Fondazione Zanetti e il progetto a Kiev

I carri armati russi stanno accerchiando la capitale Kiev. Per questo l’associazione Soleterre ha evacuato d’urgenza 18 bambini oncomalati gravi con le loro famiglie dai due ospedali di Kiev - rispettivamente dall’istituto del cancro e dall’istituto di neurochirurgia di Kiev- e dalla struttura di accoglienza, la “Dacha del sorriso”.

Mercoledì mattina sono arrivati in sicurezza in Polonia, via Leopoli, dove continueranno le cure. Legata a questa associazione e all’associazione gemella fondazione Zaporuka, è la fondazione Zanetti, molto preoccupata per le notizie che arrivano dai propri referenti nel posto. “Già da qualche giorno - ci dice Alessandra Fermi -, i bambini erano stati trasferiti nei sotterranei dell’ospedale di Kiev, gli interventi erano stati sospesi perché i medici in quella situazione non se la sentivano di operare, erano proseguite le vitali chemioterapie. Noi abbiamo questo progetto dal 2012, quando abbiamo conosciuto questa realtà grazie ai volontari di Giocare in corsia, collegati con la clownterapia a Kiev. Da allora abbiamo sostenuto a volte il servizio di psicologia per questi piccoli pazienti, altre volte, come nell’ultimo periodo, la fisioterapia, necessaria dopo interventi per tumori solidi. In questo momento, anche noi abbiamo sospeso l’invio di denaro, impossibile farlo in queste condizioni”.

L’istituto per il cancro di Kiev è il più importante del Paese e lì giungono bambini con le loro famiglie da tutto il territorio ucraino. Solo un 30% delle spese per le operazioni viene pagato dallo Stato, il resto è a carico delle famiglie, spesso anche il materiale di consumo come siringhe, boccette, garze, necessarie per la chemioterapia.