Il progetto di Cai e Ulss 2: La montagna di tutti
Le escursioni e le settimane residenziali dedicate a persone con disabilità, per promuovere inclusione, incontro, scambio reciproco e autonomia, ognuno alla scoperta delle proprie capacità

Sviluppare interesse verso l’ambiente naturale, migliorare la fiducia in se stessi, scoprire le proprie potenzialità fisiche, potenziare le capacità di relazione, l’autonomia personale e l’integrazione. Questi sono alcuni degli obiettivi del progetto “La montagna di tutti” sviluppato dall’Ulss 2 in collaborazione con la sezione trevigiana del Club alpino italiano (Cai) a favore delle persone con disabilità.
Così, a partire dal 2015, il Cai e l’azienda sanitaria organizzano, grazie a una convenzione, escursioni in montagna adatte a tutti e indirizzate alle persone che frequentano Centri diurni, Comunità alloggio, Servizi di integrazione sociale (Sis), Centri di salute mentale e Servizi per le dipendenze. Le attività sono pensate con diversi livelli di difficoltà in base ai partecipanti e prevedono passeggiate estive e invernali, pernottamenti in rifugio, settimane residenziali che alternano le camminate con momenti di socialità e altri dedicati alla storia e all’approfondimento della conoscenza del territorio. I partecipanti alle varie attività sono cresciuti negli anni, fino ad arrivare a quasi 130 nelle 25 uscite del 2019. Sono accompagnati da operatori ed educatori dell’Ulss, nonché dai volontari del Cai che, coordinati da Renzo Bellato, offrono il loro servizio gratuitamente e compiono sopralluoghi per studiare la difficoltà dei percorsi e verificare la presenza di punti di appoggio a cui rivolgersi in caso di difficoltà.
Come tanti altri progetti di questo tipo, anche questo ha subito la battuta d’arresto dovuta alla pandemia, ma già quest’estate le attività sono riprese a pieno ritmo con un soggiorno di una settimana a Laggio di Cadore, in agosto, e tre escursioni giornaliere. Al soggiorno hanno partecipato 15 utenti Sis, che durante l’anno lavorano e hanno una buona autonomia, mentre alle uscite svolte fino a ottobre di quest’anno hanno partecipato 40 persone, accompagnate da 16 volontari del Cai.
Lunedì 25 ottobre in un incontro aperto ai referenti Ulss, ai volontari del Cai e alle persone con disabilità che fanno parte del gruppo “La montagna di tutti” è stato fatto il punto sulla situazione, sono state presentate le attività finora svolte e sono state poste le basi per rilanciare un accordo programmatico sempre più attento alla sicurezza dei partecipanti. Si punta alla formazione e all’autonomia, affinché tutti possano arrivare al momento dell’uscita consapevoli dei rischi della montagna e con un’attrezzatura adeguata al percorso che si seguirà.
A raccontare l’esperienza estiva sono state le foto e i video presentati durante l’incontro, dai quali è apparsa chiaramente l’importanza di questo progetto per favorire le relazioni interpersonali e far emergere le qualità di ognuno. Non solo le fatiche della montagna insomma, ma anche momenti conviviali fatti di Karaoke, ballo e anche di riunioni, tutti insieme, per decidere le attività e discutere i problemi.
“Mi sono divertito, ho scherzato, ho cantato, ho aiutato un amico, ho approfondito un’amicizia. L’amicizia serve a rincuorare gli amici in difficoltà” ha raccontato uno dei partecipanti. “Mi sono divertita a camminare con i bastoncini, quando torno a casa devo far vedere i miei progressi, ho fatto fatica ma mi è piaciuto. Mi sento sorretta se qualcuno va piano con me”. “Ho notato il rispetto e lo scambio di saluti fra sconosciuti che si incontrano sui sentieri”, fa eco un altro notando il calore e la solidarietà che si incontrano fra i sentieri di montagna. “Mi è piaciuto tutto... ma anche il bar e poi cantare!” conclude nella maniera più significativa un altro, sottolineando appunto la fondamentale importanza di un’esperienza di vita autonoma e sociale.
“La natura ci riporta al bello - ha chiarito Emanuele Della Libera, assistente sociale coordinatore dell’Unità operativa disabilità e non autosufficienza del distretto Treviso Nord - e ci dà l’opportunità di promuovere l’inclusione e l’incontro, una strada a due sensi che lascia qualcosa a ognuno dei partecipanti e inoltre favorisce le esperienze di autonomia, alla scoperta delle proprie capacità”.
“Si tratta di un percorso lungo, cresciuto negli anni - ha commentato Marina Zorzi, direttrice del settore disabilità e non autosufficienza del distretto di Treviso dell’Ulss 2 -. Oggi siamo qui anche per costruire un progetto sempre più strutturato, che affronti le complessità, che pur ci sono, in maniera seria, e per pensare a un calendario annuale degli appuntamenti”. La presidente del Club alpino trevigiano Monica Tasca ha concluso l’incontro ribadendo la fondamentale necessità di lavorare in sinergia tra diverse realtà per fare un buon lavoro.
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