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Expo: la carta di Milano per lottare contro gli sprechi

Un evento mondiale che ha il merito di aver acceso i riflettori su temi essenziali per il futuro di tutti: l’accesso al cibo, la sicurezza alimentare ed ambientale. Ne parliamo con Riccardo Valentini, redattore della Carta di Milano.

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Expo: la carta di Milano per lottare contro gli sprechi

Un evento mondiale che ha il merito di aver acceso i riflettori su temi essenziali per il futuro di tutti: l’accesso al cibo, la sicurezza alimentare ed ambientale, il ruolo dell’agricoltura e dei cambiamenti climatici, il diritto a vivere con dignità. Con 850 milioni di sottonutriti e 500 milioni che soffrono di obesità, Expo sta diventando un’occasione irripetibile per accendere i riflettori su grandi paradossi e mobilitare coscienze ed energie nell’impegno per un pianeta più giusto ed equilibrato. Dove i vantaggi ci sono per tutti, se assicuriamo all’umanità una alimentazione sana, buona, sufficiente e sostenibile. E sarà la prima volta che, a evento concluso, un’Expo lascerà in eredità un manifesto di impegni e priorità “frutto di un percorso condiviso e partecipato sul tema dell’Expo stesso”: la Carta di Milano. Da un paio di anni ci sta lavorando un gruppo di docenti e ricercatori, nel tentativo di produrre un documento che impegni i governi ad un’assunzione di responsabilità nella battaglia per il diritto al cibo e contro le diseguaglianze e gli sprechi alimentari, indicando contestualmente le priorità per raggiungere gli obiettivi. Ne parliamo con Riccardo Valentini, redattore della Carta di Milano, anticipando alcune riflessioni che proporrà anche all’incontro con le Acli di Treviso il 9 maggio, ore 10 a Treviso, nella sala riunioni di Banca Etica, via IV novembre 71.
Quali sono nel dettaglio i contenuti della Carta di Milano?
La Carta contiene 19 punti di azione che possiamo raggruppare in 4 temi fondamentali: accesso al cibo e riduzione delle diseguaglianze sociali, inclusa la speculazione finanziaria; difesa della terra e della biodiversità; lotta allo spreco alimentare; educazione alimentare a tutti i livelli.
Quali sono gli obiettivi del documento che dovrebbe essere firmato dai governi?
La Carta di Milano, presentata il 7 febbraio scorso, è la naturale evoluzione del protocollo, promosso dalla fondazione Barilla Center for Food and Nutrition e frutto della sinergia tra società civile e comunità scientifica. Promuovendo la Carta di Milano il governo italiano fa propria la sfida di un sistema alimentare globale sostenibile attraverso azioni mirate a combattere lo spreco di cibo, favorire l’agricoltura sostenibile e contrastare fame e obesità. Un risultato importante per chi, come noi scienziati e la fondazione Barilla, ha lavorato per costruire il percorso. Il protocollo ha posto obiettivi concreti: abbattimento del 50% entro il 2020 della cifra pari a 1.3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato nel mondo; attuazione di riforme agrarie e lotta alla speculazione finanziaria, promuovendo un’agricoltura più sostenibile, ponendo limitazioni nei confronti di chi scommette sul prezzo delle materie prime e dell’utilizzo della terra per biocarburanti a base alimentare; lotta alla fame e all’obesità.
Come facciamo a credere che non resteranno solo parole?
Questa è la prima volta che una Carta, che si tradurrà in un trattato, viene proposta dal basso, ovvero dalla società civile. Per fare un esempio, il protocollo di Kyoto è stato un accordo tra governi che non ha funzionato, forse anche perché i cittadini non hanno avuto un ruolo da protagonisti. Penso e spero che questa nuova modalità possa indurre i governi ad essere più responsabili.
Venerdì Expo è partito: qual è il suo giudizio su queste prime giornate?
Vorrei pensare positivo per il Paese ed il Pianeta. Allo stesso modo sono preoccupato però che questi 6 mesi non siano soltanto un grande spettacolo del cibo, ma che rappresentino un vero e proprio giro di boa per il sistema alimentare globale. Questo dipende da tutti noi, dalle istituzioni, dal mondo imprenditoriale e dai singoli cittadini che devono far sentire la propria voce e far rivivere Expo 2015 non solo a Milano ma anche in tutti i territori italiani mediante progetti e azioni concrete per dare un contributo ai problemi del sistema alimentare.
Si può sperare che Expo sia dunque reale propulsore di cambiamento?
Occorre lavorare tutti affinché dalla speranza si passi alla certezza in breve tempo. Expo è arrivato e non possiamo assolutamente permetterci di perdere questo treno decisivo. Decisivo per l’Italia, decisivo per l’intero Pianeta. A tal proposito, oltre ad una carta di intenti, sarebbe auspicabile un meccanismo che permetta ai governi e ai sistemi di produzione, trasformazione e commercializzazione della filiera agroalimentare il raggiungimento di risultati dichiarati in modo esplicito e trasparente. Un esempio potrebbe essere rappresentato dai rapporti Ocse dove ogni singolo paese è tenuto a comunicare le finalità che si intendono raggiungere e gli obiettivi realizzati. Gli obiettivi devono essere monitorati e giudicati da tutta la società civile. La Carta di Milano è oggi un’occasione unica ed irripetibile da cui deve nascere un impegno concreto sulla sostenibilità del sistema agroalimentare.

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