giovedì, 16 ottobre 2025
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Giubileo del Mondo missionario e dei Migranti: un bel gruppo di trevigiani a Roma

Papa Leone ha messo in luce l’apertura verso il mondo invitando le Chiese europee a un rinnovato slancio missionario. Accanto a chi parte, c’è da curare un “restare, per annunciare il Cristo attraverso l’accoglienza, la compassione e la solidarietà”

Quindici persone del mondo della pastorale Migrantes della nostra diocesi e una trentina d’altre della Collaborazione pastorale di Zero Branco, Sant’Alberto e Scandolara: questi i numeri di quanti dalla nostra diocesi hanno partecipato, il 4 e 5 ottobre, a Roma, al Giubileo del mondo missionario e dei migranti. Il viaggio verso la capitale è stato contrassegnato innanzitutto dalla partecipazione involontaria e un po’ sofferta alla manifestazione pro-Gaza e allo sciopero nazionale che ha bloccato l’autostrada di Bologna, cosicché siamo arrivati con quasi cinque ore di ritardo. Eppure, tale piccolo inconveniente è stato vissuto da tutti come un’occasione per sentirci in comunione con la popolazione palestinese, soprattutto con i civili e con i bambini, che stavano ancora vivendo guerra, violenza, morte e devastazione.

La visita alla basilica di S. Maria Maggiore e l’omaggio alla tomba di papa Francesco, l’accoglienza nella chiesa di San Bartolomeo all’isola Tiberina e il percorso al memoriale dei martiri del XX secolo accolti da padre Moise, della comunità di Sant’Egidio, e nel pomeriggio il pellegrinaggio a San Pietro con il passaggio della Porta Santa: ecco le tappe importanti che abbiamo vissuto insieme sabato 4 ottobre.

Un altro momento di fraternità lo abbiamo vissuto sabato sera, dopo cena, quando abbiamo condiviso un momento di dialogo fra di noi sollecitato da alcuni laici e laiche della collaborazione zerotina a partire dalla domanda posta ai sacerdoti delle comunità provenienti dal mondo e presenti sul territorio della nostra diocesi: “Come vi trovate da noi? Quali gioie e quali fatiche nel vivere qui in Italia?”. Domenica, poi, abbiamo avuto la possibilità di partecipare alla messa celebrata da papa Leone e alla recita dell’Angelus, in una piazza San Pietro gremita di pellegrini. Nel viaggio di ritorno, la possibilità di riflettere sul l’esperienza compiuta: il pellegrinaggio che ci ha portato verso la Porta santa, vissuto con intensità ed emozione, in compagnia di tanti altri pellegrini provenienti dal mondo intero, in una gioiosa e multiculturale confusione, dove unità e differenza stavano proprio bene assieme; la condivisione di sabato sera, che ci ha permesso di aprire una porta verso un mondo di sorelle e fratelli provenienti da tutti i continenti e dei quali conosciamo ben poco, pur avendo la stessa fede e la stessa umanità con le quali entrare in comunione.

Papa Leone ha messo bene in luce questa apertura verso il mondo dei fratelli e delle sorelle durante l’omelia di domenica dicendo a tutti i migranti “siete sempre i benvenuti” e invitando le Chiese europee a un rinnovato slancio missionario dove, accanto a chi parte, c’è da curare un “restare, per annunciare il Cristo attraverso l’accoglienza, la compassione e la solidarietà: restare senza rifugiarci nella comodità del nostro individualismo, restare per guardare in faccia coloro che arrivano da terre lontane e martoriate, restare per aprire loro le braccia e il cuore, per accoglierli come fratelli, essere per loro una presenza di consolazione e speranza”.

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09/10/2025

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