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Castelfranco: la mostra di Veronese si farà
Alla fine la “grande” mostra su Paolo Veronese si farà: sarà inaugurata il prossimo settembre e fino a gennaio 2015 dovrebbe portare a Castelfranco migliaia di turisti. Ma l'assessore Saran si toglie qualche "sassolino".

Alla fine la “grande” mostra su Paolo Veronese si farà: sarà inaugurata il prossimo settembre e fino a gennaio 2015 dovrebbe portare a Castelfranco migliaia di turisti. Così la città spera di bissare il successo dell’esposizione del 2010 sul Giorgione nel cinquecentenario della morte e di rilanciare la propria vocazione culturale e turistica nel territorio.
Non pochi sono stati i grattacapi e le incertezze, legate soprattutto alle questioni economiche, sulla fattibilità della nuova mostra inserita in un più vasto calendario di iniziative che, partendo dalla National Gallery di Londra, coinvolgeranno anche Verona, Vicenza e Padova. “Servirà a mantenerci in dialogo con tutto il territorio, confermandoci il ruolo di perno dei percorsi e delle proposte artistiche interessanti per i turisti che arrivano in questi luoghi – ha commentato l’assessore Giancarlo Saran ad un recente convegno sul potenziale valore del museo cittadino come volàno della città di Castelfranco -; tuttavia non nascondo di sentirmi come una ‘scialuppa alla deriva’, perchè stavolta manca una ‘cabina di regia’ che pensa, organizza e gestisce un progetto di tale portata. Inoltre, il bilancio di questa operazione si aggira attorno agli 80 mila euro: è possibile che, cappello alla mano, mi sia trovato di fatto ad ‘elemosinare’ dei contributi per poterla realizzare?”. Sfogo dell’assessore, recentemente scaricato dalla Lega e sfiduciato dal Pd in Consiglio comunale. Ma tant’è.
“Veronese nelle terre di Giorgione” si caratterizzerà per essere un evento orizzontale: oltre al museo, infatti, che ospiterà alcune sue opere, saranno inserite nel percorso anche tre splendide realtà di ville d’epoca: due palladiane, villa di Maser dove ci sono affreschi bellissimi del maestro rinascimentale, e villa Emo, con il suo allievo Zelotti, più la cinquecentesca villa Chiminelli a Sant’Andrea Oltre il Muson, decorata con opere del fratello del Veronese. In più, ovviamente, alla sacrestia del Duomo dove sono conservati degli affreschi della distrutta Villa Soranza a Treville a firma del pittore.
“Sono convinto che Giorgione resti il nostro ambasciatore nel mondo, che Veronese ci offra la possibilità di un rilancio mantenendoci ancorati al circuito internazionale; ma questi nomi aprono poi a molte altre ricchezze di cui siamo custodi, e che dobbiamo mettere in rete, valorizzare e rilanciare perchè diventino realmente occasioni “strutturali” di slancio culturale oltre che economico. Alla città spetta il compito di riuscire a proporre ai suoi turisti di fermarsi non solo per il museo del Giorgione e una passeggiata al centro storico, ma per scoprire le tantissime ricchezze artistiche offerte”: il Duomo, la Biblioteca, il teatro Accademico, Casa Costanzo, il Conservatorio, villa Bolasco con il suo Parco, oltre a tutte le proposte dei comuni limitrofi e senza contare le manifestazioni culturali come le iniziative collegate al Premio Giorgio Lago o al Premio Campiello, per citare i due più noti.
Non mancano gli interrogativi, di questi tempi concentrati soprattutto sulle mura e sulla torre civica, su cui non sono mancate le polemiche. “Ma soprattutto voglio ribadirlo: la strada che dobbiamo percorrere è quella di dare sostanza al progetto del distretto culturale «Terre di Giorgione» operando scelte strategiche chiare, che non possono evidentemente prescindere anche dai bilanci”.
Francesca Gagno