Società e Politica
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Un "patto metropolitano" tra industriali e sindacati

Siglato il documento di obiettivi condivisi tra Confindustria Veento Est e i sindacati di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo. Tra i punti, la contrattazione di secondo livello per sostenere la competitività delle imprese e il potere d’acquisto, promuovendo la partecipazione dei lavoratori. Apertura a sperimentazioni sull’organizzazione del lavoro correlate a crescita della produttività, conciliazione tempi di vita e di lavoro, tutela del salario.

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Un "patto metropolitano" tra industriali e sindacati

L’economia del Veneto Est (96 miliardi il Pil, 1,1 milioni di occupati, 410 mila nell’industria) ha reagito meglio delle attese ai cigni neri di questi anni (pandemia, shock energia, guerra, inflazione) e accelerato la trasformazione. Siamo alle porte di una nuova rivoluzione industriale che cambierà in profondità il «paradigma» di sviluppo, il modo di fare impresa e il lavoro nel Veneto. Sotto la spinta di dinamiche globali, transizione tecnologica ed ecologica da affrontare in modo adeguato, nonostante problemi strutturali, quali il debito pubblico e il calo demografico (180 mila persone in età lavorativa in meno in Veneto al 2030). Le Parti Sociali sentono la responsabilità di affrontare congiuntamente, di fronte alle istituzioni e agli attori economici e sociali, uno scenario che evolve velocemente ed oscilla tra grandi opportunità e gravi rischi, con l’obiettivo di promuovere la competitività e l’occupazione, sostenere la produttività e con essa i salari, investire sulla formazione e le nuove competenze, la sicurezza e il welfare.
In questo quadro, Confindustria Veneto Est e Cgil, Cisl, Uil territoriali hanno delineato e condiviso per la prima volta un «Patto metropolitano», fondato su dialogo e reciprocità, che rilancia il ruolo di un moderno sistema delle relazioni industriali per garantire coesione sociale, crescita partecipata e diffusa e sviluppo sostenibile nei territori di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo.
Una visione, e obiettivi, condivisi, che intendono rafforzare la contrattazione di secondo livello; sostenere la capacità competitiva del sistema industriale, promuovendo anche la partecipazione dei lavoratori nell’organizzazione, nella strategia e nei risultati; aprire a sperimentazioni sull’organizzazione e l’orario di lavoro correlate a crescita della produttività, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e tutela del salario; rafforzare i presìdi e la formazione indispensabili a prevenire le morti e gli infortuni sul lavoro; promuovere l’aggiornamento continuo e la riqualificazione dei lavoratori, in linea con le esigenze produttive e l’evoluzione tecnologica, efficaci politiche di transizione tra scuola e lavoro, l’innalzamento dell’occupazione, soprattutto femminile; sostenere l’efficientamento energetico e l’autoproduzione, la rigenerazione delle aree produttive, la salvaguardia dell’ecosistema lagunare e del Delta.
Il documento congiunto è stato siglato il 23 gennaio - nella sede di Confindustria Veneto Est a Venezia-Marghera - da Leopoldo Destro (Presidente Confindustria Veneto Est), Alberto Zanatta (Vicepresidente Vicario Confindustria Veneto Est), Luca Fabbri (Vicepresidente Confindustria Veneto Est per le Relazioni Sindacali), dai Segretari Generali Aldo Marturano (Cgil Padova), Mauro Visentin (Cgil Treviso), Daniele Giordano (Cgil Venezia), Pieralberto Colombo (Cgil Rovigo), Samuel Scavazzin (Cisl Padova Rovigo), Massimiliano Paglini (Cisl Belluno Treviso), Michele Zanocco (Cisl Venezia) e dai Coordinatori provinciali Massimo Zanetti (Uil Padova), Gianluca Fraioli (Uil Treviso), Igor Bonatesta (Uil Venezia) e Gino Gregnanin (Uil Rovigo).
"Quello di oggi è un passo molto importante sulla strada della crescita partecipata e diffusa e della coesione sociale - dichiara Leopoldo Destro, Presidente di Confindustria Veneto Est -. In un momento storico molto complesso come quello attuale, ripartiamo, insieme al Sindacato, dal riconoscere in un moderno sistema di relazioni industriali, non rivendicativo ma partecipato, nel dialogo e nella capacità di avere una visione comune su come si affrontano i problemi, un fattore competitivo imprescindibile sia per l’aumento della produttività e con essa degli stipendi, sia per attrarre nuovi investimenti ed insediamenti".

Gli obiettivi del Patto
•    lo sviluppo sostenibile del territorio, dell’economia e della società;
•    la stabilità e la coesione sociale;
•    una crescita partecipata, diffusa ed inclusiva.
Le Parti, al fine di perseguire gli obiettivi condivisi, intendono:
•    promuovere un metodo di relazioni industriali che, valorizzando il confronto continuo e la condivisione, nel rispetto della reciproca autonomia, contribuisca a individuare soluzioni che favoriscano la competitività del sistema economico locale e, con esso, la coesione sociale;
•    promuovere azioni, rivolte anche al decisore pubblico, finalizzate a sostenere ed accompagnare lavoratori, famiglie e imprese, in questa fase di transizione verso modelli di sviluppo sostenibile e di inclusione sociale;
•    favorire un’ordinata e programmata trasmissione di conoscenze e responsabilità, supportata dalla formazione, così da realizzare una compiuta staffetta generazionale, anche nei contesti aziendali;
•    favorire il regolare rinnovo dei contratti collettivi nazionali.

Fonte: Comunicato stampa
Un "patto metropolitano" tra industriali e sindacati
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