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Acli Treviso, il neo presidente Pierobon traccia il cammino del prossimo quadriennio

"Potenziare ancor di più i servizi ai cittadini. L'aspetto che più preoccupa è capire cosa succederà alla fine del blocco dei licenziamenti il prossimo marzo, vedere come il Paese si risolleverà"

Acli Treviso, il neo presidente Pierobon traccia il cammino del prossimo quadriennio

Non è forse questo il periodo migliore per assumere incarichi. Una crisi sconosciuta a livello mondiale che a ondata ripropone la sua forza e che ancora non lascia intravedere la sua fine. D’altra parte la certezza che non potrà durare per sempre e che allora bisogna farsi trovare pronti e preparati. In questa situazione si trova anche il neo presidente delle Acli provinciali di Treviso, eletto a ottobre, l’avvocato Alessandro Pierobon, 48 anni, di Conegliano, già presidente di Circolo e consigliere regionale Acli nel precedente mandato in cui si è occupato di Patronato e di Circoli. Raccoglie il testimone da Laura Vacilotto.

“Assumo questo incarico assicurando il mio impegno per traghettare la nostra associazione per i prossimi 4 anni, ringraziando fin da ora Laura, che mi ha preceduto, per aver guidato le Acli in un tempo così complesso - ha dichiarato Pierobon -. Presterò una particolare attenzione a coloro che all’interno del mondo del lavoro o della nostra società sono considerati «ultimi», penso ad esempio ai giovani che hanno difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro e che non hanno tutele, penso alle donne, ai disoccupati, penso ai migranti. La «L» di Lavoro nel nostro acronimo mi sembra una chiave importante per approcciare il mio mandato e per essere insieme, nella società di oggi, un punto di riferimento importante, che può dire parole di senso e mettere in piedi esperienze e risposte efficaci per le persone. Di fronte alla pandemia la nostra associazione ha affrontato egregiamente e velocemente la situazione, penso anche ai servizi di Patronato e Caf, anche per questo sono orgoglioso e fiero di rappresentare le Acli”.

Presidente Pierobon, il lavoro davvero non le mancherà, visto il periodo critico. In che cosa si caratterizzerà la sua presidenza?
Quello che mi sento di dire ora è che posso contare su un ottimo gruppo di lavoro, su compagni di viaggio che mi supporteranno in questo mandato. E poi su bravissimi impiegati, su un sistema collaudato che ha dimostrato di fare egregiamente il proprio lavoro anche in questo periodo complicato. Il nostro ruolo sarà quello di essere presenti sempre, di potenziare ancor di più i servizi per i cittadini, che è il nostro “core business”. E come sempre essere presenti nel mondo del lavoro, analizzando i problemi. L’aspetto che più preoccupa è capire cosa succederà alla fine del blocco dei licenziamenti, vedere come il Paese si risolleverà.

Quale sarà, allora, il ruolo delle Acli?
Il momento è difficile ma anche di grandi possibilità. Credo che avremo molto da dire nel nostro compito di declinazione operativa della dottrina sociale della Chiesa. Abbiamo la piccola grande ambizione di essere interlocutore ad hoc, in particolare nei servizi previdenziali e assistenziali che formano uno spaccato dell’economia e un interessante indicatore della situazione. Ci siamo ritagliati un ruolo di interlocutori credibili di enti istituzionali. Come dicevo prima, collaboreremo con altri enti affini a noi come pensiero.

Nel suo primo intervento, ha dedicato un pensiero agli ultimi che in questa crisi rischiano di rimanere ancora più indietro...
E’ indubbio che in una situazione come questa, gli ultimi sono i primi a soffrire. Il nostro ruolo di Acli è quello di essere cinghia di tramissione tra le istanze di queste persone, dar loro voce concretamente, e gli enti pubblici e privati che dovranno occuparsene. Siamo e continuiamo a essere sentinelle per la promozione sociale.

Questa crisi, è assodato, ci cambierà. Ma ne usciremo, secondo lei, come persone migliori oppure no?
E’ una storia tutta da scrivere ancora. Io mi auguro che dal punto di vista politico ci sia unità di intenti, che i politici facciano la loro parte per rispondere alle esigenze della cittadinanza e non a operazioni partitiche, senza critiche costruttive. Questo continuo balletto anche tra Stato e Regioni è davvero stucchevole. Chi deve decidere si trova a fare i conti anche con risorse economiche che sono scarse. Spero e mi auguro che chi è al Governo lavori al meglio delle proprie possibilità. Per quanto riguarda noi cittadini, non credo si possa dire in modo tranchant che saremo migliori o peggiori. Ci sarà chi farà delle riflessioni per migliorarsi e chi non imparerà niente, aspetterà che passi il periodo e ricomincerà come prima. Saremo diversi sicuramente. Per quello che abbiamo già lasciato sul campo, il numero dei morti altissimo, le persone che hanno sofferto, coloro che hanno perso i loro cari...

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