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Emergenza profughi, in centinaia a Treviso. E' scontro tra Zaia e Manildo

L'arrivo di centinaia di profughi e la precaria sistemazione alle caserme Salsa, apparsa fin da subito inadeguata, scatenano una pioggia di polemiche nel mondo politico e sindacale. Come successo altre volte, difetta però la parte propositiva.

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Emergenza profughi, in centinaia a Treviso. E' scontro tra Zaia e Manildo

L'arrivo di centinaia di profughi e la precaria sistemazione alle caserme Salsa, apparsa fin da subito inadeguata, scatenano una pioggia di polemiche nel mondo politico e sindacale. Come successo altre volte, difetta però la parte propositiva. Ecco alcune delle reazioni.

Zaia chiede un vertice urgente al prefetto di Venezia

Con una lettera al Prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha chiesto formalmente, "in relazione allo straordinario afflusso di cittadini stranieri" la convocazione di "un vertice urgente per fare il punto della situazione a livello regionale sullo stato d'accoglienza degli immigrati e sui reali livelli di presenza in ambito territoriale".

Nella missiva, il Governatore scrive tra l’altro. “ribadendo la mia ferma e totale contrarietà ai modi e ai tempi di gestione di tale emergenza sia a livello nazionale che a livello locale, urge comunque avere esatta contezza di quanto sta accadendo sul territorio dell’intera Regione, con riferimento agli immigrati già accolti dalle varie comunità locali, dagli operatori del privato sociale o da singoli cittadini, e con riferimento anche a quelli che in queste ore si sta programmando di allocare secondo modalità non del tutto convenzionali e sui quali occorre fare chiarezza, a causa dei numeri assunti da fenomeno migratorio che è in atto”.

Sempre Zaia informa: “La Caserma Tommaso Salsa di Treviso, dove si stanno ospitando immigrati extracomunitari, non è in possesso delle caratteristiche minime igienico sanitarie per essere utilizzata e “non rispetta gli standard regionali di accoglienza previsti”. E’ questo l’esito di una delle ispezioni disposte fin da ieri sera dal Presidente della Regione Veneto, ed effettuata dai tecnici e dai sanitari del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 9.

“Quella struttura – dice il Presidente – è risultata insalubre e priva di molti dei requisiti minimi richiesti. Quanto prima invieremo la relativa documentazione al Sindaco di Treviso, nella sua veste di autorità sanitaria locale”.

“E’ dall’agosto 2014 – prosegue Zaia – che sosteniamo che le Caserme dismesse sono assolutamente inadatte a questo utilizzo. Ne avevamo verificate già cinque, ipotizzate allora dal Governo e tutte erano risultate vere e proprie discariche a cielo aperto. Nel caso della Salsa sono risultati mancanti molti degli gli standard igienico sanitari previsti dal Protocollo Operativo per il Controllo delle Malattie Infettive e la Profilassi Immunitaria in Relazione all’Afflusso di Immigrati entrato in vigore in Veneto il 2 ottobre 2014”.

 Tra i requisiti minimi indicati dal Protocollo ci sono: la disponibilità di camere e posti letto con misure di 8 metri quadri per un letto e 14 metri quadri per 2 letti; la presenza di un WC ogni 8 letti, di un lavabo ogni 6 letti, di una doccia ogni 12 letti; di un refettorio con una disponibilità minima di 1,5 metri quadri per persona. I sanitari dell’Ulss 9, sulla base di questo Protocollo, hanno eseguito e stanno eseguendo le visite mediche previste ad ognuno degli immigrati presenti.

Manildo alla Salsa: "Quanto visto è inaccettabile. Lo sgombero? Inutile che Zaia lo chieda a me"
"Questo pomeriggio sono stato alla caserma Salsa per verificare di persona la situazione - dichiara il sindaco di Treviso Giovanni Manildo. E quanto ho visto è inaccettabile.  Questo è il frutto di politiche sbagliate a più livelli, del completo disinteressamento da parte del governatore Zaia che manca nel suo ruolo di regista che invece dovrebbe svolgere anche a partire dalla convenzione stato regioni siglata proprio dal governatore. Forse dimentica di essere stato insieme a Maroni il fautore delle quote di assegnazione dei migranti alle Regioni.  Nel corso della mia visita questo pomeriggio nel quartiere ho anche rassicurato i cittadini sul fatto che questo non può essere neppure temporaneamente un centro di accoglienza perché totalmente inadeguato. Lo sgombero? sicuramente i profughi lì non lo abbiamo messi noi quindi è inutile che Zaia lo chieda a me. Lo avvi lui stesso visto che spetta alla sanità regionale accertare il rischio di un'emergenza di igiene pubblica che qualora dovesse verificarsi andrebbe oltre il territorio comunale oppure lo chieda al prefetto che ha scelto come soluzione la caserma demaniale dello stato pur sapendo che si tratta di un edificio privo di agibilitàè e quindi assumendosi la responabilità anche giuridica di questa scelta. Di questo parlerò con il Prefetto nell'incontro fissato proprio per questa sera".

Rubinato: "Rischio tensioni, il Governo intervenga"

“Siamo di fronte ad un’emergenza epocale che non può essere scaricata sui territori ma va affrontata con una precisa strategia del Governo e dell’Unione Europea. Perché la situazione, a partire dalla provincia di Treviso, è vicina al collasso e il rischio di tensioni sociali è dietro l’angolo. L’emergenza umanitaria si affronta con interventi urgenti, concordati con le istituzioni del territorio, ma sono necessarie azioni concrete che solo il Governo ha il potere di predisporre. Non possiamo lasciare questi disperati per strada come è accaduto in queste ultime ore: l’accoglienza dei migranti deve avvenire senza compromettere la sicurezza dei nostri cittadini, a partire da quella igienico-sanitaria”. Simonetta Rubinato, deputata del Pd, condivide la necessità di avviare un coordinamento regionale e spera che il vertice richiesto dal governatore Luca Zaia al prefetto di Venezia Cuttaia possa servire a fare il punto della situazione e a condividere le modalità di accoglienza dei profughi, coniugando le esigenze di solidarietà a quelle di responsabilità.

“Se non ci sono alloggi disponibili, Governo e il ministro della Difesa – suggerisce – mettano a disposizione le caserme ancora in parte utilizzate dai militari. Quelle dismesse come la Salsa di Treviso sono assolutamente inadeguate. E sempre il Governo, con il ministero della Giustizia, intervenga con misure concrete per dimezzare i tempi di verifica dei requisiti per lo status di profugo di chi è già nel nostro territorio, poiché solo così si può far luogo al ricambio con nuovi ingressi evitando tensioni sociali”.

“Infine Zaia colga l'occasione, d'intesa con i sindaci, per ottenere l'apertura immediata di un tavolo di confronto per un negoziato più ampio con il Governo per ottenere risorse adeguate ai bisogni sociali dei nostri concittadini in difficoltà, considerato che il Veneto ha in rapporto la spesa pubblica più bassa nonostante sia tra i primi tre contributori fiscali del Paese. Serve quindi che una parte più equa delle risorse da noi prodotte rimanga sul territorio” conclude Simonetta Rubinato.

Siulp:"Contrari a tempi e modi"

Interviene anche il segretario provinciale del Siulp (sindacato di Polizia) di Treviso, Mara Maggiolo: "Pur ritenendo prioritaria la salvaguardia della vita umana e la dignità di queste persone, costrette nella maggior parte dei casi a fuggire dai loro paesi, il Siulp Treviso ribadisce la sua ferma contrarietà ai modi e ai tempi di gestione di tale emergenza. La dislocazione all’interno di una struttura che fino ad oggi è stata dichiarata non agibile ci preoccupa molto per la salute dei poliziotti che potrebbero essere chiamati ad operarvi, soprattutto se tale decisione, da un contesto emergenziale dovesse assumere un rilievo di non  provvisorietà. Qualora fossimo chiamati ad operare all’interno della caserma Salsa per adempiere alle nostre funzioni istituzionali, è più che opportuno che ci venga assicurato che le misure generali di tutela della salute e della sicurezza degli operatori di polizia su quel posto di lavoro siano garantite. Ricordiamo che qualche anno fa la Questura non è stata allocata nella caserma Salsa perché ritenuta inadeguata strutturalmente: oggi più che mai va chiarita l’idoneità di quel luogo, non solo per gli ospiti, ma anche per tutti gli operatori chiamati a concorrere nella gestione dei profughi.  

Fonte: Comunicato stampa
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