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Il selfie del rifugiato "trevigiano" con papa Francesco

“Do il benvenuto ai migranti, richiedenti asilo e rifugiati che, assieme agli operatori della Caritas Italiana e di altre organizzazioni cattoliche, sono segno di una Chiesa che cerca di essere aperta, inclusiva e accogliente”, l’omaggio di Francesco, che ha fatto un foto con Sarjo, giovane del Gambia ospite a Treviso. Durante l’udienza di oggi, alla presenza di una nutrita delegazione della Caritas tarvisina e di richiedenti asilo che vivono nella Marca, è stato presentato il progetto “Share the journey - Condividiamo il viaggio” di Caritas Internationalis, per promuovere la cultura dell’incontro.

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Il selfie del rifugiato "trevigiano" con papa Francesco

“Sono lieto di accogliere i rappresentanti della Caritas, qui convenuti per dare inizio ufficiale alla campagna «Condividiamo il viaggio»  – bel nome quello della vostra campagna: condividere il viaggio –, che ho voluto far coincidere con questa udienza”. È il saluto del Papa, subito dopo la catechesi dell’udienza generale di mercoledì scorso, a piazza San Pietro, prima di cominciare i saluti nelle varie lingue. “Do il benvenuto ai migranti, richiedenti asilo e rifugiati che, assieme agli operatori della Caritas Italiana e di altre organizzazioni cattoliche, sono segno di una Chiesa che cerca di essere aperta, inclusiva e accogliente”, l’omaggio di Francesco: “Grazie a tutti voi per il vostro instancabile servizio”. “Voi avete già fatto l’applauso – ha proseguito Francesco rivolgendosi a braccio ai ventimila fedeli presenti in piazza San Pietro -. Ma loro meritano veramente tutti un grande applauso, da tutti!”.
Caritas Tarvisina era presente in piazza San Pietro insieme ad alcuni volontari delle parrocchie, famiglie e ai rifugiati che sono stati accolti nell’ambito del progetto “Rifugiato a casa mia” e insieme a mons. Mario Salviato, vicario per il coordinamento della Pastorale, per sottolineare come l’impegno verso i fratelli migranti è una scelta fortemente voluta dalla Diocesi di Treviso.
“Con il vostro impegno quotidiano, voi ci ricordate che Cristo stesso ci chiede di accogliere i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati con le braccia ben aperte”, le parole di Francesco: “Proprio così, con le braccia ben aperte!”, ha proseguito facendo lui stesso il gesto. “Quando le braccia sono aperte – ha detto il Papa – sono pronte a un abbraccio sincero, affettuoso e avvolgente, un po’ come questo colonnato di piazza San Pietro, che rappresenta la Chiesa madre che abbraccia tutti nella condivisione del viaggio comune”.
Il Santo Padre ha presentato la campagna mondiale “Share the journey - Condividiamo il viaggio” di Caritas Internationalis, con l’obiettivo di promuovere la cultura dell’incontro sia nelle comunità di origine dei migranti, sia in quelle in cui transitano o in cui scelgono di restare.
Il cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis, invita “parrocchie, organizzazioni diocesane e nazionali ad unirsi a papa Francesco in questo stesso giorno nel lancio della campagna globale nei vostri Paesi” attraverso la quale “speriamo di dissipare la paura e di capire perché così tante persone stanno lasciando le loro case in questo momento storico. Vogliamo stimolare le comunità a costruire relazioni con rifugiati e migranti. Vogliamo accendere una luce e illuminare la strada. La migrazione è una storia molto antica, ma la nostra campagna mira ad aiutare le comunità a vederla con occhi nuovi e un cuore aperto”.
“Una delle domande più importanti - sottolineano dalla Caritas tarvisina - che possiamo porci come individui, comunità e Paesi in questo tempo fatto di movimenti di massa delle persone e di dubbio globale è: “Permetto alla paura di prevalere nel mio cuore o alla speranza di regnare”? Attraverso “Share the journey” speriamo di dissipare la paura e di capire perché così tante persone stanno lasciando le loro case in questo momento storico. Vogliamo anche stimolare le comunità a costruire relazioni con rifugiati e migranti. Vogliamo accendere una luce e illuminare la strada. Crediamo che il lancio della campagna a livello mondiale possa essere un segno che si traduce nella quotidianità delle nostre comunità ad interrogarsi e aprirsi all’accoglienza”.
Mercoledì 27 settembre oltre a lanciare la Campagna, papa Francesco ha incontrato tutte le Caritas diocesane impegnate nell’accoglienza “Rifugiato a casa mia”, operatori, famiglie, volontari delle parrocchie e beneficiari del progetto. Questo appuntamento è fissato a due anni dall’appello del 6 settembre 2015 in cui il Santo Padre invitava le parrocchie e le famiglie di tutta Italia ad esprimere la concretezza del Vangelo, aprendo le porte della propria casa e della propria comunità.
Anche la nostra Diocesi ha accolto questo appello e, tramite Caritas tarvisina, 15 famiglie, 10 parrocchie e 3 istituti religiosi hanno aderito al progetto, permettendo a 56 migranti di vivere un’esperienza di solidarietà e condivisione. Grande la gioia dei trevigiani presenti in piazza mercoledì scorso, a cominciare da Sarjo, che ha incontrato il Papa e si è fatto un selfie con lui: “Sarjo è un ragazzo del Gambia che ha partecipato al progetto Rifugiato a casa mia di Caritas Tarvisina - spiega Erika Della Bella, responsabile del progetto -. Mercoledì, insieme ad altri 13 migranti, ha avuto la possibilità di incontrare papa Francesco di persona, chiedendogli addirittura di farsi un selfie insieme. Il messaggio del Papa durante l’udienza ha posto l’accento sulla speranza che si accompagna alla cultura dell’accoglienza, ringraziando quanti, fino ad oggi, hanno fatto questa scelta”.
“Noi di Caritas - aggiunge Erika - ci auguriamo che l’entusiasmo delle famiglie di «Rifugiato a casa mia», che erano insieme a noi a Roma oggi, possa diventare esempio e stimolo affinché sempre più persone decidano di aprire le porte della propria casa e del proprio cuore”.

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