giovedì, 08 maggio 2025
Meteo - Tutiempo.net

Progetto “Spazi vivi”, il bar è inclusivo

Si diffondono nel territorio originali esperienze di inserimento lavorativo per persone con disabilità

Attivare persone svantaggiate per attività sociali è anche più complesso, rispetto a un tradizionale inserimento lavorativo. Nelle province della diocesi, tuttavia, queste esperienze cominciano a essere numerose. C’è il bar gestito da personale in parte con disabilità, all’interno del parco della Bissuola, a Mestre. Si chiama “Double C” il punto d’incontro all’interno del parco Albanese. Viene utilizzato da chi frequenta la piscina, ma anche da chi passeggia nel parco o vive nei dintorni. Impiega per il servizio persone con disabilità e per loro è un’occasione di socialità, un progetto condiviso tra la cooperativa sociale Sarha e la polisportiva Terraglio, sostenuto dall’Amministrazione comunale di Venezia. Angela Spano dell’Anffas di Mestre spiega: “Questa esperienza del bar permette ai nostri ragazzi di fare servizio e di interfacciarsi con il personale del locale e con l’utenza, sperimentando nel concreto l’inclusione”.

Nella Marca trevigiana, l’ultimo progetto partito è quello di “Spazi vivi”, realizzato nel comune di Pieve del Grappa. Ulss 2 Marca Trevigiana, cooperativa “Vita e lavoro” e Amministrazione comunale hanno affidato, a un gruppo di persone con disabilità, e ad altro personale normodotato, la gestione del bar realizzato all’interno della sede del municipio di Paderno. Quello inaugurato lo scorso 30 settembre è uno spazio “propulsore di condizioni socializzanti e occupazionali favorevoli a inclusione, scambio, dialogo”.

“L’obiettivo - ci viene spiegato dalla cooperativa - è stimolare la nascita di un polo socio-aggregativo locale dove le persone con disabilità e gli operatori possano diventare parte integrante della Comunità, svolgendo attività nel territorio per i cittadini e garantendo servizi utili a Comune, alla parrocchia, ad associazioni ed enti, così da arricchire lo scambio nei rapporti e favorire il benessere di tutti”. Lo spazio è aperto dal lunedì al venerdì, e impiega quattro persone con disabilità del territorio, supportate durante alcune giornate da un gruppo di utenti e operatori dei Centri diurni di Asolo e Pederobba della cooperativa “Vita e lavoro”.

L’auspicio è che diventi uno spazio aperto a tutti, un ambiente trasversale dove incontrarsi e fare attività insieme. I disabili contribuiscono a gestire un’aula studio, un punto ristoro, dei laboratori creativi per bambini, la preparazione quotidiana dei tavoli per circa 150 alunni, infine collaborano a iniziative locali con enti e associazioni del territorio.

Un’altra realtà significativa è la Rete alta padovana che raccoglie in particolare le cooperative di tipo A e di tipo B del Camposampierese. Gestisce uno sportello lavoro per collegare domanda e offerta relativa ai lavoratori con disabilità. “Ci occupiamo - spiega il presidente del Consorzio, Armando Mattesco - di tirocini per mettere a frutto le abilità disponibili. Spesso questi percorsi mettono in grado le persone con disabilità di svolgere occupazioni che prevedono contatto con il pubblico: centralinista, addetto al bar, alla mensa”.

“I tempi sono complicati - lamenta Mattesco -, perché ormai gli appalti sono raramente riservati solo alle cooperative sociali, come avveniva un tempo. Con il nuovo codice degli appalti le Amministrazioni non si prendono i rischi di gare riservate. Una volta con i Comuni si andava a trattativa diretta. Nonostante questo riusciamo comunque a impiegare tutte le persone con disabilità che hanno seguito il percorso di tirocinio, speriamo di riuscirci anche in futuro”.

SEGUICI
EDITORIALI
archivio notizie
10/04/2025

Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...

TREVISO
il territorio