sabato, 21 giugno 2025
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Mai l'odio, l'intervento del Patriarca ai funerali di Valeria

"La vostra cultura ci fa inorridire ma non ci intimidisce. Ci sgomenta perché indegna dell’uomo, ma ci fortifica nell’opporci ad essa con ogni nostra forza sul piano culturale, spirituale, umano".

Increduli per quanto l’irrazionalità dell’odio ha compiuto a Parigi, lo scorso 13 novembre, oggi ci troviamo riuniti in questa Piazza e sullo sfondo c’è la Basilica, entrambe intitolate all’evangelista Marco. Piazza e Basilica sono simboli universali di Venezia, città-ponte tra culture differenti e differenti popoli.

Ciascuno di noi è qui con la sua storia, le sue idealità, il suo credo religioso o di vita ma tutti insieme vogliamo dare a Valeria - cittadina di Venezia e del mondo - l’ultimo saluto. Tutti portiamo nel cuore la stessa, angosciosa, domanda: perché?

Sappiamo bene che, da solo, lo scorrere del tempo non sarà sufficiente a farci ritrovare serenità e pace. E questo sarà vero soprattutto per chi ha conosciuto di più Valeria.

Carissima Valeria, la vicenda personale che ti ha coinvolto e che dolorosamente hai condiviso con chi - come te - era ignaro di quello che stava accadendo, ci dice una volta di più come la vita dell’uomo sia fragile, precaria e incerta.

Sì, la vita dell’uomo è solo e semplicemente un dono. Tornano alla mente le parole del salmo 103: “L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni! Come un fiore di campo, così egli fiorisce. Se un vento lo investe, non è più…” (Sal 103, 15-16).

Sì, l’uomo è questo fiore che, nonostante il vento che sradica, permane. Il salmo, poi, ricorda che c’è qualcosa che non viene meno: l’amore, l’amore di Dio che è “da sempre” e sa bene che “noi siamo polvere”.

         Carissima Valeria, il pensiero - dopo che alla tua umanità generosa, intelligente e volitiva - va alla tua famiglia, in particolare a mamma Luciana, a papà Alberto, a Dario e Andrea. Ci siete diventati cari e ci spiace non potervi aiutare come vorremmo. La vostra dignità ci sorprende e fa riflettere.

Ora, una parola doverosa agli uomini e alle donne del terrore. Perché? Come avete potuto?  

La vostra cultura ci fa inorridire ma non ci intimidisce. Ci sgomenta perché indegna dell’uomo, ma ci fortifica nell’opporci ad essa con ogni nostra forza sul piano culturale, spirituale, umano.

In nome di Dio, cambiate il vostro modo d’essere! Iniziate dal cuore, abbiate questo coraggio! Sì, si tratta del coraggio di dire: abbiamo sbagliato tutto. Chiedere perdono è la dignità dell’uomo.

Mai e poi mai divideremo con voi ciò che tragicamente vi appartiene, ossia l’odio; in alcun modo vi concederemo tale vittoria. Non riuscirete a portarci ad odiare; sarebbe la vostra vittoria, sarebbe la nostra sconfitta.

Infine, come cittadini ci rivolgiamo con rispetto a quanti operano in politica e soprattutto a chi ci rappresenta nelle istituzioni per chiedere tutela, lungimiranza, responsabilità. Vogliamo crescere nella fiducia verso lo Stato e i suoi rappresentanti, aiutateci!     

Carissima Valeria, l’ultimo pensiero è per te. Ci lasci come tuoi valori il tuo impegno nello studio e nel volontariato, il tuo desiderio di spenderti per una società più giusta. E in questo momento di commiato, ti offro insieme alla Chiesa che è in Venezia, con tutte le confessioni cristiane presenti in questa città unica e universale, l’umile gesto della nostra preghiera e la benedizione del Signore come è stata richiesta.

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