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Le scuole superiori a Treviso vogliono restare in centro
Fa discutere la proposta del presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro di spostare alcuni istituti superiori del centro storico fuori città. I dirigenti scolastici non sono convinti però di dare vita
ad un’ulteriore cittadella scolastica fuori dalle mura. Si invoca una maggiore sinergia tra Enti locali.

Fa discutere la proposta del presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro di spostare alcuni istituti superiori del centro storico fuori città.
Due sono i progetti che il presidente propone: quello della realizzazione di “una nuova idea di campus che coinvolga Duca degli Abruzzi, Besta e Riccati” e quello dello spostamento del liceo Artistico cittadino nel campus di Lancenigo o in quello di San Pelajo.
Nello stesso tempo si prospetta anche lo spostamento delle sedi trevigiane di Ca’ Foscari e dell’Università di Padova all’Appiani; una scelta che decreterebbe il definitivo svuotamento di un centro storico già profondamente segnato dalla crisi.
Giorgio Baccichetto, dirigente scolastico dell’Isiss Fabio Besta spiega: “Il nostro Istituto ha una storia, una sua specificità e missione sociale, ha le sue radici nel centro storico, fa parte dell’urbanistica e della cultura della città. Non si possono improvvisare progetti senza una precisa razionalizzazione. Trasferire i nostri laboratori costerebbe dai 3 ai 400 mila euro, senza contare il disagio in cui si troverebbero nel doversi spostare fuori i nostri circa 50 studenti con disabilità. Inoltre si trascura il ruolo socio-economico che le scuole hanno, manca un’idea organica di centro e si ignora il fondamentale ruolo sociale che ha il nostro Istituto nella formazione della classe lavorativa trevigiana. Non si può focalizzare l’attenzione solo sulla cultura classica. I piani dal punto di vista tecnico possono essere grandiosi, ma qui è necessario un percorso condiviso che possa durare negli anni e guardare al futuro. L’Ente Provincia tra due mesi potrebbe non esistere più, difficile pensare ad una razionalizzazione a lungo termine”.
Antonia Piva, preside del Duca degli Abruzzi prosegue: “Ci sono più scuole in sofferenza per la mancanza di spazi, ed è indubbio che sia necessario riprendere il settore dell’edilizia scolastica, ma non serve costruire ex-novo, basterebbe ottimizzare gli spazi esistenti. Su un punto bisognerebbe focalizzare l’attenzione: la frammentazione delle competenze in materia di scuola tra Comune e Provincia. Questi due enti lavorano su un doppio livello”.
Di parere simile sembra essere l’assessore comunale alla Scuola Anna Cabino che sostiene la necessità di una riorganizzazione seria degli spazi di tutte le scuole di Treviso, ma senza svuotare il centro storico dei ragazzi. “Noi non ci occupiamo direttamente degli istituti superiori che sono competenza della Provincia, ma credo che la soluzione potrebbe essere quella di un tavolo condiviso che lavori a delle prospettive di sviluppo trovando soluzioni che garantiscano spazi per tutti senza il rischio di creare altri buchi neri nel centro città”.
Anche dal Liceo Artistico si solleva la voce del dirigente scolastico Antonio Chiarparini che si oppone fermamente allo spostamento dell’Istituto fuori centro: “Un liceo artistico dovrebbe essere collocato nel luogo più artistico possibile in modo tale che i ragazzi possano uscire dalla scuola e visitare la città e le sue opere. Senza contare che gli studenti sono l’ultimo barlume di vita di Treviso, si spostano da una sede all’altra e andando in via Tolpada portano movimento nella zona di Santa Maria Maggiore, che altrimenti sarebbe completamente dimenticata. Inoltre non si considera l’indotto economico che portano: se le cartolerie e i bar in zona Santa Caterina lavorano è anche e soprattutto grazie agli studenti del liceo artistico, se noi ci spostassimo fuori questi chiuderebbero. Questa scuola non è un monolite a se stante, le sue sale sono aperte alla cittadinanza; fa parte della storia e della cultura della città. Gli edifici per ampliare gli spazi nel centro ci sono. Ora occorre una sinergia tra Enti per una razionalizzazione dei servizi, tra cui anche le scuole che sono un punto vitale e devono rimanere in centro”.