Remo Sernagiotto, "vulcano di idee" che ha lasciato un segno nel centrodestra trevigiano
"Ci mancherà, era un vulcano di idee, imprevedibile - il ricordo di Franco Bonesso, oggi assessore e già sindaco di Trevignano -. Con lui ho condiviso un lungo tratto di strada in Forza Italia, poi le nostre strade si erano divise. Aveva un’energia incredibile, una grande intelligenza emotiva. Dedicava tempo a tutti, se passavi una giornata con lui rispondeva continuamente alle telefonate, senza mai spazientirsi. Faceva sentire tutti importanti, ma non credo si trattasse di calcolo politico, di ricerca del consenso, era proprio il suo modo di fare”.

E’morto domenica scorsa, all’età di 65 anni, una settimana dopo essere stato colpito da infarto, Remo Sernagiotto, già parlamentare europeo e assessore regionale, uno dei politici di riferimento del centrodestra trevigiano negli ultimi vent’anni. Sernagiotto, che lascia la moglie Maurizia e i figli Gloria (anch’ella impegnata in politica) e Gregorio, imprenditore di professione (nel settore del commercio di pneumatici) si era avvicinato all’impegno politico già ai tempi della Dc. All’epoca era vicino al rampante sindaco Dino De Longhi. Ma la sua “scalata” avviene in tempi di “seconda Repubblica”: Sernagiotto aderisce a Forza Italia, è capogruppo a Montebelluna; poi, nel 2000, il “salto” in Regione; a suon di preferenze viene confermato nel 2005 e nel 2010, anno in cui sotto la prima presidenza Zaia, è assessore al Sociale. Incarico abbandonato nel 2014, per la candidatura al Parlamento europeo. Nel frattempo, Forza Italia implode, soprattutto in Veneto. Sernagiotto, nell’Europarlamento, passa dal gruppo dei Popolari a quello dei Conservatori, inizia la militanza con i Conservatori e riformisti, il movimento guidato da Raffaele Fitto. Fino alla ricandidatura, sfortunata, del 2019, nella lista di Fratelli d’Italia. Nel frattempo viene rinviato a giudizio per il cosiddetto caso Ca’ della Robinia, un finanziamento regionale per trasformare l’ex Disco Palace, sul Montello, in attività di ristorazione e fattoria didattica per dare lavoro a disabili. Ma le cose non erano andate così, e Sernagiotto non ha avuto il tempo di affrontare il processo.
Politico “entusiasta” e “passionale”, viene definito da tutti. Certo, anche criticato, con amici e nemici, come spesso accade in politica. “Ci mancherà, era un vulcano di idee, imprevedibile - dice Franco Bonesso, oggi assessore e già sindaco di Trevignano -. Con lui ho condiviso un lungo tratto di strada in Forza Italia, poi le nostre strade si erano divise. Aveva un’energia incredibile, una grande intelligenza emotiva. Dedicava tempo a tutti, se passavi una giornata con lui rispondeva continuamente alle telefonate, senza mai spazientirsi. Faceva sentire tutti importanti, ma non credo si trattasse di calcolo politico, di ricerca del consenso, era proprio il suo modo di fare”.
Prosegue Bonesso: “Sul piatto «dare-avere», a mio avviso lui ha dato tanto, ha contribuito a tantissime iniziative, e mi riferisco anche alla vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista. Voleva mettere in circolo energie, a mio avviso, poi la crisi economica ha creato dei problemi. Culturalmente era un liberale, un imprenditore. Nell’implosione di Forza Italia si è spostato in Fratelli d’Italia, una prospettiva che io per esempio non ho condiviso, ma ha cercato di portare fino in fondo le sue idee”.
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