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“Un dolore troppo forte”. Il vescovo Cipolla dopo il ritrovamento di Giulia

“La notizia del ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, dopo giorni di angoscia e trepidazione, è un dramma e un dolore troppo forte”: è il commento del vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, che ha seguito l’avvicendarsi delle notizie di questi giorni. Il corpo della giovane è stato rinvenuto sabato, in Friuli, nei pressi del lago di Barcis. Ieri l’arresto del fidanzato, Filippo Turetta, che riuscito a fuggire all’estero e arrestato a Lipsia, nel nordest della Germania

“La notizia del ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, dopo giorni di angoscia e trepidazione, è un dramma e un dolore troppo forte”: è il commento del vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, che ha seguito l’avvicendarsi delle notizie di questi giorni. Il corpo della giovane è stato rinvenuto sabato, in Friuli, nei pressi del lago di Barcis. Ieri l’arresto del fidanzato, Filippo Turetta, che riuscito a fuggire all’estero e arrestato a Lipsia, nel nordest della Germania.

Il vescovo Cipolla: “L’ora della preghiera e del silenzio”

“Ora è il momento del silenzio e della preghiera – prosegue il vescovo –. Esprimo, a nome della Chiesa di Padova, la mia vicinanza al papà, alla sorella e al fratello di Giulia e a tutta la sua famiglia già tanto provata nel dolore in questi anni, così pure ai genitori e ai familiari di Filippo. Per tutti loro quanto accaduto è un dolore indescrivibile. Prego e invito a pregare per loro e a non rincorrere parole di odio. La violenza, di qualsiasi forma e modalità, non è mai la soluzione. Ora è il momento della vicinanza, della consolazione e del silenzio”. Il presule esorta: “Siamo invitati tutti, società civile e Chiesa, a trovare tempi e luoghi per riflettere, per capire come accompagnare e sostenere i giovani d’oggi, le loro fragilità e i loro sogni, i loro desideri e le loro paure, le speranze e le delusioni”. per mons. Cipolla, “fatti come questi ci interpellano profondamente. Preghiamo per i nostri giovani. Preghiamo per Giulia, la cui vita è stata tragicamente spezzata nel fiore dei suoi anni, a un passo dal realizzare i suoi sogni di giovane donna. Preghiamo per Filippo. Preghiamo per queste due famiglie distrutte da un dolore che le supera. Preghiamo per gli amici e per le comunità che hanno visto crescere questi ragazzi, il Signore raccolga le loro lacrime”.

Lutto regionale disposto da Zaia

“Ho dato disposizioni perché nel giorno delle esequie di Giulia sia dichiarato il lutto regionale. Avremo tutte le bandiere delle istituzioni a mezz’asta e l’intero Veneto si stringerà in un abbraccio alla famiglia, gli amici di Giulia, a tutti coloro che le hanno voluto bene. Il dolore e lo sgomento coinvolgono, in queste giornate, l’intera comunità veneta: ci si interroga sui perché di una vita spezzata senza senso, sull’oltraggio a una ragazza che era simbolo per il proprio impegno nella vita e per il suo sorriso gentile, che abbiamo imparato a conoscere anche dai racconti di chi più le era vicino”, rende noto il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, all’indomani del ritrovamento del corpo senza vita di Giulia Cecchettin.

“Società avvelenata da mancanza di rispetto”

“Oltre ad affermare la necessità di investire nell’educazione relazionale (e non solo quella sessuale) dei giovani e nei programmi pubblici di prevenzione, credo sia diventato indispensabile rilanciare una educazione ai valori della vita e della sacralità della persona umana”. Ad affermarlo è lo psicologo Marco Piccolo, responsabile del Sidef Calabria, associazione non profit di famiglie, commentando l’orribile uccisione di Giulia Cecchettin e i sospetti che si stanno accumulando sull’ex fidanzato. Per Piccolo, “appiccicare” su Filippo Turetta “un’etichetta psicopatologica o psichiatrica” è “una generalizzazione ed un grave errore”. “La verità – spiega – è che il male esiste e agisce, ma noi uomini che viviamo questi tempi dominati dal narcisismo collettivo, dall’egoismo sfrenato, dall’arroganza del progresso tecnologico e scientifico, dalla rinuncia alla spiritualità, dalla derisione delle religioni e dal rifiuto delle antropologie tradizionali, non riusciamo più a vederlo e a contrastarlo. Io credo che la nostra società sia sempre più avvelenata dalla mancanza di rispetto per la vita e per la sacralità della persona”. “Solo la retorica del mainstream può farci pensare che stiamo vivendo la vita migliore, l’epoca migliore, il mondo migliore. A me sembra invece che le barbarie continuano ad avvenire e in modi sempre peggiori e ‘indolori’: piangiamo solo per ciò che il mainstream mette sotto il riflettore, del resto non ci importa, fosse anche la cosa più tremenda”. Secondo Piccolo, insomma, “le violenze nella coppia, sempre più frequenti e feroci, non sono (solo) frutto di presunte psicopatologie, ma sono anzitutto il prodotto della nostra società contemporanea, egoistica, egocentrica e sprezzante dell’altro, del suo valore, della sua sacralità. Valori oggi distrutti nel più ‘politically correct’ dei modi: la loro relativizzazione”. Di qui la necessità, oltre che di una educazione affettiva e relazionale dei giovani, di “una educazione ai valori della vita e della sacralità della persona umana”. Un approccio culturale che, conclude, “non solo può contribuire a interpretare e quindi prevenire comportamenti violenti, ma anche promuovere una comprensione più profonda di sé e degli altri, e quindi favorire convivenze – nelle coppie, in famiglia, nel lavoro, fra gli Stati – più autenticamente umane, dignitose e pacifiche”.

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