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Con il lupo non si scherza e non si balla

Il 27 gennaio il Wwf insieme all'Amministrazione comunale di Crocetta ha organizzato un convegno sul lupo e sul suo presunto ritorno sul Montello. Ma le tracce finora rilevate porterebbero ad un unico esemplare in uscita dal Grappa. 

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Con il lupo non si scherza e non si balla

I lupi non sono un pericolo per l’uomo, eppure, no signori, con i lupi non si balla e non si gioca: sono animali selvatici sempre, anche quando si avvicinano agli abitati.

Il Wwf, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Crocetta, ha tenuto, venerdì 27 gennaio, la conferenza sul ritorno del lupo nelle nostre zone. Pubblico attento in sala con una domanda in testa: “Sul Montello c’è già?”. No, per ora no, ma arriverà. I numerosi ungulati, sue prede preferite, e l’abbandono del territorio sono una vera attrazione. E allora, un’informazione giusta e una gestione proattiva sono basilari per prevenire un possibile conflitto sociale. In Veneto il progetto c’è già. 

Oltre alla cattura con lacci, per lasciarlo libero poi con il radio-collare gps, è stata applicata anche la telemetria satellitare in difesa della pecora e del bovino al pascolo ignari dell’occhio famelico del predatore: recinti virtuali con dissuasori acustici e visivi là dove l’animale è presente. I pascoli diventano più sicuri e possono espandersi in zone nelle quali è impossibile una recinzione fisica. I metodi tradizionali, infatti, si sono rivelati insufficienti e di difficile attuazione per i nuovi insediamenti.

Il progetto, finanziato della Regione, che ha firmato un protocollo d’intesa con l’Università di Sassari, contempla anche la mappatura dello stato di salute degli animali aggrediti e uccisi. 

Il Montello ospita cinghiali e camosci: il lupo non c’è, secondo le informazioni in mano ai relatori della serata, eppure dietro la preda balza il predatore, eppure si dice sia stato avvistato. Fake? Forse. Di certo, si è fatto vivo a Covolo, Possagno, Pederobba. Le tracce rilevate porterebbero a un unico esemplare in luoghi distanti: la somma degli avvistamenti non corrisponde ad altrettanti lupi, ma al percorso di uno solo in uscita dal Grappa, afferma Fabio Dartora, consulente per la prevenzione di danni da fauna. Sul Grappa vive la famiglia di Ivana e Sirio, due esemplari radiocontrollati ed è la stessa Ivana che ha fatto la sua apparizione in terra trevigiana lasciando una scia di orme e timori. Si sa che Luna, discendente di Ivana, si è avventurata lungo il corridoio del Piave, ha lasciato segni di presenza a Onigo, a Falzè, all’Isola dei Morti e in numero maggiore alle Grave di Ciano. Dopo l’esplorazione e il dietro front sulla montagna, ha messo al mondo tre cuccioli.

Difficile stabilire il numero di lupi presenti in una zona perché le covate crescono e i giovani, appena possibile, si cercano un proprio territorio non lontano da quello della famiglia di origine. L’accoppiamento avviene una volta all’anno, la gestazione dura dai 60 ai 67 giorni e il lieto evento si realizza intorno a maggio in una tana scavata in luogo ben nascosto. All’interno di una famiglia, un solo maschio e una sola femmina hanno la possibilità di riprodursi.

Si nutrono di selvaggina, ma quando questa viene a scarseggiare, è la fame a dettar legge spingendoli nei casolari, negli ovili, nei pollai. Non attaccano l’uomo. In un anno si registrano 70.000 aggressioni di cani con 25.000 decessi: il lupo ne esce innocente, perché non ci considera una preda. Urge revisione di fiabe e modi di dire e così avremo il lupo con gli stivali e, con tante scuse a Esopo, Fedro e La Fontaine, la favola il lupo e l’agnello cambierà finale. Con un sorriso, il pensiero torna alla nostra collina che, già attrezzata di prede, potrà sorprenderci con quell’ululato che tanto ci piace ascoltare nei film. E magari, a ruota, anche quello di un cucciolo. Ogni lupo ha la propria voce riconosciuta dal branco che risponde.

Oltre a Fabio Dartora, sono intervenuti Carmelo Motta, delegato regionale Wwf e Fausto Pozzobon di Piavenire.

Jessica Peruzzo ha presentato il suo libro-ricerca e ha fornito alcuni numeri: in Veneto ci sarebbero dai 100 ai 200 lupi, nell’arco alpino 946 (102 branchi) e in Italia 3.300 unità. 

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