A Piombino Dese asili parrocchiali "condannati" a chiudere?
Oltre 400 cittadini all'assemblea pubblica in cui è stato descritto il restauro, con grandissimo ampliamento, grazie ai fondi del Pnrr per la scuola d'infanzia comunale. I posti aumenterebbero dagli attuali 70 ai futuri 180.

Una scelta, da parte dell’Amministrazione comunale di Piombino Dese, che mette seriamente a rischio il futuro delle due scuole dell’infanzia parrocchiali. E che ha suscitato diffuse perplessità, tanto da radunare in un’assemblea pubblica oltre 400 cittadini.
La scelta è quella di procedere al restauro (con fortissimo ampliamento) della scuola dell’infanzia statale, già presente nel capoluogo, cogliendo l’occasione dei fondi del Pnrr. Ma andiamo con ordine.
Attualmente, le due scuole dell’infanzia paritarie gestite dalle parrocchie e la scuola dell’infanzia statale, nel loro insieme, non solo soddisfano l’attuale domanda delle famiglie del territorio comunale, ma potrebbero accoglierne ancora una cinquantina.
Il Comune, però, ha colto l’occasione dei fondi messi a disposizione dall’Europa con il Pnrr per finanziare il restauro della scuola dell’infanzia statale. A detta dell’Amministrazione, lo Stato rende effettiva l’erogazione del contributo per il totale della spesa prevista, solo nel caso che il progetto preveda il raddoppio della capacità di posti della struttura. Pertanto l’Amministrazione, trovandosi nella necessità di restaurare l’edificio scolastico (inaugurato il 15 aprile del 1984, con appena 39 anni di vita) e per non gravare ulteriormente sul bilancio comunale, ha colto l’occasione. La nuova struttura è progettata sui migliori standard moderni, con 180 posti, a fronte degli attuali 70 (e quindi molto più del doppio).
Piombino Dese, va detto, pur avendo quasi diecimila abitanti, ha una bassa percentuale di giovani nuclei familiari, non essendo riuscito negli anni scorsi a essere attrattivo per le giovani coppie in uscita dalle città; nel contempo, molti giovani hanno trovato più facilmente casa nei comuni limitrofi.
Il nuovo Centro infanzia statale, insomma, soddisferà anche per l’avvenire la totalità delle richieste provenienti dalle famiglie del Comune, inducendo con ogni probabilità alla chiusura le due paritarie parrocchiali. A tutto questo, si è aggiunta l’incertezza dell’erogazione del contributo comunale per le paritarie, cosa che sta costringendo gli insegnanti e gli operatori a riflettere sul proprio futuro occupazionale.
In questa situazione delicata e preoccupante, giovedì 9 febbraio, in sala San Tommaso Moro, promossa dai rappresentanti dei Consigli pastorali, dei Comitati di gestione e dei genitori, unitamente ai parroci, è stata convocata un’assemblea aperta a tutti. La partecipazione è stata numerosa, con più di 400 presenze, in un clima assai sentito. Finalmente, tra l’Amministrazione comunale e le comunità parrocchiali si è aperto un dialogo franco, che ha cercato di conoscere a fondo l’importante questione. Erano presenti i parroci, don Giorgio Marangon e don Tiziano Galante, il sindaco di Piombino Cesare Mason, alcuni assessori, i segretari dei tre consigli pastorali delle parrocchie di Piombino, Torreselle e Levada e il presidente provinciale Fism (Federazione italiana scuole materne) di Padova, Mirco Cecchinato.
Nel corso dell’assemblea, i molti interventi hanno rimproverato la mancanza di coinvolgimento della cittadinanza e delle parrocchie, nell’intraprendere un progetto di tali dimensioni, con così importanti e serie ricadute nell’assetto sociale ed educativo esistente.
L’Amministrazione ha motivato che il progetto era stato annunciato nella scorsa campagna elettorale, e che le votazioni hanno sostenuto e confermato la bontà dell’opera. E’ stato taciuto, però, che la presentazione del progetto in campagna elettorale veniva avvalorata anche dal dire che c’era la condivisione del progetto da parte dei parroci. Cosa assolutamente non corrispondente al vero.
Il sindaco Mason ha ulteriormente specificato che lo Stato, e nello specifico il Comune, non può essere limitato dalle esigenze della comunità cattolica, ma deve fornire servizi al meglio e al minor costo all’intero territorio, e alla sua pluralità. Negli anni, poi, la scuola dell’infanzia statale di Ronchi di Piombino, grazie al basso costo per le famiglie e all’impegno degli insegnanti e degli operatori è riuscita, a detta del sindaco, a essere attrattiva anche per bambini provenienti dai comuni limitrofi. Il presidente della Fism ha sottolineato l’importanza delle scuole paritarie dell’infanzia parrocchiali nei nostri territori.
La crisi della socialità post pandemia, l’accentuarsi della secolarizzazione, i contenuti dell’educazione dei bambini, la chiusura futura delle scuole, la sostenibilità delle attività economiche alla luce di dinamiche demografiche irreversibili, sono tutte questioni emerse di riflesso nella riunione. La questione rimane aperta e rinvia a ulteriori incontri, per cercare un’intesa che potrebbe muoversi verso la possibilità che l’Amministrazione effettivamente garantisca alle famiglie una “par condicio”, anche economica, nella scelta educativa da offrire ai propri figli.
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