giovedì, 25 luglio 2024
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Giro d’Italia sul Grappa: un successo, ora la funivia

Fausto Bosa, presidente della Confartigianato Asolo Montebelluna, propone un grande passo per il Massiccio

Il passaggio del Giro d’Italia sul Grappa, ha dimostrato ancora una volta le potenzialità non solo turistiche, ma anche paesaggistiche e di una vacanza ecosostenibile di questo massiccio. Per tutta la mattinata del 25 maggio, è stata una salita ininterrotta di biciclette lungo il Monte Grappa. Poi, dalle 13, tutti fermi per il passaggio della corsa rosa: un'esplosione di velocità e di entusiasmo. Una pausa non lunga, poi, il Grappa si è ripopolato di biciclette in discesa e di tanti escursionisti. “Abbiamo fatto un piccolo sondaggio, un po’ amatoriale - racconta Fausto Bosa, presidente della Confartigianato Asolo Montebelluna -, ma è emerso che più del 50 per cento degli operatori economici ha lavorato bene”. Per alcuni è stato un sacrificio, anche se le strade sono state chiuse solo per brevi periodi e riaperte subito dopo il passaggio dei ciclisti. Un sacrificio che, però, viene considerato positivamente per il rilancio del territorio.

“Dobbiamo considerare l’indotto. A due giorni dal passaggio abbiamo tante richieste di salire a Cima Grappa. Tante le prenotazioni per ripercorrere, quest’estate, la tappa del giro. I noleggiatori di biciclette, che nel giorno del giro hanno dato fondo a tutto quello che avevano, hanno ancora prenotazioni”.

Grande organizzazione: il giorno dopo, il massiccio era completamente ripulito, un salotto pronto a ricevere ancora i turisti. “Sul tema dei rifiuti mi pare si sia lavorato benissimo, dando informazioni e mettendo in campo i mezzi necessari. Una cura del territorio encomiabile”.

Allora è tempo di rilanciare, di fare un definitivo salto di qualità per il Grappa? “Se si trova una cordata di privati, se gli enti locali sono disponibili, mi pare che il grande passo si possa fare realizzando la funivia. Portare le persone a 1.100, 1.300 metri, aprirebbe la strada a tutti: anziani, giovani, bambini; poi, in cima, i percorsi ad anello sono numerosissimi. Meno pullman, meno auto, il Massiccio rispettato e accessibile. Credo ci si possa pensare. In altri luoghi d'Europa queste cose ci sono e non paiono penalizzare il paesaggio e l'ecosistema, anzi. Certo, non possiamo restare con una Galleria Vittorio Emanuele parzialmente agibile, mentre è uno spazio unico. Non possiamo restare con una sede museale in cima che non ha neppure le didascalie in lingua straniera. Lo spirito del Giro dovrebbe soffiare tutto l’anno”.

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