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Serata in ricordo del professor Romano al Collegio Pio X

Grande divulgatore scientifico, ma anche uomo, capace di lasciare il segno nella vita delle persone

Nella giornata di mercoledì 29 novembre, al Collegio Pio X, è stato ricordato l’illustre professore, astronomo di fama internazionale e amatissimo divulgatore scientifico, Giuliano Romano, nel centenario della sua nascita.

Durante la mattinata dell’evento in sala Pio X, ha ricordato il rettore, monsignor Lucio Bonomo, la figura del grande professore ai ragazzi delle scuole superiori del Collegio. A partire dalle 17, invece, la scuola ha aperto le proprie porte a tutti, dando anche la possibilità di visitare il Planetario, realizzato, primo in Veneto e terzo in Italia, proprio dal professor Romano.

”Molto giovani studenti di tutti i licei del territorio - ha raccontato condividendo un ricordo personale la coordinatrice didattica Laura Catella -, compresa me, arrivavano al Pio X per ascoltare le conferenze del professor Romano. Questo per la sua grande capacità di coinvolgere e di divulgare la scienza con chiarezza, senza mai essere dogmatico. Ha trasmesso con passione una disciplina ostica, che, non mancava di ribadire, implica la conoscenza profonda della matematica. L’auspicio che abbiamo oggi come scuola, è dunque quello di mantenere vivi i suoi insegnamenti, soprattutto quello di guardare sempre al futuro con speranza”.

Un grande divulgatore scientifico, ma anche un uomo capace di lasciare il segno nella vita delle persone, come ha ricordato Francesco Cianci, professore di Matematica e Fisica, preside dei Licei e dell’ITE del Collegio Pio X e organizzatore della serata.

Un uomo, oltre che uno scienziato, capace di interrogarsi sull’universo e allo stesso tempo di riconoscere i propri limiti. “Una frase, mi è rimasta impressa più di ogni altra - ha raccontato l’amico, divulgatore scientifico, Fabrizio Marchi -: mi disse di non dare per scontato che il cervello umano fosse fatto per comprendere l’universo. Ecco, era uno scienziato, ma anche uomo in ricerca, nel suo porsi domande faceva emergere tutta la sua umanità”.

Dopo l’intervento dell’amico, costruttore di meridiane, appassionato astrofilo e scrittore, Enio Vanzin, che ne ha ripercorso la vita, ad allietare il pubblico, anche un particolare intermezzo musicale: nel cosmo i suoni non si propagano, spiegano gli scienziati, ma l’idea del Maestro Andrea Vettoretti è quella di registrare le radiazioni elettromagnetiche cosmiche di fondo e riproporre, dunque, un’esplorazione dell’universo attraverso il “suono” anziché attraverso la tradizionale osservazione ottica. Questi “segnali sonori” che precedono ogni composizione dell’album Quantum one di Vettoretti, cercano di ricreare un’immagine dell’universo fruibile anche per le persone cieche.

La serata è proseguita con la ricostruzione delle sue maggiori scoperte scientifiche, del clima e dell’ambiente in cui è cresciuto e si è formato Romano, grazie all’intervento del professor Gabriele Umbriaco, ricercatore del dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna. In conclusione, la visita del planetario e un brindisi con tutte le persone intervenute.

Giuliano Romano, nato a Treviso il 16 novembre del 1923, laureato in Matematica all’Università degli studi di Padova, è stato professore di Cosmologia e Storia dell’Astronomia all’Università di Padova e, per 33 anni, dal 1949 al 1982, professore di Fisica e Matematica al Collegio Pio X. Ha organizzato a Treviso, a partire dal 1949, i convegni degli Astrofili veneti. Presidente dell’Ateneo di Treviso e fondatore e direttore dell’associazione Astrofili trevigiani, grazie alle sue osservazioni celesti, è stato il primo astronomo dilettante nel mondo e il primo italiano a scoprire una supernova extragalattica. Ha scoperto, inoltre, oltre trecento stelle variabili, sulle quali i suoi studi si sono concentrati a lungo. Dal 1976 al 2006 ha creato e sostenuto la Scuola aperta di Astronomia, all’interno del Collegio Pio X. È autore di oltre trecento lavori scientifici pubblicati in autorevoli riviste italiane e straniere e di numerosi libri, sia nel campo dell’astronomia sia in quello dell’archeoastronomia.

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