Praticare e predicare la fede
“Catholic Voices”, una organizzazione sorta nel 2010 nel Regno Unito e presente anche in Italia da due anni, è stata ospitata la scorsa settimana dal Centro della Famiglia della diocesi di Treviso.

Non basta credere, non basta praticare la fede, non basta predicarla: occorre predicarla bene, anche utilizzando stili e modalità che possano avvicinare con più facilità le grandi verità al cuore e alla mente delle persone. E occorre anche difenderla dagli attacchi e dall’ignoranza. E per questo occorre essere preparati. Su questo percorso è nato “Catholic Voices”, una organizzazione sorta nel 2010 nel Regno Unito e presente anche in Italia da due anni con lo scopo di “difendere la fede senza alzare la voce”, come recita lo slogan dell’organizzazione. Il Forum Regionale delle Famiglie ha deciso di offrire un percorso di formazione altamente qualificato, in particolare sui temi della famiglia e della cosiddetta teoria del gender, a un gruppo di persone delle diocesi venete per permettere ai partecipanti di interpretare in modo fecondo il loro ruolo di laici impegnati nella società, una società sempre più permeata dalla presenza dei media e dai loro effetti. L’iniziativa, guidata da Martina Pastorelli e Matteo M. Giordano, si è tenuta il 20 e il 21 maggio, ospitata dal Centro della Famiglia della diocesi di Treviso (nella foto, il gruppo di partecipanti alla “due giorni trevigiana”).
L’approccio di “Catholic Voices Italia” risente assolutamente dello stile fiducioso ed accogliente di papa Francesco. Il metodo, chiamato “reframing” nel linguaggio dei media, insegna a individuare in ogni critica mossa alla Chiesa, anche la più ostile, un’intenzione positiva, un valore che è spesso (anche se inconsciamente) cristiano; si riparte allora da questo terreno comune per riformulare l’argomento e far riflettere sulla posta in gioco. Si tratta di una rinnovata fiducia nell’uomo e nella donna che permette l’apertura a dialoghi e confronti generativi.
E’ un metodo che consente di uscire dalla logica del conflitto “da corrida” che dà il tono al dibattito pubblico moderno. Aiuta a mettere da parte aggressività e vittimismi, a fare appello alla ragione, al buon senso, al bene comune. A entrare in un rapporto prima di tutto umano con l’altro. Crea empatia, che è il presupposto di ogni dialogo. Si tratta di incontrare veramente e profondamente le persone piuttosto che scendere nell’agone della sfida ideologica. E di farlo anche utilizzando al meglio i mezzi di comunicazione moderni. “Ci siamo cimentati in video-interviste, in simulazioni di dibattiti pubblici, in workshop su stili comunicativi - spiega Adriano Bordignon, partecipe all’iniziativa e operatore pastorale della Diocesi di Treviso - e siamo molto felici di aver avuto questa occasione di crescita che ci aiuta a comunicare la bellezza del Vangelo anche in contesti assolutamente sfidanti. Da questo incontro, tra l’altro è scaturito anche il progetto di mettere in rete tutte le persone che in Italia si sono formate su questo tema. Lo scopo è di sostenersi, aggiornarsi, attivare gruppi di lavoro su nodi emergenti”. Per info: www.catholicvoicesitalia.it.
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