Società e Politica
stampa

Social Agrinet: i risultati positivi del progetto di agricoltura sociale della cooperativa Alternativa Ambiente

Presentati i risultati del progetto, che gode del sostegno di Regione del Veneto, del Servizio integrazione lavorativa dell'Ulss2 Marca Trevigiana, del Consorzio provinciale Intesa-Cca e di due aziende vitivinicole locali. 

Social Agrinet: i risultati positivi del progetto di agricoltura sociale della cooperativa Alternativa Ambiente

Non per buonismo o per appuntarsi sul petto una medaglia da imprenditore socialmente impegnato e non interessato al mero profitto, ma un’esperienza, intrapresa con un briciolo di coraggio e rischio, che ha fatto dire al termine: “Si può fare, perché è redditizia”.

E lo è, davvero, su molti fronti il progetto SocialAgrinet, che è stato presentato il 10 febbraio scorso, nella sala conferenze dell’hotel Maggior Consiglio di Treviso, con un evento conclusivo a cui hanno partecipato i partner e i consulenti che hanno preso parte a questo percorso avviato nel 2019 e portato avanti con successo, nonostante il grosso intoppo della pandemia. In concreto, Social Agrinet è un progetto della cooperativa sociale Alternativa Ambiente, sostenuto da Psr Veneto e realizzato in collaborazione con il Servizio Integrazione Lavorativa dell’Ulss 2 Marca trevigiana, il Consorzio provinciale Intesa-Cca e l’azienda Le Carline, con la partecipazione, in corso di realizzazione, della Tenuta San Giorgio. 

L’obiettivo è quello dell’inserimento lavorativo, nelle aziende agricole, di persone in marginalità sociale. Per fare questo è indispensabile che vengano appositamente formati tutor, sia dal punto di vista relazionale-educativo che da quello lavorativo. Marco Toffoli, presidente di Alternativa Ambiente, ha spiegato come si è realizzato in concreto: “SocialAgrinet, progetto realizzato nell’ambito del Psr Veneto 2014-2020, prevede la realizzazione di una pratica di agricoltura sociale basata sul ruolo dei «tutor di mestiere», ovvero figure appositamente preparate per affiancare persone fragili. In collaborazione con il Servizio di integrazione lavorativa (Sil) dell’Ulss 2  e con il Consorzio Intesa, abbiamo formato i primi tutor che hanno affiancato soggetti svantaggiati, individuati per poter eseguire soprattutto le potature invernali in vigna. Si tratta di un lavoro delicato e complesso, che richiede metodo e precisione: non tutti i nostri utenti sono validi candidati a svolgere questa mansione, ma – grazie al supporto del Sil e al coinvolgimento di agronomi e psicologi di supporto – due squadre composte da un tutor e 4 utenti hanno svolto un lavoro più che soddisfacente nelle due aziende vitivinicole in cui abbiamo testato il progetto”. Alternativa da trent’anni cerca, con buoni risultati, soluzioni lavorative per le persone svantaggiate. E questo progetto, in qualche modo, colmava un vuoto lavorativo, ovvero quello delle persone impiegate nel verde e che nel periodo invernale non hanno possibilità di essere impegnate. Quale occasione migliore della potatura, dove la manodopera sempre scarseggia e spesso arrivano operai stagionali dall’estero, e si fa nei mesi invernali? Certo, non è stato così facile e immediato, ma ci è voluta la messa a punto di un vero e proprio protocollo operativo.

I numeri di un progetto di successo

In questi tre anni di sperimentazione del progetto di agricoltura sociale, finanziato dal Psr con circa 59.000 euro, sono state coinvolte 21 persone fragili (10 quelle fisse  in ogni stagione), nella massima inclusività, escludendo solo i portatori di limitazioni fisiche, sono stati preparati 4 “tutor di mestiere”, nell’arco di tre stagioni di potatura, sono stati potati 6 ettari di vigneto.  Quindi, migliaia di viti potate a regola d’arte in due importanti aziende vitivinicole, come confermato da Daniele Piccinin, titolare dell’azienda Le Carline: “Ci sono fucine di idee e di opportunità, ma se il progetto non fa reddito, non sta in piedi. Noi abbiamo fatto contratti regolari alle persone coinvolte in questo progetto sociale e abbiamo visto che hanno completato il lavoro di potatura nei tempi stabiliti e con la qualità richiesta. Esattamente come gli altri lavoratori”.  

“I risultati sono così confortanti  - ha aggiunto il presidente di Alternativa Ambiente - che riteniamo che la sua formale conclusione possa diventare l’avvio di tante repliche della sua procedura e della sua efficacia”.

I tre aspetti straordinari di Social Agrinet sono stati messi in luce da Luca Sartorato, presidente di Federcooperative: “Il progetto coglie i bisogni del territorio e cerca di risolverli girandoli sotto l’aspetto sociale; toglie dal puro assistenzialismo molte persone, attraverso la formazione; opera un inserimento lavorativo della persona svantaggiata, in un’integrazione totale, dentro la cittadinanza, non come serie B o C. Partecipa ai diritti sociali e non è più un debito”.

Un progetto che può essere tranquillamente replicato in altre aziende, come ha spiegato anche Piero Cavarzerani, responsabile della divisione sociale di Alternativa Ambiente: “Per formare  squadre di lavoro ben affiatate, abbiamo avviato un innovativo percorso di valutazione utilizzando il Profilo di performance (Butler), solitamente impiegato nello sport per incrementare la consapevolezza di allenatori ed atleti nel riconoscere i punti di forza e le aree di miglioramento. La sua applicazione, innovativa in questo contesto, è stata determinante e ora siamo pronti a replicare questo significativo progetto di agricoltura sociale anche in tante altre aziende viticole del territorio”.

Cosa ci vuole, allora, per replicarlo, al di là della volontà e della professionalità di tutti gli attori coinvolti? “Il progetto in sé ha un costo elevato - ci spiega il presidente di Alternativa Ambiente, Toffoli -, per la preparazione dei tutor, la gestione e il monitoraggio. Serve assolutamente il coinvolgimento della parte pubblica o anche delle famiglie. Quanto costano le persone svantaggiate che passano i pomeriggi nei nostri centri diurni, ammesso che trovino posto, mancando operatori e strutture? E quanto questo inserimento lavorativo crea benessere per loro? Per metterlo a regime occorre che la sinergia tra pubblico e privato funzioni, che l’azienda veda nel progetto un investimento in social marketing”, che però ha anche una resa concreta. E si può realizzare anche in altre attività che non siano la potatura delle viti: “Abbiamo un progetto sperimentale con soggetti autistici che inseriamo in un contesto di normalità”. Si può fare con strumenti che già la Regione Veneto mette a disposizione, come il job coaching e il voucher rafforzato. E poi c’è l’Alternativa: “Non siamo gelosi del percorso fatto e siamo disponibili a supportare le aziende interessate”.

Tutti i diritti riservati
Social Agrinet: i risultati positivi del progetto di agricoltura sociale della cooperativa Alternativa Ambiente
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento