Musei trevigiani: è boom di presenze
Gran parte del mondo della cultura e dell'arte è ancora fermo, ma i musei hanno riaperto ed è stato un grande successo. Il punto su mostre, incontri e iniziative. Donata al Bailo un'opera di Martini

Il nuovo anno ha portato in regalo, con le zone gialle, la riapertura dei musei. Poca cosa rispetto a un mondo della cultura ancora completamente fermo, ma allo stesso tempo segno importante di rinascita e motivo di entusiasmo per molti cittadini. Nei musei civici trevigiani inoltre per tutto il mese di febbraio gli ingressi sono stati gratuiti, decretando presenze da record. Solo nella prima giornata di apertura infatti, lo scorso primo febbraio, gli ingressi ai poli museali sono stati più di 500.
Le strutture, come da Dpcm, sono aperte dal lunedì (abitualmente giorno di chiusura) al venerdì, con un orario continuato dalle 10 alle 18. Dal 1 al 28 febbraio gli ingressi a Santa Caterina e al Bailo sono stati 4500: un numero straordinario se si pensa alle limitazioni ancora vigenti e all’assenza di scolaresche e turisti, ma ancor più significativo se paragonato allo stesso periodo degli anni precedenti (escluso il 2020 per la chiusura a causa del Covid-19). Nel 2018 i visitatori erano stati 2.100, mentre nel 2019 poco più di 3.000. “La gratuità non è stata una sperimentazione fine a se stessa - ha sottolineato l’assessore ai Beni culturali e Turismo, Lavinia Colonna Preti -: innanzitutto è stato un segnale di quanto il pubblico sia per noi fondamentale. Visitare i musei può diventare un gesto quotidiano e assicurare servizi adeguati è indispensabile per garantire che questo gesto rimanga un’esperienza indimenticabile”.
Anche durante il prolungato periodo di chiusura tuttavia le iniziative non si erano fermate del tutto: per esempio a fine gennaio i ragazzi della Puppets Family, accademia trevigiana specializzata in ballo, animazione e aggregazione giovanile, hanno girato all’interno del Museo Bailo un videoclip. L’obiettivo era quello di promuovere i poli museali con il linguaggio dei giovani e dei social media. In tempi di pandemia inoltre non potevano non aggiungersi al merchandising dei musei le mascherine: realizzate dalla Sartoria Enrico Monti, in stoffa lavabile e riutilizzabile, riprendono particolari degli acquerelli di Antonio Carlini, che l’artista trasse dagli affreschi della loggia dei Cavalieri.
La riapertura è passata anche per la serie di incontri didattico culturali “Arte specchio dell’anima”, organizzati dai Musei e curati da Sabina Ferro e Ilaria Simeoni. Attraverso l’esame di opere selezionate si è cercato di far emergere la capacità dell’arte di intercettare le nostre fragilità. Ultimo appuntamento il 12 marzo al Museo di Santa Caterina. Gli incontri sono dedicati agli adulti e ai ragazzi dagli 11 ai 15 anni e si svolgono in due differenti turni, dalle 14 alle 15.30 e dalle 16 alle 17.30, a causa della necessità di coningentare gli ingressi (sono ammesse 10 persone per volta).
Nel frattempo il Museo Bailo si è arricchito di una nuova opera d’arte di Arturo Martini: è stata infatti donata al Comune di Treviso dalla famiglia Botter-Bruno una statuetta in terracotta alta 26 centimetri e raffigurante un uomo seduto, assorto in atteggimento pensoso: “Il pensieroso” appunto. Si tratta di una delle “copie” segnalate in bibliografia come presenti in collezioni private, a stampo in piccole serie, che lo stesso Martini ideava espressamente per la realizzazione in multipli. Ogni pezzo diventava comunque unico perché rifinito personalmente dall’artista prima della cottura, oppure dipinto e maiolicato, anche da altri decoratori, o trattato a freddo post-cottura.
In questo caso la differenza, rispetto all’esemplare con traccia di patinatura “verde ossido” già presente nei Musei Civici dal 1959, è costituita dalla minuziosa rifinitura ottenuta tramite sottili dettagli incisi sulla creta prima dell’essicazione e il passaggio in forno. L’opera è riferita al 1926-1927.
Al Bailo, fino al 26 marzo, sarà visitbile anche la mostra temporanea “Leopoldo Metlicovitz e Hausbrandt. Grafica e Immagine”. Organizzata da [e]Design Festival e curata da Paola Bellin, Andrea Biban, Pierangelo Ranieri e Luciano Setten, la mostra esplora il sodalizio tra Leopoldo Metlicovitz e Hausbrandt attraverso l’esposizione di una serie di bozzetti originali per la realizzazione di un fondale e di un’insegna di Casa Hausbrandt.
Articolata in tre sale, la mostra ripercorre l’evoluzione del brand di caffè nel tempo, dal 1892 al 2019, ed è completata da altri manifesti pubblicitari realizzati da Metlicovitz per Hausbrandt, accompagnati da quelli di Luciano Biban, figura di spicco della grafica friulana, che realizzò negli anni sessanta l’originale logo “Moka”, sintesi di pubblicità e arte.
C’è attesa infine per “Renato Casaro. L’ultimo cartellonista del cinema. Treviso, Roma, Hollywood” percorso espositivo che verrà aperto il prossimo 28 marzo e che, coniugando arte e cinema, saprà sorprendere e appassionare. Tre le diverse sedi espositive: al nuovo Museo Nazionale Collezione Salce, che per l’occasione apre nella ritrovata chiesa di Santa Margherita, al complesso di San Gaetano, l’altra sede del Museo, e ai Musei Civici di Santa Caterina. Sarà un omaggio a Renato Casaro (Treviso, 1935) considerato l’ultimo dei grandi cartellonisti di cinema. (Tutti i dettagli sulla mostra a pagina 15).
Infine, l’Amministrazione ha presentato il primo step del progetto “Treviso City Card”, biglietto unico che potrà offrire l’accesso a diversi istituti della cultura unendo inoltre agevolazioni su mobilità, parcheggi, ristorazione e vendita al dettaglio per un’offerta turistica a tutto tondo.
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