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Primarie del Partito democratico: la sorpresa Schlein

La nuova segretaria del Pd ha vinto a sorpresa le primarie del partito, anche in Veneto. Ma suscita le perplessità di molti cattolici e riformisti. Un suo sostenitore, il trevigiano Matteo Favero, prova a fugarle. 

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Primarie del Partito democratico: la sorpresa Schlein

Pochi lo avevano previsto. Invece, Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito democratico. Lo ha deciso il “popolo” delle primarie, che si è recato ai seggi allestiti dal partito in modo più massiccio del previsto (circa un milione e 100 mila elettori, comunque il minimo storico), smentendo l’esito della consultazione tra gli iscritti, che aveva premiato, invece, Stefano Bonaccini. Schlein ha stravinto nel nord, soprattutto nelle grandi città, ma anche nel nostro territorio, dove ha superato il 60 per cento. E’ la prima donna a guidare il Pd, ed è anche la più giovane segretaria nella storia del partito, oltre che quella più spostata a sinistra. Molte, sul suo nome, le perplessità degli elettori più moderati, e anche di non pochi cattolici. Sulla vittoria di Elly Schlein e su queste perplessità abbiamo intervistato Matteo Favero, trevigiano, responsabile Ambiente del Pd veneto.

A Treviso è stato tra i pochi a sostenere la Schlein? Pensava davvero che potesse vincere?

Sì, e lo ho fatto convintamente da subito perché i temi della sua mozione erano la migliore risposta alle questioni attuali in un tempo così complicato: la necessità di rigenerazione e di novità rispetto a un’offerta politica diversa che mette finalmente al primo posto diritti sociali e ambientali, lavoro, sicurezza, salute e attenzione agli ultimi. Ricordo che il Veneto è la regione del Nord ad aver triplicato le persone in povertà rispetto alle altre regioni del Settentrione. Si pensi poi alla questione ambientale, ma anche alla questione del Servizio sanitario pubblico in Veneto, purtroppo sempre più critica.

Quali, a suo avviso, i principali motivi della vittoria di Schlein?

Le primarie sono state una grande festa di democrazia. Sono tornati a votare tanti che si erano allontanati dal Pd e che ora ci chiedono di non disperdere la fiducia che ci hanno dato. Al mio seggio hanno votato ragazze e ragazzi del 2002 e del 2004… Elly Schlein ha poi vinto per un mix di elementi: chiarezza del messaggio - dobbiamo tornare ad occuparci di disuguaglianze, lavoro, clima - e credibilità della sua persona, una giovane donna pronta a raccogliere le istanze di quanti si sono allontanati negli ultimi anni. Ora si apre una fase nuova, una sfida che riguarda tutti, anche chi ha sostenuto Bonaccini.

Molti temono per l’unità del partito e pensano che il terzo polo sia un magnete per molti. E’ uno scenario credibile?

Credo proprio di no. Abbiamo visto che chi è stato eletto con i voti del Pd, e poi se ne è andato, magari fondando comodamente altri partiti, lo ha fatto sotto tutte le “stagioni congressuali” del nostro partito. La neo segretaria  ha chiaramente riaffermato che il partito è la casa di tutte le anime che si riconoscono nei valori del Pd. E mi si permetta una battuta: gli esperimenti al centro negli ultimi anni non hanno sortito grandi successi politici, da Monti in giù; infine, bisogna vedere se chi lascia viene accolto…

C’è molta preoccupazione anche nel mondo cattolico. Schlein non sembra la persona più adatta a garantire la valorizzazione del cattolicesimo democratico tra le culture fondanti del Pd. La sua agenda sui diritti individuali, o sulla scuola, non è in linea con la sensibilità di questo mondo...

Se guardiamo agli impegni e ai valori concreti ci sono più punti di convergenza che di divergenza con il cosiddetto “mondo cattolico”: la cura della “Casa comune”, il lavoro giusto e dignitoso, la lotta alle disuguaglianze e l’aiuto ai poveri, il diritto allo studio e alla migliore offerta formativa ed educativa perché tutte e tutti devono essere messi nelle stesse condizioni di partenza, la pace e l’accoglienza per ogni essere umano. E sui diritti individuali, il rispetto della dimensione personale. Non sono questi messaggi cristiani? Io da cattolico non mi sento a disagio, anzi mi ritrovo in un partito che finalmente pone dei temi chiari e aderenti appieno al Vangelo.

Non è singolare che una persona appena iscritta al partito, non votata dagli iscritti, diventi la leader di quello stesso partito? Non è la fotografia della crisi in cui versa il Pd?

No, anzi, è un atto di forza. Ovvero c’è la possibilità che chiunque, tesserandosi, possa ambire a essere una figura guida della nostra comunità. D’altro canto, è accaduto anche di recente a Treviso in occasione delle ultime elezioni Politiche, con un’esponente politica neo tesserata. E tutti gli incarichi istituzionali ricoperti dalla neo segretaria sono sempre stati aderenti al nostro gruppo politico. Un partito che porta a votare in una domenica di inverno oltre un milione di persone non mi pare in crisi. Ha avuto una crisi di leadership e di proposta politica, che ora proveremo a colmare.

Riuscirà la nuova segretaria a essere libera da qualche capocorrente ingombrante che l’ha sostenuta?

Chi ha sostenuto la mozione Parte da noi sapeva sin dall’inizio che sia nella campagna congressuale che in caso di vittoria, che per fortuna è avvenuta, Elly Schlein sarebbe stata autonoma e chiara nelle sue scelte. E lo sarà anche nel comporre la nuova segreteria e gli altri organi dirigenti. A mio avviso difficilmente avrebbe potuto esserlo Stefano Bonaccini, visto il grande affollamento anche in Veneto, di tanti che legittimamente lo hanno supportato.

Cosa cambia per il Pd, a partire da contenuti e alleanze, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali?

Ovvio che deve cambiare tutto. Idee nuove su gambe nuove. Senza strappi, senza rottamazioni di renziana memoria, ma va detto che la rigenerazione del Partito democratico passa da nuovi impegni, da un nuovo patto con la grandissima comunità che domenica 26 ci ha affidato con il suo voto speranze, problemi, gioie, desideri e nuove proposte e anche qualche critica costruttiva per far meglio. Per i vicini impegni elettorali tutto è stato già fatto, e pur augurandomi come è ovvio una vittoria del Pd alle prossime Amministrative venete, per analizzare il nuovo corso dovremo guardare alle elezioni Europee del 2024 e alle Regionali 2025. La partita delle alleanze è quindi apertissima.

L’agenda della nuova segretaria non sembra però rivolgersi al “popolo delle partite Iva” del Veneto...

Elly Schlein nella sua campagna per il voto dei Circoli e per le Primarie è venuta ben quattro volte in un mese in Veneto. Anche nella Marca, a Mogliano Veneto. Ha riempito piazze, teatri, circoli, mercati e bar. E’ una terra che conosce già bene e che non è molto diversa dall’Emilia Romagna che ha governato come vice presidente. Ha ascoltato molto la nostra gente. E sa bene che se una famiglia fa fatica ad arrivare alla fine del mese o deve per forza pagare una visita medica privatamente ha questo problema, sia che sia che si parli di lavoro autonomo, a P.Iva o con lavoro dipendente o perfino precario. Ed è proprio dai più fragili che parte la nostra sfida al Governo Meloni e la rigenerazione del Pd. 

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