrocchia - è stato definito luogo dell’anima, desiderato, voluto, sostenuto e frequentato da tutta la comunità. Luogo in cui si è imparato e si impara a fare comunità immersi nella natura, che tanto apprezziamo, quanto siamo chiamati a rispettare e custodire. Luogo in cui prevalgono la semplicità e l’essenzialità con attenzione a volti e nomi, anziché a realtà virtuali. Luogo in cui si lavora, si fatica, si dorme poco, ma si trovano sempre nuove energie dai legami che nascono e via via si rafforzano. Luogo in cui qualcuno ha trovato l’anima gemella, i migliori amici, una nuova grande famiglia. Luogo di incontri, esperienze, crescita e formazione”.
Uno scritto su tutti, quello di Endrio Bolgan: “La scoperta la devo a un mio amico che alla fine della seconda media mi invitò ad iscrivermi al campo scuola parrocchiale. Siamo cresciuti sperimentando, per qualche giorno, l’essenzialità, sia come messaggio religioso sia come invito a ricordare che nel mondo ci sono persone che la vivono quotidianamente e sono già fortunate, perché altre non hanno nemmeno quella. Nel tempo le cose si sono evolute verso la modernità sia per una questione normativa sia di comodità. Animati, animatori e gestori nel tempo hanno però creato uno spirito di benessere, nel senso di stare bene, sentirsi bene, vivendo lo stare assieme senza comodità, telefoni, tv, giocando, parlando, confrontandosi, scontrandosi e riappacificandosi. Mi sono sempre ritenuto appartenente «all’area estremista conservatrice», che vedeva ogni cambiamento come un attacco allo spirito originario di Pian di Coltura. Credo che alla fine l’unione fra quel posto, l’affiatamento fra animati, animatori e gestori, la supervisione dall’Alto con i suoi insegnamenti, siano gli elementi che hanno fatto di Pian di Coltura il mito che ognuno di noi si porta dentro”.
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