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In Veneto si pedala!

È di 500 imprese, in Veneto, la forza della cosiddetta “Bike economy”. E la nostra è la regione con il maggior numero di cicloturisti

Parole chiave: veneto (565), bicicletta (50), economia (183), cicloturismo (17), artigianato (26)
In Veneto si pedala!

Da dove nasce la passione per la bicicletta dei veneti? Dai grandi campioni, come Argentin, Zandegù, Bottecchia, Bevilacqua, oppure da una pratica quotidiana che da fine Ottocento e poi lungo il Novecento portava fiumi di operai verso le grandi manifatture vicentine o veronesi, e, nei decenni successivi, lungo il Brenta verso le fabbriche di Porto Marghera? Un’immagine è rimasta nel cuore dei veneti e in particolare dei trevigiani, quella di Tina Anselmi, staffetta partigiana, giovanissima, in bicicletta, tra le linee tedesche. Ma poi c’è la bicicletta della fabbrica Pinarello, oppure la Bottecchia. Infine, un territorio con saliscendi, vette e lunghe discese fino al mare, che permette di godere paesaggi unici in sella alla bicicletta.
Qui in settimana è arrivato il Giro d’Italia. Con una carovana carica di biciclette, campioni, di sponsor e di prodotti da promuovere.

Grande giro d’affari
Si stima che ogni tappa valga un giro d’affari di mezzo milione di euro. Ma il Veneto fa affari con le due ruote tutto l’anno: con la costruzione, la riparazione e il noleggio. L’industria e l’artigianato che girano attorno al mondo dei campioni, degli amatori, dei cicloturisti impiegano direttamente quasi 2 mila e cinquecento persone e si compongono di cinquecento imprese. Il 66,7 per cento delle imprese, 326, sono artigiane con 614 addetti. Le aziende venete della filiera sono soprattutto dedite alla riparazione, che conta 226 imprese e rappresenta il 46,2 per cento del settore, quota che sale al 62,6 per cento nell’artigianato, in cui se ne contano 204.

Meglio di francesi e tedeschi
I dati sono stati raccolti dall’Ufficio Studi di Confartigianato del Veneto. Quello che colpisce è che l’Italia surclassa Germania e Francia, in questo settore. Rispetto ai tedeschi, abbiamo messo a segno un 5 per cento in più nel settore, i transalpini invece sono affondati del 21 per cento. Fare biclette, ripararle, è un’arte, anche ora che tutto è computerizzato e le chiavi misurano il newton per metro, per non spaccare dadi e viti, l’orecchio e la sensibilità del meccanico dicono l’ultima parola.
Rispetto agli anni pre-Covid, in particolare il 2019, la crescita del settore della bicicletta in Italia è del 10 per cento. Nel 2022, poi, l’export è stato micidiale, raggiungendo il miliardo e 149 milioni di euro; in maggioranza si tratta di componentistica, 606 milioni, il resto, 543 milioni, sono biciclette complete. Imponente la crescita delle biciclette elettriche assemblate in Italia, 192 milioni di euro contro i 351 milioni per le biciclette “muscolari”.

Accoppiata bici territorio
Per Il Veneto, però, non si tratta solo di meccanica, meglio di elettromeccanica, ma come ben comprende Roberto Boschetto, presidente Confartigianato Imprese Veneto, è vincente l’accoppiata bici territorio. Dichiara infatti: “Esiste una stretta correlazione tra specializzazione nella filiera della bicicletta ed elevata turisticità. L’uso della bicicletta ben si coniuga al turismo”. In particolare, “il cicloturismo è in forte crescita e il Veneto si colloca al primo posto per flusso di cicloturisti (il 19 per cento sul totale cicloturisti in Italia). Rappresenta un importante volano di potenziale sviluppo in chiave turistica delle aree interne e quindi delle tipicità enogastronomiche e artigianali. Il cicloturista che viaggia su due ruote ricerca anche la scoperta di prelibatezze enogastronomiche e non rinuncia allo shopping, acquistando quindi anche artigianato locale, il ricordo della vacanza”.
La proporzionalità diretta tra pratica della bici e opportunità turistiche è confermata anche dal rapporto Isnart (Istituto nazionale per le ricerche turistiche) e Legambiente. “I dati del rapporto - ha detto Sebastiano Venneri, responsabile nazionale Legambiente Turismo - confermano la rivoluzione a pedali in atto in Italia. In molte aree del Paese il cicloturismo è già un’eccellenza dell’offerta turistica, anche se bisogna lavorare meglio sulla crescita culturale, sul consolidamento dell’offerta di servizi specifici e l’integrazione di nuove ciclovie nei sistemi di offerta locali del turismo. Si sta delineando una «via italiana» al cicloturismo, che è la risposta originale del nostro Paese alla domanda mondiale di vacanze a pedali”. Secondo il rapporto metà dei cicloturisti passano per Veneto (19 per cento), Trentino-Alto Adige (16,5) e Toscana (11,4).
Nel Veneto la competizione tra produttori e addetti del settore è forte e si sviluppa sull’asse della qualità. Con 98 imprese la Marca trevigiana, 72 sono artigiane, colloca Treviso al 20° posto in Italia per percentuale dell’artigianato, sul totale della filiera. Meglio fa Padova, al nono posto. Seguono Vicenza (32° posto), Verona (42°), Belluno (50°) e Venezia (68°). A ben guardare, però, Treviso è leader nella riparazione con il 53,1 per cento sul totale della filiera, mentre Venezia stacca tutti nel settore del noleggio, con il 36 per cento. Che il Veneto sia terra accogliente rispetto a chi vuole praticare la bicicletta, è confermato dal dato sui ripartitori: 226 imprese, che rappresentano il 46,2 per cento del settore, quota che sale al 62,6 per cento nell’artigianato, in cui se ne contano 204.

Un’economia da sostenere
Questa economia della bicicletta va certamente sostenuta sia con percorsi cicloturistici, che con percorsi casa lavoro sempre più sicuri. La Regione Veneto ha presentato un piano per realizzare un sistema di ciclovie regionali di media/lunga distanza (tra i 100 e i 150 chilometri) capaci di stabilire collegamenti a più scale e integrato con gli altri sistemi di mobilità (ferro, acqua, gomma). Se tutto il Piano fosse realizzato, supererebbe i 600 milioni di euro, fondi che mai in passato sono stati disponibili. La decisione definitiva nel merito non è ancora stata presa, i tracciati sono un indirizzo, non pongono vincoli né salvaguardia urbanistica nel territorio. Dopo il Giro d’Italia, si aspetta che anche i finanziamenti infrastrutturali per le ciclovie venete “passino” per la Giunta regionale del Veneto.

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