martedì, 29 aprile 2025
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STORIE DI NATALE: il video che svela il volto inedito di Luciana Littizzetto: "Mica è brutto essere buonisti!"

Tutto è partito dalla relazione che si è creata con le Discepole del Vangelo, che hanno una comunità a Torino. “Lucianina”, in un video inviato per un convegno a Castelfranco parla di accoglienza e mondialità, portando la sua storia personale.

Non la conosciamo più solo per la sua sagace ironia (che magari a volte può sembrare “eccessiva”) o le pungenti battute scambiate con Fabio Fazio ma, da qualche tempo, anche per i monologhi su temi importanti, contro la violenza sulle donne, i figli adottati o in affido, l’autenticità della bellezza. Tra questi ce n’è uno che inedito non è, ma per ora è rimasto sconosciuto ai più: è quello – presentato ad un incontro pubblico organizzato la scorsa estate a Castelfranco – in cui la comica e attrice torinese Luciana Littizzetto, salutando i partecipanti al convegno, parla di globalizzazione e di accoglienza dei migranti. Con la semplicità, ed in alcuni punti l’ironia, che la contraddistinguono, parte dalla sua esperienza personale, racconta come la pensa e, in chiusura dà pure un bel suggerimento per i regali da mettere sotto l’albero. Potere delle relazioni, si direbbe, quelle con le Discepole del Vangelo, che da Torino (dove le religiose hanno aperto da qualche tempo una comunità) hanno coinvolto la Littizzetto prima a leggere il libro del castellano Davide Rossanese “Io atipica-mente down”, recentemente edito, per poi scriverne la delicata, semplice e bellissima prefazione, e appunto a girare un breve video su un tema senza dubbio “spinoso”, specie per un personaggio pubblico.

Esperienze di accoglienza
Lei, la Lucianina nazionale, ne esce davvero in modo nuovo e forse anche per questo fino ad ora continua a mantenere l’esperienza molto riservata. “La mia opinione – dice all’inizio – conta come il due di picche; quello che faccio, nel mio piccolo, è aiutare come posso le persone. Ho un appartamentino in cui ospito dei migranti, nello specifico in questo momento accolgo una signora curda sola con un bambino piccolo. Ora mi aiutano degli amici, ma fino a poco tempo fa gestivo la situazione da sola. Poca cosa, niente di che, faccio ciò che posso, insieme alla Caritas”.
Poi, apre la sua riflessione con la gestualità che le è tipica, ad un orizzonte più ampio: “Naturalmente non sono in grado di fare una analisi geopolitica specifica. Quello che so è che viviamo in un mondo di globalizzazione, dove i confini e le frontiere non esistono più e quindi mi sembra anacronistico, fuori tempo, folle, costruire dei muri. Se tu ti mostri disponibile nei confronti dello straniero ti danno della buonista. E questa sembra una idea condannabile”. Se la Littizzetto deve scegliere, dice che preferisce essere “buonista” piuttosto che “cattivista”.
Un consiglio per Natale
C’è grande differenza tra il buon senso e il senso comune – prosegue -. Il senso comune vuol dire omologarsi a quello che pensano tutti, è evidente che se hai poca cosa difendi quello che hai. Ma se ne hai di più ti senti “tranquillo”. Il buon senso invece risponde alla singola persona ed è anche un atto politico fortissimo. Io lo preferisco anche perché sono convinta che l’io si definisce più nel confronto con il tu che da solo”.
E poi, verso la fine, arriva la proposta, Luciana Littizzetto la indica alle sue spalle: “A casa abbiamo appiccicato una cartina gigantesca del mondo alla parete, la consiglio a tutti, compratela dove volete, attaccatela con la colla o chiamate il tappezziere che vi fa il lavoro. Questo secondo me è un simbolo. Dice dell’idea che io voglio vedere il mondo, voglio sapere dove stanno i confini, quello che succede e capire perché, per esempio, la gente arriva da noi, così vicini come siamo alla Libia. Poca cosa, piccola, però si può fare. Soprattutto per i nostri ragazzi che così intuiscono cosa sta succedendo”. Saluta le suore, dicendo con tono un po’ beffardo che è quasi incredibile siano ora così vicine. E unisce i due indici delle mani, con aria sorniona.

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