Asili paritari, iscrizioni in calo
I contributi finalmente ci sono. Ma l’annoso ritardo nella loro erogazione ha messo in difficoltà non poco le scuole paritarie. E’ uno dei motivi, questo, insieme alla crisi demografica, per cui si registra un diffuso calo di iscrizioni, nell’ordine del 7-9%, con punte anche del 15-20%.

I contributi finalmente ci sono. Ma l’annoso ritardo nella loro erogazione ha messo in difficoltà non poco le scuole paritarie. E’ uno dei motivi, questo, insieme alla crisi demografica, per cui si registra un diffuso calo di iscrizioni, nell’ordine del 7-9%, con punte anche del 15-20%. E’ la fotografia scattata all’apertura dell’anno scolastico dalla Fism per quanto riguarda le materne (e nidi) paritarie in Veneto, dove si contano 1.128 scuole e 82.000 alunni.
Più contributi dallo Stato, meno dalla Regione. Il dato positivo, dunque, è che sono in arrivo 60 milioni di euro di contributi: “Con il Decreto Miur n. 728 del 5 luglio 2017 saranno erogati 60 milioni di euro per le scuole paritarie di ogni ordine e grado del Veneto, di cui il 72% del totale, cioè quasi 44 milioni di euro, verrà destinato alle scuole dell’infanzia”, dichiara con soddisfazione Stefano Cecchin, presidente Fism Veneto, la Federazione italiana scuole materne, cui fanno riferimento a livello nazionale circa 8.000 scuole dell’infanzia cattoliche o di ispirazione cristiana. “E’ stato istituito un ulteriore fondo complessivo statale di 50 milioni dedicato alle scuole per l’infanzia paritarie italiane: un obiettivo raggiunto grazie alle pressioni giunte dal Veneto, grazie all’incontro a Treviso con l’allora premier Renzi e all’impegno dei nostri parlamentari veneti, in particolare Simonetta Rubinato e Franco Conte. Grazie a questo fondo abbiamo recuperato sul fronte nazionale 7 milioni di euro rispetto all’anno precedente, cioè quello che purtroppo abbiamo perso sul tavolo regionale. Sono stati infatti 36 milioni di euro i contributi erogati dalla Regione Veneto tra nidi e materne nel 2016 contro i 42 milioni del 2015: significa un 15% in meno. Per il 2017 siamo ancora a 33,5 milioni di contributi regionali, ma ci auguriamo che con l’assestamento di bilancio si riesca ad arrivare ai 36 dell’anno scorso. Vedremo se sarà possibile recuperare queste risorse con una disposizione straordinaria del presidente Zaia o tramite il Consiglio regionale. Diversamente rischiamo di avere un 20% di taglio rispetto al 2015 sui fondi regionali”.
Un anno di ritardo. Una situazione in cui, oltre alla diminuzione dei contributi, pesa anche il ritardo nella loro erogazione: “Si è conclusa a fine agosto la liquidazione dei contributi 2016 per i nidi, e a giugno quella per le materne. Si parla di un anno di ritardo per i contributi regionali, circa sei mesi per quelli statali”. Un dato, questo, che si riflette pesantemente sulla sopravvivenza delle scuole paritarie in Veneto, che per la loro capillare diffusione e il loro radicamento nelle comunità rappresentano uno straordinario patrimonio di cultura, di libertà, di partecipazione e di servizio. “Abbiamo avuto una cessazione nel Veneziano, quella dell’istituto delle Ancelle di Gesù bambino a Cannaregio. In questo caso ha giocato non solo la difficoltà nel ricevere contributi, ma soprattutto il calo delle iscrizioni. Siamo su una media regionale del 7-9% di mancate iscrizioni, in alcuni territori arriviamo al 15-20%: numeri importanti, che sono dovuti in primis alla denatalità, in seconda battuta all’emigrazione di ritorno delle famiglie extra comunitarie e ai mancati ricongiungimenti. Senza dimenticare poi la precarietà lavorativa, che porta in molti casi le madri a rimanere a casa e a occuparsi personalmente dei bambini, o a demandare l’accudimento ai nonni, per risparmiare: una situazione di regresso, insomma, in cui la retta (parliamo di circa 150 euro per le materne, 350-400 euro per i nidi) pesa eccessivamente all’interno dell’economia del nucleo familiare”.
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