Raccolte ferro importanti per le parrocchie. Ecco perché
Parrocchie e associazioni bloccate in attesa che a Roma il ministro Galletti tenga fede alla promessa e faccia passare al più presto un decreto che fissi modalità semplificate. A Scorzè è stata coinvolta l’Amministrazione comunale, mentre Castello di Godego attende..

Sono numerosi i parroci che in queste settimane si sono rivolti alla nostra redazione per capire, visti gli articoli e l’intervista pubblicata nell’ultimo numero del nostro settimanale al ministro per l’ambiente Gianluca Galletti, come procedere con l’organizzazione delle raccolte di ferro e carta. Perché primavera è la stagione dedicata...
Tra questi il parroco di Castello di Godego, don Gerardo Giacometti, nella cui parrocchia le raccolte, due all’anno, si svolgono da almeno vent’anni. La prima raccolta annua avrebbe già dovuto tenersi a inizio marzo. “Queste raccolte - ci dice don Gerardo - servono per sostenere i progetti dei nostri missionari, una decina, tra cui anche padre Pietro Geremia nelle Filippine. I soldi che giungono da Godego servono per dare risorse ai nativi, i cui diritti non sono riconosciuti dal regime. Non hanno altre risorse”. Sono tre i punti che don Gerardo vuole sottolineare, per far capire la giustezza della “battaglia” in atto: “Innazitutto mantenere i legami con questi nostri missionari e con il lavoro che svolgono nei territori dove prestano servizio. Quindi insegnare il valore della solidarietà, del volontariato, dello spendersi per gli altri, non solo a parole ma anche concretamente. Infine, attivare tutta una serie di energie in persone che ruotano attorno alla parrocchia ma che in altre attività non le vedresti”. Quindi, non è solo una questione di risorse economiche che, forse, potrebbero essere recuperate in altro modo, ma anche di una trasmissione di valori positivi. E in ogni caso le raccolte di ferro a Castello di Godego vogliono dire 10/12.000 euro ciascuna e un paese che si coinvolge. “Per questo se c’è da battagliare, battaglieremo” chiosa don Giacometti.
E chi in questa battaglia ha trovato una spalla nel sindaco Giovanni Battista Mestriner, è il parroco di Scorzè, don Massimo Gallina. “Gli ho sottoposto la questione. Mi ha detto di raccogliere la richiesta delle parrocchie nel territorio comunale, per poi preparare una delibera in Giunta che ci consenta di operare le raccolte in attesa di una legiferazione nazionale”.
A Scorzè la raccolta si tiene generalmente a fine aprile e se ne occupano i giovani. Con i soldi ottenuti dalla vendita del materiale, 4/5 mila euro, si sostengono le attività di formazione di Scout, Ac, campiscuola, campi educatori o la route di clan che quest’anno sarà a Lampedusa.
A Cappella di Scorzè, quanto ottenuto dalla raccolta, 3.500 euro circa, va a sostenere acquisti per la parrocchia. Ad occuparsene il Gruppo “fero vecio”, una quarantina di giovani-adulti coinvolti in una domenica d’ottobre.
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