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Il bestiario medievale di Venezia

03/11/2025

Nell’ambito della rassegna de I Giovedí della cultura, il 6 novembre, alle ore 18, Casa dei Carraresi ospiterà una conferenza del professor Stefano Riccioni sul tema: Il bestiario medievale di Venezia. Animali e creature fantastiche nella città dei dogi.

Venezia, durante il Medioevo, si popola di animali, riprodotti sia sulle mura di chiese e palazzi sia al loro interno, ma soprattutto nelle calli e nei campi, tessendo così una trama che, se dipanata, racconta miti e storie che svelano l’identità della città e degli uomini che l’abitavano. Queste immagini funzionavano come racconti morali o come strumenti apotropaici, per allontanare gli eventi nefasti. Dal bestiario di S. Ilario, che segna le origini della città, alle furbe volpi, alle temibili sirene, ai terribili draghi, alla favola della volpe e della gru, Venezia medievale rivela una stretta connessione con il mondo animale e la sua rappresentazione moralizzata. Con l’aiuto delle illustrazioni, che tracciano una sorta di mappa simbolica delle creature che popolano Venezia, il volume ripercorre la caleidoscopica storia di una città unica e irripetibile, sospesa tra la dimensione reale e quella fantastica.

Stefano Riccioni, medievista, insegna Storia dell’arte medievale all’Università di Pisa. Ha lavorato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e l’Università Ca’ Foscari di Venezia ed è stato visiting scholar in diverse istituzioni straniere, tra le quali il Pontifical Institute of Mediaeval Studies di Toronto, The Getty Foundation di Los Angeles e il Kunsthistorisches Institut di Firenze. Si occupa di storia delle immagini e della scrittura medievali, nell’area mediterranea dell’Occidente europeo e dell’Oriente cristiano. E’ autore di due studi monografici sui mosaici di Roma ai tempi della Riforma della Chiesa (Il mosaico absidale di S. Clemente a Roma. Exemplum della Chiesa riformata, Spoleto, CISAM, 2006; The Visual Experience of Triumphant Church. The Mosaic of S. Maria in Trastevere, Roma, Scienze e Lettere, 2021). Nell’ambito delle ricerche epigrafiche è coautore del primo volume del repertorio Opere firmate nell’arte italiana. Medioevo. Siena e artisti senesi. Maestri orafi (a cura di M.M. Donato, Pisa, Scuola Normale Superiore di Pisa, 2013), e curatore del numero monografico La ‘firma’ nell’arte. Autorialità, autocoscienza, identità e memoria degli artisti (con G.M. Fara e N. Stringa, in «Venezia Arti», 26, 2017). Sull’arte armena ha curato il numero monografico Discovering the Art of Medieval Caucasus (1801-1945) (con I. Foletti, in «Venezia Arti», 27, 2018) e, con Aldo Ferrari, i volumi L’arte armena. Storia critica e nuove prospettive / The Armenian art. Critical history and new perspectives, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari, 2020 (Eurasiatica, 16) e L’arte armena e oltre. Nuovi contributi. Studies in Armenian and Eastern Christian Art, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari, 2023 (Eurasiatica, 20). Negli ultimi anni, inoltre, si è dedicato allo studio del bestiario medievale figurato, curando i volumi Animali figurati. Teoria e rappresentazione del mondo animale dal Medioevo all’Età moderna (con L. Perissinotto, Roma, Viella 2019) e Itinerari nel bestiario veneziano, Edizioni Cafoscarina, Venezia, 2024 e pubblicando, infine, la monografia Il bestiario medievale di Venezia. Animali e creature fantastiche nella città dei dogi, Carocci editore, Roma, 2024.

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