San Donà entra in un programma europeo per mitigare il rischio idraulico
L’Amministrazione Comunale ha deliberato giovedi, 28 maggio, di accogliere l’invito ricevuto di entrare a far parte della Comunità di Interesse del progetto Life Beware, finanziato dall’Unione Europea tramite il programma Life. Si tratta di un percorso mirato a stabilire e diffondere un modello di misure di adattamento al cambiamento climatico.

L’Amministrazione Comunale ha deliberato giovedi, 28 maggio, di accogliere l’invito ricevuto di entrare a far parte della Comunità di Interesse del progetto Life Beware (BEtter Water management for Advancing Resilient communities in Europe), finanziato dall’Unione Europea tramite il programma Life, ovvero il fondo europeo per la salvaguardia dell’ambiente e della natura. Si tratta di un percorso mirato a stabilire e diffondere un modello di misure di adattamento al cambiamento climatico per mitigare il rischio idraulico. Il progetto vede come partner il Comune di Santorso (capofila), quello di Marano vicentino, il dipartimento Tesaf (dipartimento Territorio e Sistemi Alto Forestali) dell’Università di Padova, il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, Veneto Agricoltura, Alda (Associazione Europea per la Democrazia Locale) e si allarga ora a coinvolgere tramite la Comunità d’Interesse i Comuni, le Università, gli Istituti di ricerca, gli ordini professionali, i Consorzi di Bonifica e le organizzazioni della società civile.
“Il nostro territorio è bellissimo ma fragile sotto il profilo del rischio idraulico; da sempre l’Amministrazione è impegnata a considerare questo problema prioritario che, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto, è sempre più un’emergenza e come tale è stato riconosciuto fra gli obiettivi strategici del nostro PAESC (Piano delle azioni per l’energia sostenibile ed il clima). Per questo, oltre ad avviare progettualità locali (realizzazioni di giardini pluviali come esempi di drenaggio urbano sostenibile, favorire interventi che non compromettano la permeabilità del suolo, educazione sull’uso responsabile della riserva idrica) consideriamo sempre importante dialogare con gli enti sovracomunali e gli altri attori. Competenze e ruoli diversi che lavorano in modo coordinato, riconoscendo l’importanza dell’obiettivo ed in funzione del suo raggiungimento, della necessità di individuare metodologie d’intervento migliorative, ma soprattutto da condividere con le comunità, che devono essere le prime interessate a difendere e valorizzare i loro territori. Su questo posso citare come esempi l’attività di monitoraggio della qualità delle acque che cittadini e associazioni stanno già facendo seguiti dalle Università di Siena a Bologna, quella che seguirà sulla vegetazione riparia (attività promosse dal Distretto delle Alpi Orientali), ma anche, attraverso lo strumento del Contratto di Fiume, la condivisione fra amministrazioni, Consorzio BIM, associazioni e cittadini degli interventi nelle aree golenali a cura della Regione sempre per migliorare il deflusso delle acque nei momenti di piena. Ma anche il bellissimo intervento che sta realizzando Atvo va in questa direzione, e denota una sensibilità non comune che abbiamo già rilevato anche tra i studi professionali ed i privati” spiega Lorena Marin, assessore a Energia e Ambiente.
“Ci sono tanti livelli di intervento a cui si sta lavorando, ma talvolta ci sono misure, anche molto semplici, che possono andare a incidere in profondità sul rischio idraulico migliorando sensibilmente la situazione. Questo progetto rappresenta un ulteriore passo per fare rete, per approfondire conoscenze e per acquisire buone pratiche sempre sulla strada della tutela del territorio e, quindi, a salvaguardia del futuro delle generazioni più giovani” conclude il Sindaco Andrea Cereser.
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