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Il 7 settembre canonizzazioni per Frassati e Acutis

Due giovani per i quali amare era l’unica vera possibilità di vivere in pienezza la propria esistenza e raggiungere la felicità piena
04/09/2025

Pier Giorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile 1901. Carlo Acutis, 90 anni dopo, il 3 maggio 1991, a Londra. Frassati muore a 24 anni, il 4 luglio 1925, vittima di una poliomelite. Acutis a 15 anni, il 12 ottobre 2006, folgorato da una leucemia fulminante. Entrambi saranno canonizzati da papa Leone XIV domenica 7 settembre, a Roma: i primi santi del Giubileo 2025 e i primi canonizzati dal nuovo Pontefice. Per questo evento sono attese centinaia di migliaia di persone, molti delle quali giovani.

Due ragazzi italiani, nati a circa cento anni di distanza uno dall’altro, la cui “fama di santità” ha, seppur in tempi e modalità diversi, presto valicato i confini del nostro Paese. Non a caso, rivolgendosi ai giovani del mondo riuniti a Tor Vergata per il Giubileo, papa Leone indicava in Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, modelli da seguire per restare uniti a Gesù e aggiungeva: “Teniamoci uniti a Lui, rimaniamo nella sua amicizia, sempre, coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la comunione eucaristica, la confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati che presto saranno proclamati santi”.

Frassati, giovane pieno di vita

La beatificazione di Pier Giorgio Frassati è avvenuta il 20 maggio 1990. Fu Giovanni Paolo II a celebrarla, dopo averla desiderata. Da arcivescovo di Cracovia, Wojtyla era rimasto affascinato dalla figura di quel giovane pieno di vita e amante della montagna, che donava ai poveri i soldi che aveva. Ne riconosceva la forza e l’attualità. A Torino e Biella sono migliaia i pellegrini, molti dei quali giovani, che ogni anno visitano i luoghi dove Frassati ha vissuto, “per camminare lungo i suoi stessi passi e pregare sulla sua tomba”, come ha detto recentemente l’arcivescovo di Torino, il card. Roberto Repole. Dalla sua morte non ha mai smesso di essere considerato un punto di riferimento per intere generazioni. La sua figura è amata e venerata in tutto il mondo: dalla Patagonia dove si erge una delle più difficili cime da scalare, il «Cerro Pier Giorgio», alla Polonia dove la ricorrenza del 25° anniversario viene festeggiata a Rybnik con tre giorni di preghiera per la pace da oltre 500 giovani “Tipi loschi” (il nome che il beato volle dare alla “compagnia” da lui fondata) che seguono il suo esempio.

Acutis, “influencer di Dio”

Carlo Acutis è venerato in tutto il mondo, sia come beato che come futuro santo soprattutto grazie alla sua spiritualità fondata sulla centralità, nella vita, dell’Eucaristia che ha diffuso utilizzando e sfruttando le potenzialità di internet. Ancora in vita ha creato un sito web per raccogliere immagini e testimonianze di miracoli eucaristici da tutto il mondo, unendo la sua fede alla tecnologia moderna. Dalla sua morte, non è passato molto tempo prima che la fama della sua santità iniziasse a diffondersi dappertutto. Dalla sua beatificazione, sono state distribuite oltre 2.500 reliquie in tutto il mondo, un segno tangibile della devozione nei suoi confronti, richieste principalmente da sacerdoti e religiosi attraverso i loro vescovi. Viene chiamato “influencer di Dio” o “santo millennial” per aver raggiunto i giovani e gli adolescenti con un messaggio di fede semplice e accessibile.

Nella diocesi di Mendoza, in Argentina, nascerà il primo santuario al mondo dedicato al giovane Carlo. I lavori per la costruzione della nuova chiesa sono iniziati lo scorso mese di marzo a Chacras de Coria. Tante anche le iniziative sorte, in ogni angolo del mondo, con l’arrivo delle reliquie del futuro santo. Come a Indianapolis, nello stato dell’Indiana, nella diocesi di Seattle, ma anche in Belgio e in Germania.

Durante il recente Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, la storia e la santità di Acutis e Frassati sono state protagoniste di un panel dal titolo “Nuovi santi”. Una iniziativa che ha permesso di riflettere sul carisma di questi due giovani nel Giubileo 2025, per i quali amare era l’unica vera possibilità di vivere in pienezza la propria esistenza e raggiungere la felicità piena.

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