Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
E’ morto il presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano, l’ex presidente della Repubblica italiana, eletto per due volte alla più alta carica dello Stato, è morto questa sera, 22 settembre, a Roma. Aveva 98 anni ed era ricoverato nella clinica romana Salvator Mundi. Le sue condizioni di salute si erano aggravate nell’ultimo periodo, tanto che Papa Francesco nell’ultima udienza generale di mercoledì scorso aveva invitato i fedeli a rivolgere un pensiero e una preghiera al presidente emerito della Repubblica italiana, definendolo un “servitore della patria”.
Questa sera in un telegramma alla signora Clio Bittoni Napolitano, Francesco esprime i suoi “sentimenti di commozione e al tempo stesso di riconoscenza per questo uomo di Stato, che nello svolgimento delle sue alte cariche istituzionali, ha manifestato grandi doti di intelletto e sincera passione per la vita politica italiana, nonché vivo interesse per le sorti delle nazioni”. Il Papa scrive di conservare “grata memoria degli incontri personali avuti con lui, durante i quali - afferma - ne ho apprezzato l’umanità e la lungimiranza nell’assumere con rettitudine scelte importanti, specialmente in momenti delicati per la vita del Paese, con il costante intento di promuovere l’unità e la concordia in spirito di solidarietà, animato dalla ricerca del bene comune”.
Appena saputa la notizia, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime profondo dolore e sentimenti di gratitudine della la Repubblica alla memoria di Napolitano e il cordoglio ai familiari della Nazione. “Nella vita di Giorgio Napolitano si specchia larga parte della storia della seconda metà del Novecento, con i suoi drammi, la sua complessità, i suoi traguardi, le sue speranze - si legge nel testo -. Di lui Mattarella ricorda che fin dalla frequentazione giovanile dell’ambiente culturale napoletano, all’adesione alla causa antifascista e al movimento comunista, all’impegno “per lo sviluppo del Mezzogiorno e delle classi sociali subalterne, sino poi alla convinta opera europeistica e di rafforzamento dei valori delle democrazie, il presidente Napolitano ha interpretato significative battaglie per lo sviluppo sociale, la pace e il progresso dell’Italia e dell’Europa”. Come membro del Parlamento Europeo, e presidente della sua Commissione Affari costituzionali, scrive ancora Mattarella, “promosse il rafforzamento delle istituzioni comunitarie per un’Europa sempre più autorevole e unita”. Nei suoi autorevoli ruoli ricoperti nello Stato italiano, afferma infine, Napolitano “ha interpretato con fedeltà alla Costituzione e acuta intelligenza il ruolo di garante dei valori della nostra comunità, con sentita attenzione alle istanze di rinnovamento presenti nella società. Votato alla causa dei lavoratori, inesauribile fu la sua azione per combattere la spirale delle morti sul lavoro”.
Napolitano era nato a Napoli il 29 giugno del 1925. Già attivo politicamente negli ambienti universitari (si laureò in Giurisprudenza nel 1947), dopo una breve esperienza nei Gruppi universitari fascisti, a partire dal 1942 fece parte di gruppi antifascisti per poi aderire, nel 1945, al Partito Comunista Italiano (Pci), di cui fu militante e poi dirigente fino alla costituzione del Partito Democratico della Sinistra (1991). Fu eletto alla Camera dei deputati per la prima volta nel 1953. La sua attività parlamentare si concentrò all’inizio sui problemi del Mezzogiorno, per poi rivolgersi ai temi dell’economia nazionale e della politica internazionale. Esponente e leader della cosiddetta ala “migliorista” del Pci (che sosteneva l’accettazione e la riforma del capitalismo), Napolitano fu il primo dirigente di un un partito comunista a ricevere l’autorizzazione a recarsi negli Stati Uniti (era il 1978) per tenere una serie di conferenze. Dal 1989 al 1992 fu membro del Parlamento europeo, prima di essere eletto presidente della Camera dei Deputati fino al 1994. Sotto il governo guidato da Romano Prodi fu ministro dell’Interno (dal 1996 al 1998). Nel 1999 fu eletto al Parlamento europeo, dove fino al 2004 fu presidente della Commissione Affari costituzionali. L’anno successivo venne nominato senatore a vita da Carlo Azeglio Ciampi. Il 10 maggio del 2006 fu eletto Presidente della Repubblica con 543 voti e il 20 aprile del 2013 venne rieletto con 783 voti. Il 14 gennaio del 2015 rassegnò le dimissioni, già annunciate al momento della rielezione. (Vatican News)