Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Azione cattolica, vivi all'altezza della tua storia!
Papa Francesco ha poi incitato i presenti a “non camminare con gli occhi all’indietro, farete uno schianto; mettersi comodi in poltrona tra l’altro - ha aggiunto scherzando - ingrassa e fa male al colesterolo”. La gioia dei trecento arrivati in piazza San Pietro dalla diocesi di Treviso.

“Azione Cattolica, vivi all’altezza della tua storia!” Questo è stato il grande invito che papa Francesco ha rivolto ai circa settantamila presenti che si sono riuniti in piazza San Pietro per festeggiare i centocinquant’anni dell’Azione Cattolica Italiana.
Il discorso del papa è stato gioioso e ricco di spunti di riflessione, interrotto più volte dagli intensi applausi e dai cori che ragazzi, giovani e adulti rivolgevano al Santo Padre per dimostrare il loro affetto.
Papa Francesco ha voluto fin da subito ricordare come “quello dell’Azione Cattolica Italiana fu un sogno, nato dal cuore di due giovani, Mario Fani e Giovanni Acquaderni, che è diventato nel tempo cammino di fede per molte generazioni e vocazione alla santità per tantissime persone”. Una storia lunga centocinquant’anni anni ripercorsa nel momento di festa, che ha preceduto l’arrivo del Santo Padre, e sottolineata dagli interventi del presidente e dell’assistente ecclesiastico dell’Associazione, Matteo Truffelli e mons. Gualtiero Sigismondi.
Il papa, nel suo discorso, ha innanzitutto ricordato come “avere una bella storia alle spalle non serve per camminare con gli occhi all’indietro, non serve per guardarsi allo specchio, non serve per mettersi comodi in poltrona. Non dimenticare questo”. E ha poi incitato i presenti a “non camminare con gli occhi all’indietro, farete uno schianto; mettersi comodi in poltrona tra l’altro - ha aggiunto scherzando - ingrassa e fa male al colesterolo”.
Per questi motivi, papa Francesco ha incoraggiato i fedeli a “continuare a essere un popolo di discepoli-missionari che vivono e testimoniano la gioia di sapere che il Signore ci ama di un Amore infinito”. Questo è stato il prezioso insegnamento dei grandi testimoni di santità dell’AC, tra i quali il papa ha ricordato Giuseppe Toniolo, Armida Barelli, Piergiorgio Frassati, Antonietta Meo, Teresio Olivelli, Vittorio Bachelet. “Dovete vivere all’altezza di queste donne e questi uomini che vi hanno preceduto”, ha esclamato il Santo Padre.
Nel discorso non è mancato un richiamo all’azione concreta nelle parrocchie: “vi invito a portare avanti la vostra esperienza apostolica radicati in parrocchia, che non è una struttura caduca, perché è presenza ecclesiale nel territorio. La parrocchia - ha spiegato Francesco - è lo spazio in cui le persone possono sentirsi accolte così come sono e possono essere accompagnate a crescere nella fede e nell’amore per il creato e per i fratelli”. Questo è possibile solo se “l’AC che vive in parrocchia non si chiude in sé stessa, ma aiuta la parrocchia perché rimanga in contatto con le famiglie e con la vita del popolo”. Ogni iniziativa dell’AC deve essere quindi “destinata all’evangelizzazione e non all’autoconservazione”.
Anche l’AC della diocesi di Treviso è stata presente a quest’incontro, con ben duecentosessanta persone entusiaste per aver visto il Santo Padre. “L’augurio che mi porto a casa - ha affermato Monica, del settore giovani - è quello di essere discepoli-missionari che testimoniano l’Amore infinito con cui il Signore ci ama”. Laura, del settore adulti, ha sottolineato come “grazie alle parole di Francesco molti ragazzi, giovani e adulti si sono sentiti invitati a sognare una vita bella e piena di gioia da portare nella propria realtà parrocchiale e nelle situazioni di vita ordinarie”.
AMPI SERVIZI SUL NUMERO DELLA VITA DEL POPOLO IN USCITA