La vita in Antartide del villorbese Gasparetto
Mercoledì 15 febbraio nella sala conferenze della Barchessa di Villa Giovannina a Carità di Villorba in via della Libertà 2, alle ore 20:45 si svolgerà l’incontro “Diario di un ricercatore. Una vita al limite in Antartide". Protagonista l’astrofisico villorbese Thomas Gasparetto.

Mercoledì 15 febbraio nella sala conferenze della Barchessa di Villa Giovannina a Carità di Villorba in via della Libertà 2, alle ore 20:45 si svolgerà l’incontro “Diario di un ricercatore. Una vita al limite in Antartide". Protagonista l’astrofisico villorbese Thomas Gasparetto.
“Nell’estate del 2021 - racconta Gasparetto - poco prima di compiere 30 anni, ho deciso di vivere un’esperienza unica nel suo genere, in uno dei luoghi più remoti, inospitali e freddi di tutto il pianeta: lavorare come astrofisico presso la stazione di ricerca italo - francese di Concordia, nel mezzo del plateau antartico. Numerose le incertezze, difficoltà e barriere da superare anche solamente per riuscire ad arrivare senza intoppi a Concordia, situata a più di 1.000 km dalla costa antartica, a più di 3.000 metri di altezza, nel deserto più vasto del nostro pianeta.Ricordo ancora - continua Gasparetto - l’emozione provata quando, a bordo di un piccolo aereo con una dozzina di persone a bordo, ho visto la base in lontananza, un puntino in mezzo al nulla più totale, più o meno consapevole del fatto che quella sarebbe stata la mia casa per oltre un’anno. La mia zona di comfort ormai non era più visibile”.
A Concordia lavorano scienziati e ricercatori in primis, ma anche partecipanti ad esperimenti dell’Agenzia Spaziale Europea perché è uno dei pochi luoghi sulla terra ad essere siglato come “I.C.E.” (Isolato, Confinato ed Estremo), analogo più prossimo ad una nave spaziale in un viaggio interplanetario o ad una base su un altro pianeta, come Marte.
Thomas Gasparetto nell’incontro del prossimo 15 febbraio racconterà cosa vuol dire vivere e lavorare per 9 mesi in totale isolamento con un gruppo di altri 12 ricercatori e tecnici, immersi in un contesto di lavoro e ricerca internazionale, consci del fatto che ad ogni problema che si possa presentare può contare solamente sulle proprie forze perché nessuno potrà venire in loro aiuto o soccorso. Durante l’inverno antartico a Concordia le temperature medie di - 65 °C non consentono ad alcun mezzo a motori di operare sul plateau antartico, rendendo un’ipotetica operazione di evacuazione medica più lunga e complessa di un’operazione analoga dalla Stazione Spaziale Internazionale.
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