Nuovi lavori di restauro al museo di Santa Caterina
Sono stati presentati il 30 novembre; comprendono il rifacimento delle facciate, dell'abside e la riqualificazione dello spazio esterno che si affaccia su piazza Matteotti. L'incarico è stato affidato all'architetto Toni Follina

È stato presentato oggi il progetto di ricostruzione dell’abside medievale del Museo di Santa Caterina che andrà ad impreziosire ulteriormente il patrimonio architettonico e artistico della città.
L’intervento, inserito nel programma Opere Pubbliche 2020/2022, è stato aggiornato nella parte progettuale commissionata all’architetto Toni Follina (nel 2006), sia perché in parte già realizzato sia per la necessità di adeguare materiali e costi focalizzando l’intervento sull’estensione dello spazio museale attraverso la ricostruzione dell’abside medievale, la riqualificazione dello spazio esterno che dà verso Piazza Matteotti e il riordino della relativa facciata nord lungo Via Stangade facente parte di tale complesso medioevale monumentale.
L’incarico è stato riaffidato a Toni Follina in considerazione della particolarità della soluzione architettonica che l’Amministrazione ha deciso di realizzare (la nuova abside) e della continuità progettuale per le fasi successive della progettazione architettonica, conferendogli anche il coordinamento e la direzione artistica sull’esecuzione dei lavori.
Nel dicembre del 2019 è stata sottoscritta la convenzione tra Comune di Treviso e Mibact, Ministero per i beni e le attività culturali, che disciplina tempistiche e rendicontazione relativa al contributo di un milione di euro vincolato alla ricostruzione della parte absidale della Chiesa.
Il costo è suddiviso in 140mila euro per la progettazione e 860mila per lavori e oneri relativi. Il progetto effettuato è stato autorizzato dalla Sovrintendenza dei beni artistici e culturali.
"Con questo progetto Treviso fa un altro passo in avanti nella riqualificazione e nella valorizzazione del patrimonio architettonico e artistico", afferma il sindaco Mario Conte. "Si tratta inoltre di un’occasione per valorizzare ulteriormente il Ciclo di Sant’Orsola e altre meravigliose opere presenti nell’Auditorium. Treviso deve avere l’ambizione di migliorare i propri poli museali per renderli dei veri e propri punti di riferimento per la cultura a livello regionale e nazionale".
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