martedì, 29 aprile 2025
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La corsa delle gazzelle e la "nostalgia" di Dio

Antoine de Saint'Exupery, autore del “Piccolo principe”, rievoca in un'altra sua opera: “Terra degli uomini”, esperienze suggestive e illuminanti della sua vita di pilota. L'autore scorge nelle gazzelle l'immagine di ciò che anche noi siamo: portatori del desiderio profondo di più ampi spazi in cui far danzare tutta la forza e l'energia che abbiamo dentro.

“Ho allevato gazzelle… Le chiudevamo in una casa di graticolato all'aria aperta, perché le gazzelle hanno bisogno dell'acqua corrente dei venti...Le crediamo addomesticate... ma viene il giorno in cui le trovate che premono le loro piccole corna contro il recinto, nella direzione del deserto... Ciò che cercano voi lo sapete, si tratta della distesa che le farà complete. Vogliono diventare gazzelle e danzare la loro danza. A centotrenta chilometri all'ora, vogliono conoscere la fuga rettilinea, spezzata da bruschi scatti...”. Antoine de Saint'Exupery, autore del “Piccolo principe”, rievoca in un'altra sua opera: “Terra degli uomini”, esperienze suggestive e illuminanti della sua vita di pilota. L'autore scorge nelle gazzelle l'immagine di ciò che anche noi siamo: portatori del desiderio profondo di più ampi spazi in cui far danzare tutta la forza e l'energia che abbiamo dentro. Eppure tante volte ci pare di vivere in un mondo che vuole addomesticare quel “gusto per l'eterno” che ci abita in cuore. Saint-Exupery guardando alle gazzelle, apparentemente addomesticate, guarda a se stesso:“Le guardate e pensate: eccole prese dalla nostalgia. La nostalgia è il desiderio di non si sa che...L'oggetto del desiderio esiste, ma non ci sono parole per esprimerlo. E, a noi, che cosa manca?” Una domanda che papa Francesco più volte pone: “Sono tranquillo, non ho bisogno di niente... La mia nostalgia si è spenta? Chiediamoci come è la nostra nostalgia di Dio? Siamo felici così, o tutti i giorni abbiamo questo desiderio di andare avanti? Il Signore ci dia questa grazia: che mai, mai, mai si spenga nel nostro cuore la nostalgia di Dio!”. Nella lingua portoghese la parola “saudade”, che traduciamo con “nostalgia”, ha un senso molto più suggestivo. Gilberto Gil, noto musicista brasiliano, ce lo spienga cantando: “La saudade è un sentimento; è la struggente presenza di un'assenza... Povero colui che crede nella gloria e nel denaro per essere felice”. Il mondo ci addomesticherà il giorno in cui non proveremo più nostalgia di Dio, quando non lo sentiremo più come “un'assenza che brucia” (Rainer Maria Rilke).

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