A rischio nel Trevigiano 1.500 imprese del terziario
Presentato a Treviso il report dell'Osservatorio congiunturale di Confcommercio provinciale e di Banca Prealpi SanBiagio. La ricerca rileva il sentimento degli imprenditori nel trimestre estivo, peggiorato leggermente il clima di fiducia delle aziende rispetto al periodo precedente.

Giunge al quarto report, l’Osservatorio congiunturale della Confcommercio provinciale e di Banca Prealpi SanBiagio. Il report, realizzato dall’Istituto nazionale di ricerche Format Research, diretto da Pierluigi Ascani, indaga il sentimento degli imprenditori nel trimestre estivo (luglio, agosto, settembre), cerca di delineare lo scenario previsionale per fine anno e quantifica le modalità di accesso al credito delle imprese. Con questa edizione, introduce anche un focus qualitativo sul marketing digitale, le competenze e la formazione necessaria per l’evoluzione di quattro comparti fondamentali del commercio di vicinato: la moda, l’alimentare, l’ottica e la gioielleria.
Il focus tematico è stato ideato e richiesto dalle categorie di Federmoda, Federottica, Fida e Federpreziosi aderenti a Confcommercio.
I principali scenari
Peggiora leggermente il clima di fiducia delle imprese del terziario di Treviso nel terzo trimestre del 2022. Scende anche la fiducia delle imprese con riferimento all’andamento della propria attività economica, ma è in leggera risalita la previsione per dicembre, in vista delle prossime festività natalizie.
Rimane molto negativo l’indicatore relativo ai prezzi praticati dai fornitori. Cala di sei punti in un trimestre la percentuale di imprese che hanno richiesto credito. Crescono i tassi di interesse e dunque peggiora l’indicatore relativo al costo del credito. La quasi totalità delle imprese di Treviso ritiene che la bolletta energetica del 2022 sarà superiore a quella del 2021. Oltre la metà delle imprese (53,0%) ritiene che le misure che potranno mettere in atto per ridurre i consumi contribuiranno poco o per nulla a ridurre l’impatto economico dei rincari. Se la situazione di crisi persiste, sono a rischio oltre 1.500 imprese del terziario e quasi 5 mila posti di lavoro. Già oggi 700 imprese dichiarano che potrebbero essere costrette a chiudere a causa dell’aumento dei costi dell’energia. Tre imprese su quattro dichiarano di tenere aperto con difficoltà.
Liquidità e credito
In lieve peggioramento la capacità delle imprese del terziario di mercato di Treviso di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario (congiuntura a 39 punti, previsione a fine anno a 38 punti). Nel trimestre, cala di sei punti la percentuale di imprese che hanno richiesto credito: il 78% di queste ha visto accogliere interamente la propria domanda, il 6% non ha visto un accoglimento. Il 60% delle imprese ha fatto richiesta di credito per esigenze di liquidità e cassa, il 22% per effettuare investimenti e il 18% per ristrutturare un debito. L’elevata percentuale di imprese che ha chiesto credito per fare investimenti è un segnale estremamente positivo.
E-commerce e digitale
Tre imprese del terziario su quattro utilizzano il proprio sito web per farsi pubblicità, un altro 10% lo utilizza per vendere. Il 54% delle imprese di Treviso utilizza i social network per farsi pubblicità e l’1,8% per vendere. Il 44,2% delle imprese non utilizza tale canale. Tra le imprese del terziario di Treviso che adottano i canali digitali, il 42% utilizza i market place e i siti aggregatori per farsi pubblicità e il 24% per vendere.
Le ragioni per il mancato utilizzo dei canali digitali risiedono principalmente nella scarsa fiducia rispetto all’efficacia di tali strumenti, secondariamente nella mancanza di risorse qualificate da dedicare allo sviluppo di tali canali, gestione piattaforme, magazzini, lingue straniere, logistica, progettazione.
I commenti
Dania Sartorato, presidente provinciale Confcommercio, commenta: “I dati di questo trimestre ci fanno capire che il futuro sarà sempre meno prevedibile, stiamo facendo i conti con priorità inaspettate che cambiano rapidamente. L’emergenza bollette era già annunciata: è scoppiata nell’estate, ma le prime avvisaglie erano già del 2021. Anche in questo caso, come per l’emergenza pandemica, il terziario ha dimostrato di essere flessibile e resiliente, di sapersi adattare al contesto imposto, pur con pesanti sacrifici. Si profilano, e si stanno già verificando come strategie in essere, nuovi comportamenti: cambi di orari, nuove abitudini, chiusure anticipate, nuove economie di scala, riduzione dei giorni lavorativi, chiusura di superfici inutilizzate. Quando dicevamo che è cambiato il mondo, pensavamo a questo presente? Stiamo sicuramente dimostrando una enorme capacità di adattamento. Il clima di fiducia in costante calo logora, penalizza lo spirito di impresa ma, per contro, caratterizza molto velocemente le nuove sensibilità: orientamento alle reti, approccio green, filiera corta. Questo in linea generale, ora occorre un nuovo patto con la Politica perché le sfide all’orizzonte sono molte e il rischio recessione è dietro l’angolo. Ci sono almeno tre proposte essenziali: un tetto massimo al prezzo che i fornitori potranno addebitare ai clienti nei prossimi mesi; un sostanziale aumento dei crediti d’imposta sulle spese energetiche del terzo trimestre 2022; una riforma del funzionamento della nostra borsa elettrica, che svincoli il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas”.
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