Nella scuola italiana classi sempre più vuote
La scuola italiana perde 100 mila studenti all'anno, a causa del calo demografico. A risentirne è tutto il territorio, compresa la nostra regione e la nostra provincia.

Una scuola sempre più piccola, quella italiana. Altro che classi pollaio, il futuro ci riserva le classi deserte. Basta spulciare il rapporto che ogni anno, a settembre, il Ministero dell’Istruzione pubblica. La prima emorragia è quella degli Istituti, nell’ultimo triennio siamo passati da 8.153 nel 2020, a 8.136 nel 2022. Nel 2015 erano 8.509. In Veneto siamo arretrati da 2.942 sedi scolastiche, nel 2015, a 2.874 nel 2022. Dieci istituti in Veneto sono sottodimensionati, ovvero hanno un numero di alunni non superiore alle 500 unità. In totale, in Italia, ci sono 153 Istituti scolastici sottodimensionati: questo dato, nel 2015, non era neppure preso in considerazione. Veniamo ai grandi numeri degli allievi: nel 2015, tra infanzia, primaria, secondaria di primo grado e secondaria, avevamo 7.862.022 studenti; nel 2020 7.507.484; nel 2021 7.407.312; nel 2022 7.286.151. Si arretra a colpi di 100 mila studenti in meno all’anno. Il Veneto, nel 2022, è sceso a 566.786 studenti contro i 606.903 del 2015.
Le scuole paritarie in Italia erano 13.498, nel 2015 ridotte a 12.096 nel 2021. Nel Veneto hanno sofferto molto, passando dalle 1.412 del 2015, anno già critico, alle 1.337 del 2021.
Rispetto alla caduta, si è cercato di compensare con il mantenimento delle classi, e pure dei posti dei docenti. Una scelta che dovrebbe rimanere fino al 2025, poi però si dovrà intervenire sugli organici, non tanto con licenziamenti, che non sono possibili, ma con una girandola di trasferimenti. Un fenomeno che avvenne subito dopo la riforma Gelmini, che aumentava il numero di alunni per classe, e che poi è rientrato, non tanto modificando il numero, ma con l’innovazione, introdotta dalle legge 107 “La buona scuola”, dei posti di potenziamento, ovvero docenti incaricati di specifiche funzioni all’interno dell’Istituto e non necessariamente collegati a una classe.
La Legge di bilancio del 2023 affida la responsabilità della determinazione del numero degli Istituti scolastici alle Regioni, che in base a un algoritmo si vedranno assegnare dallo Stato un certo numero di dirigenti scolastici. Ogni Regione dovrà farseli bastare, decidendo accorpamenti e conferme anche di piccole realtà, in particolare nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.
Nel Veneto qualcuno ipotizza accorpamenti per 30 istituti, ma è difficile dirlo oggi per il 2024-25, anno in cui scatterà il nuovo sistema. La Regione Veneto dovrà sentire i diversi attori, in primis i dirigenti scolastici, ovvero i presidi, i Comuni e le Province. Vittime di questi accorpamenti potrebbero essere le scuole primarie dei piccoli centri, le prime a subire l’impatto della denatalità, evidente fin dal 2008, e che oggi per la prima volta sta investendo anche le scuole superiori.
Il polo scolastico più consistente della provincia di Treviso, quello di Castelfranco Veneto, potrebbe veder ridotti i suoi otto istituti di scuola secondaria di secondo grado, incerta sembra la sorte di tre istituti: Galilei, Barsanti e Nightingale, che potrebbero subire degli accorpamenti. L’ipotesi che le Regioni potrebbero percorrere è quella di unificare i licei in un unico istituto (non più Classico e Scientifico da una parte, Scienze umane e Linguistico dall’altra, ma un unico liceo) per ogni cittadina di medie dimensioni, 30 mila abitanti. Stessa cosa accadrà per gli Istituti tecnici, con accorpamenti amministrativi, non necessariamente degli edifici.
Al tema della denatalità si somma drammaticamente quello della dispersione scolastica, dell’abbandono, oggi al 13 per cento in Italia. In Veneto nell’anno scolastico 2021/2022 c’è una percentuale di studenti che hanno interrotto la frequenza scolastica: si tratta dell’1,56 per cento della popolazione studentesca pari, in numero assoluto, a 3.187 studenti, in aumento rispetto all’1,02 per cento del 2020-21.
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