Sport
stampa

Ai Mondiali di calcio in Qatar, più certezze che inattese sorprese

I mondiali di calcio visti con gli occhi di alcuni trevigiani impegnati in vari ruoli nella vita socio-politica-sportiva locale. 

Parole chiave: qatar 2022 (1), pronostici (1), riflessioni (2), mondiali calcio (2)
Ai Mondiali di calcio in Qatar, più certezze che inattese sorprese

Tra critiche, perplessità, delusioni ed entusiasmi, il “mondiale dell’altro mondo” sta entrando nel vivo. 

Dopo la prima fase di  “rabbia e delusione” per la mancanza dell’Italia, la novità di  un campionato del mondo giocato a cavallo tra novembre e dicembre, la novità del primo paese arabo, il Qatar, a ospitarne uno, le giuste critiche e polemiche relativamente ai diritti umani e civili violati o non rispettati, anche in questa occasione si è rilevato che il calcio mondiale si sta livellando e le squadre materasso sono sempre meno. Clamorose le sconfitte di Argentina e Germania, ad esempio.

Si entra in questa settimana nella fase calda di questi campionati che determinerà le quattro squadre che si giocheranno semifinali e finali.  

Ma come si sta vivendo questa manifestazione dall’interesse planetario qui nella nostra zona? C’è interesse o la mancanza dell’Italia ha influito negativamente? 

Lo abbiamo chiesto ad alcuni personaggi impegnati in vari ruoli nella vita socio-politico-sportiva locale e bisogna dire che, anche qui, le sorprese non sono certamente mancate. Come ad esempio il presidente della Provincia di Treviso, nonché sindaco di Castelfranco Veneto, Stefano Marcon: “Premetto che non sono fanatico di calcio, anche se ci capisco qualcosa, e convengo che un campionato del mondo è una manifestazione che merita di essere vista. Solo che io come presidente, sindaco, marito e genitore, oltre che imprenditore, di tempo ne ho pochissimo. Ho visto solo qualche piccolo spezzone di partita. Comunque, mancando l’Italia, tifo Portogallo. Portogallo perché, da milanista,  qui gioca Leao e poi mi è simpatico Cristiano Ronaldo e sarebbe bello che il suo ultimo mondiale lo coronasse con un successo”. 

Il presidente del Coni, Mario Sanson, condivide la mancanza di tempo: “Questa è una edizione anomala del mondiale di calcio per tanti motivi sia politici, sia poi anche tecnici. Per quanto riguarda lo specifico, premetto che ho visto, per impegni vari, solo spezzoni di partite,  ecco, io dico Brasile che mi sembra la squadra più attrezzata per arrivare fino in fondo. Interessanti però anche Francia e Spagna”. 

Analitico il commento di Alberto Marchesan, ex capitano del Cittadella in serie B, che sta seguendo tutte le partite che può:“Secondo me la Francia è quella più titolata per bissare il successo, perché ho visto che ha la squadra più completa. Anche il Brasile è una buona squadra, ma non so se è attrezzata per vincere. Fra i giocatori che più mi hanno impressionato, sino a ora, senza dubbio Mbappè. Ma lasciatemi dire che senza l’Italia è un mondiale strano. Pensate che i miei figli di 14 e 9 anni non hanno mai visto l’Italia al mondiale. Alla loro età io  ho vivissimi i ricordi dei mondiali di Italia 90 e Usa 94 e penso che non li scorderò mai”. 

Altro sportivo, ma anche altro sport, Alessandro Ballan, campione del mondo di ciclismo a Varese 2008, ci dice: “Normalmente non seguo il calcio, ma di questi mondiali ho visto qualche spezzone di partita. Io penso che vincerà il Brasile, perché da sempre è la squadra più divertente. Poi, lo dico in maniera simpatica sia chiaro, non mi piacerebbe che vincesse la Francia… Certo, manca l’Italia e questo sta influendo, secondo me. Anche nel mio sport, il ciclismo, la nazionale sta soffrendo molto, basti pensare che l’ultimo mondiale l’ho vinto io nel 2008…”. 

Sposta leggermente l’orizzonte della discussione Alessandro Comin, ex caporedattore  del Gazzettino di Treviso, attualmente caporedattore dell’edizione di Bassano del Grappa di “Il Giornale di Vicenza”: “Senza l’Italia presente, questo mondiale a mio avviso perde di interesse. Se ci mettiamo poi le giustissime critiche sui diritti umani non rispettati, ancora di più. Quindi, per quanto mi riguarda, lo seguo poco. Ma dovendo tifare per qualcuno, io dico Olanda, perché come perdente mi è sempre risultata simpatica e poi segnalo la Spagna, perché ha un allenatore unico, un gentiluomo, Luis Enrique. Se poi andiamo sui pronostici, temo che non si uscirà da Brasile-Francia come finalissima. Spero non lo vinca la Germania perché ci sorpasserebbe nei titoli conquistati”. 

Per Daniele Ferrazza, giornalista del gruppo Gedi occorre fare “una distinzione tra il mondiale giocato sul campo e quello fuori dal campo.  Io seguo una partita al giorno  e secondo me la finalissima potrebbe essere Francia-Argentina. Io comunque da sempre, fin da piccolo, tifo Brasile, ma la squadra che mi ha sorpreso sino a ora è stata la Croazia, perché, nonostante abbia gli stessi abitanti del Veneto, riesce a produrre giovani di valore. Fuori dal campo, invece, dico che è un mondiale dominato solo dai soldi che hanno calpestato anche i diritti umani. Forse l’unica nota positiva è che attraverso questa manifestazione si riesce a parlarne, ma è troppo poco”. Chi proprio non segue questo mondiale è Marco Ballestracci, scrittore e musicista: “Non guardo questo mondiale, non mi interessa. Guardo appena appena qualche risultato, ma nulla più. Pronostici? Nessuno. Squadra preferita? Per quello che vale dico Arabia Saudita, anche se dovrei tifare Svizzera, visto che lì sono nato. No, per tanti motivi, non è un mondiale che mi piace”.

Tutti i diritti riservati
Ai Mondiali di calcio in Qatar, più certezze che inattese sorprese
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento