Elezioni provinciali. Bui: "Presidenti e sindaci diventino commissari straordinari"
A Padova si è andati al rinnovo biennale del consiglio. Fino a giugno 2022 resterà in carica il presidente Fabio Bui, che decadrà non appena non sarà più sindaco di Loreggia

Le Province venete hanno appena aggiornato i loro organismi. La Provincia è un organo di secondo livello e i consigli e i presidenti non sono più eletti direttamente dai cittadini, ma dai consiglieri comunali in carica.
A Padova si è andati al rinnovo biennale del consiglio, hanno votato 963 consiglieri con un’affluenza del 69 per cento, 1 seggio è andato all’Udc, 2 seggi a Forza Italia, 5 seggi alla Lega, 5 seggi al Pd e 3 a Fratelli d’Italia. Fino a giugno 2022 resterà in carica il presidente Fabio Bui, che decadrà non appena non sarà più sindaco di Loreggia.
“Ci troviamo a subire le conseguenze di una legge nata male e applicata ancora peggio - commenta Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova e sindaco di Loreggia fino al prossimo anno -. Improvvisamente si è tolto un ente di coordinamento per gli interventi sul territorio, senza prevedere un’alternativa. A Padova la Provincia è passata da 530 dipendenti a 230. Ora, con il Pnrr, c’è una esigenza di programmazione per area vasta e ci troviamo senza i mezzi e uomini necessari. In questa situazione, credo sarà impossibile portare a termine i progetti per il 2026 come previsto dalle regole europee, perdendo così i fondi”.
Un’altra grande criticità è rappresentata dalla burocrazia che ha dei tempi incomprimibili: “L’unica soluzione credo sia il «metodo ponte di Genova» ovvero trasformare i presidenti di Provincia e sindaci commissari straordinari. Non ci deve essere l’alibi della burocrazia. Non sto dicendo di togliere i controlli, dico semplicemente: diamo la responsabilità a sindaci e presidenti, che come commissari potranno superare i quattro ordini di progettazione e districarsi in appalti complessi di livello europeo”.
Un altro tema emerso con il Pnrr è quello della programmazione territoriale. “Dobbiamo avere una visione complessiva, sindaci e presidenti di Provincia devono decidere come vogliono il loro territorio per il futuro - prosegue Bui -. Dove mettiamo le aree industriali? Non più una per ogni Comune, ma aree limitrofe, a cavallo dei territori comunali, che concentrino le attività dell’intera area e lì fare arrivare le strade, là far arrivare la banda larga. Oggi impieghiamo dieci secondi a fare un pezzo o un oggetto e poi ci vogliono ore per arrivare al casello delle autostrade e dirigersi nei Paesi europei”.
Qui Bui torna su un tema che gli è caro e su cui insiste da più di un anno: “La viabilità nord sud, la viabilità tra la Castellana di Treviso e l’alta Padovana, una zona che ha il pil più alto d’Europa e che si ritrova con un’arteria viaria, la 308, la «nuova» strada del Santo, ridotta a un budello, su cui le auto e i camion viaggiano durante il giorno come lumache”.
Conclude il presidente: “Ora che è operativa la Superstrada pedemontana del Veneto, da una parte dobbiamo avere un collegamento serio che passi per Castelfranco e rinnovi e allarghi la 308 e dall’altra serve che la Valsugana divenga tutta strada statale e arrivi come tale fino a Padova. Sarebbe drammatico se la Regione Veneto non desse attuazione a queste proposte”.
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