Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Giovani: veglia col Vescovo, al centro il tema del lavoro
Il 9 aprile, in palestra della chiesa Votiva a Treviso, un incontro tra preghiera, musica, danza e testimonianze, per riflettere sulla dignità del lavoro

Il sabato delle Palme due tradizioni della nostra diocesi si intrecciano: il concerto della Pastorale sociale e la Veglia dei giovani della Pastorale giovanile. Il 9 aprile alle 20.30 il Vescovo incontrerà i giovani in palestra della chiesa Votiva a Treviso, riuniti sotto un tema particolare, quello del lavoro.
La pagina biblica che farà da sfondo è quella della chiamata degli operai della vigna a varie ore del giorno (Mt 20, 1-16): diversi “inviti” che rappresentano altrettante situazioni di vita e di accesso, non sempre facile, al mondo del lavoro.
Sarà un incontro di preghiera, musica, danza e testimonianze. Saranno ascoltate diverse voci tutte legate al lavoro. Giovani uomini e donne, di diverse nazionalità, provenienti dal mondo dell’impresa, della sanità, della politica, iniziatori di start up, ecc.
Un messaggio nel quale la Chiesa si pone in atteggiamento di ascolto e guida, perché la strada si fa insieme. Accanto ai giovani, per metterli al centro della propria cura, alle spalle per incoraggiarli a non temere quel futuro che li attende. Ma la parte più delicata, forse, sarà porsi davanti per poter indicare loro quelle che sono le intuizioni della Dottrina sociale: il rispetto della persona, del bene comune e dell’ambiente, punti di partenza e di arrivo per ogni uomo di buona volontà.
Ricchezza di messaggi e di linguaggi dove non solo le parole, ma anche la musica a opera di “Musicalmente Orchestra”, e la danza grazie a “Asd Urban School” arricchiranno l’incontro. Si cercherà di dar voce a quelle domande, intuizioni, problematiche, valori che il mondo del lavoro porta con sé, ma che raramente trovano un microfono per essere ascoltati e una pagina di Vangelo per essere interpretati.
Nella canzone che aprirà la veglia, il cantante Ultimo in “Buongiorno Vita”, dice: “Buongiorno, vita che mi stai aspettando, ho tutto pronto, passi per di qua? Su, dai, non vedi che mi sto perdendo?”. Partiremo, nella riflessione, proprio da questo smarrimento che molti giovani, non solo a causa della pandemia o della guerra, stanno vivendo. Persi in un mondo, anche quello del lavoro, dove non si arriva preparati, dove il salto dopo la scuola appare sempre più un “salto mortale”, dove si immaginava di poter fare ed essere, e invece non è così.
Una realtà, quella del lavoro, che vede papa Francesco in prima linea. Proprio lui ha voluto dedicare l’anno appena trascorso alla figura di san Giuseppe, il falegname. Nel testo Patris Corde scrive: “San Giuseppe era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia. Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro”. In questo nostro tempo, nel quale il lavoro sembra essere tornato a rappresentare un’urgente questione sociale è necessario comprendere il significato del lavoro che dà dignità”.
Come è importante tornare a parlare della dignità del lavoro e della dignità che dà il lavoro. La Bibbia ci ricorda che Dio stesso si è sporcato le mani per plasmare l’uomo e Gesù, suo figlio, ha frequentato la “scuola” del lavoro del padre. Come cristiani dobbiamo combattere quella visione che vede il lavoro come alienazione. Ma una seconda battaglia va sicuramente fatta perché esso, il lavoro, sia, accanto ad altri, luogo di realizzazione di sé, di miglioramento del mondo e luogo di solidarietà.