Veneto indipendente: l'impossibile sfida degli autonomisti
Nei giorni in cui la Crimea ha votato per l’annessione alla Russia, decine di migliaia di elettori veneti stanno votando in forma elettronica o telefonica per l’indipendenza del Veneto. I risultati vengono resi noti oggi, venerdì 21 alle 19 in piazza dei Signori a Treviso.

La stampa estera ne ha parlato più di quella locale, forse perché, nel nostro caso, è sempre faticoso dare una patente di serietà alle forme, spesso autoreferenziali, con cui si svolge la battaglia autonomista veneta. Tuttavia, nei giorni in cui la Crimea ha votato per l’annessione alla Russia, decine di migliaia di elettori veneti stanno votando in forma elettronica o telefonica per l’indipendenza del Veneto. I risultati vengono resi noti venerdì 21 alle 19 in piazza dei Signori a Treviso. Ma i promotori parlano di un successo inatteso, arrivando perfino ad ipotizzare un milione di votanti sui 4 milioni che hanno ricevuto a casa il codice per la votazione. La consultazione, promossa dal Comitato referendario Plebiscito.eu (in pratica un cartello con le principali formazioni autonomiste, ma senza la Lega Nord), si basa su prassi internazionali già adottate e sul diritto di autodeterminazione, principi che saranno seguiti nei prossimi mesi anche da Fiandre e Catalogna. L’iniziativa cerca di aggirare la normativa nazionale e comunitaria e di accelerare l’iter ordinario che ha portato in Consiglio regionale un progetto di legge del tutto simile, ma rimandato in Commissione e tuttora non più discusso.
Spiega Gianluca Busato, presidente del Comitato promotore, intervistato per BluRadio Veneto da Mirco Cavallin: “Il percorso è nel solco della legittimità internazionale e bisognava eliminare gli ostacoli di diritto interno. In molti paesi il voto online è adoperato per elezioni politiche e comunali, noi abbiamo usato questa pratica e non abbiamo violato le norme italiane, che non vietano una consultazione per internet e telefono. Sfruttiamo un vuoto legislativo italiano per non avere ostacoli sul percorso di legittimità internazionale, dentro l’ottica del diritto all’autodeterminazione”.
Secondo Busato la consultazione ha una duplice valenza, simbolica e giuridica: “Sarà sottoscritta una sorta di magna charta, la Dichiarazione di sovranità veneta, che diventerà una pietra miliare nel nostro cammino. Gli eletti inizieranno un percorso per giungere alla dichiarazione unilateriale di indipendenza del Veneto, nel giro di qualche mese. Tutta l’Europa si muove: Crimea, Scozia, Catalogna, Fiandre, il 2014 sarà un giorno ricordato come un nuovo 1848”.
Ben diverso il parere, strettamente giuridico, di Gian Candido De Martin, docente emerito di Diritto pubblico alla Luiss: “E’ una cosa priva di qualsiasi rilevanza dal punto di vista giuridico. Queste sono dichiarazioni di natura politica, strumentali, dal punto di vista giuridico una cosa di questo tipo non ha alcuna possibilità di andare avanti. Altra cosa è il progetto di legge depositato in Consiglio regionale. Anche tale provvedimento peraltro è fermo e senza possibilità di arrivare a conclusione, non ci sono basi nel diritto italiano per procedere in questa direzione”. Ascolta le interviste integrali a Busato e De Martin.
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