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Mons. Gardin, una ricca eredità

Il 7 febbraio 2010 mons. Gianfranco Agostino Gardin, dopo essere stato nominato vescovo di Treviso da papa Benedetto XVI il 18 dicembre 2009, faceva il suo solenne ingresso a Treviso. Da quel giorno è trascorso quasi un decennio. Diventa allora opportuno chiedersi che cosa è cambiato in questo tempo nel contesto sociale e culturale, nella società civile; come la Chiesa di Treviso ha saputo affrontare le sfide che le erano rivolte, in che cosa è cresciuta. È vero che stiamo vivendo un ridimensionamento della vita di fede e  siamo sempre tentati di rilevare le criticità, le difficoltà, le carenze. Queste domande, invece, aiutano a far memoria e a custodire i passi fatti e il bene che il Signore ha potuto compiere in questi anni nella nostra Chiesa sotto la guida di mons. Gianfranco Agostino Gardin, e insieme a guardare al futuro che ci attende.

Il 7 febbraio 2010 mons. Gianfranco Agostino Gardin, dopo essere stato nominato vescovo di Treviso da papa Benedetto XVI il 18 dicembre 2009, faceva il suo solenne ingresso a Treviso. Da quel giorno è trascorso quasi un decennio.

Nel lungo cammino che la Chiesa di Treviso va facendo nel corso dei secoli per annunciare e testimoniare il Vangelo dieci anni possono sembrare un periodo abbastanza breve, non lo sono tuttavia se rapportati al ciclo di vita di una persona. Diventa allora opportuno chiedersi che cosa è cambiato in questo tempo nel contesto sociale e culturale, nella società civile; come la Chiesa di Treviso ha saputo affrontare le sfide che le erano rivolte, in che cosa è cresciuta. È vero che stiamo vivendo un ridimensionamento della vita di fede e  siamo sempre tentati di rilevare le criticità, le difficoltà, le carenze. Queste domande, invece, aiutano a far memoria e a custodire i passi fatti e il bene che il Signore ha potuto compiere in questi anni nella nostra Chiesa sotto la guida di mons. Gianfranco Agostino Gardin, e insieme a guardare al futuro che ci attende.

 

Con la Chiesa che è in Italia

Ripercorrendo il decennio è importante volgere lo sguardo all’orizzonte del cammino della Chiesa italiana e più in generale di quella universale. L’inizio del ministero a Treviso si colloca quasi a metà percorso di due eventi rilevanti: il 4° Convegno Ecclesiale Nazionale, svoltosi a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006, sul tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo” e il 5° Convegno, celebratosi a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015 sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, appuntamenti nei quali il “convenire” di tutte le componenti ecclesiali e di tante esperienze e volti di Chiesa si offre come verifica del cammino pastorale e insieme di rilancio. Tra i due convegni ecclesiali nazionali, dal 13 al 15 aprile 2012, a distanza di oltre vent’anni dal primo, si svolge ad Aquileia il secondo Convegno ecclesiale delle Chiese del Nordest sul tema: “Testimoni di Cristo, in ascolto”.

Il 27 maggio 2010 vengono pubblicati gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, “Educare alla vita buona del Vangelo”. Più volte il documento fa riferimento come priorità pastorale a rivolgere l’attenzione sia per quanto riguarda il primo annuncio della fede, sia per ciò che riguarda la catechesi e la formazione permanente al mondo degli adulti, rendendo gli itinerari formativi adatti al tempo presente e significativi per la vita delle persone. Mons. Gardin assume fin da subito queste istanze, come si può rilevare dalle sue lettere pastorali: formare cristiani adulti nella fede per una Chiesa adulta può essere la finalità che ben sintetizza la sua azione pastorale, come pure uno degli obiettivi che si è posto visitando le Collaborazioni pastorali e le parrocchie tra il 2012 e il 2016. Di qui si sono avviati i percorsi per formare i catechisti adulti del battesimo e successivamente, a partire dal 2016, gli animatori laici dell’iniziativa “Il Vangelo nelle case”, attuata per avvicinare sia coloro che sono a margine della vita della comunità cristiana, sia i “cristiani della soglia”, sia quanti, pur partecipando normalmente alla vita della comunità, non hanno familiarità con la Parola di Dio.

 

Sotto il segno di papa Francesco

In questo decennio è arrivata, come uno tsunami, l’elezione di papa Francesco, nuovo nella provenienza, nel nome, nello stile e nel linguaggio, capo di una Chiesa in uscita, “ospedale da campo”, attenta alle periferie esistenziali. La sua prima esortazione pastorale, Evangelii Gaudium (2013) ha tracciato il cammino per la Chiesa universale per questi e i prossimi anni. Il doppio Sinodo sulla famiglia (2014-2015) e l’esortazione che ne è uscita, Amoris Laetitia, hanno riportato al centro dell’attenzione questa importante realtà e hanno ridato fiato e speranza a chi testimonia, con gioia e fatica insieme, la bellezza di questa vocazione. Un tema centrale del pontificato è senz’altro quello della misericordia, che papa Francesco ha voluto sottolineare indicendo un Giubileo straordinario, (2015-2016) particolarmente sentito dai fedeli. 

Nell’enciclica Laudato si’ (2015) il Papa tratta il tema dell’ambiente, per costruire un’ecologia integrale che comprenda l’uomo. Nel 2018 si è celebrato il Sinodo su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, al cui evento preparatorio hanno partecipato a Roma in pellegrinaggio 800 giovani trevigiani. Papa Francesco ha più volte ribadito l’importanza di uno stile sinodale nella vita della Chiesa, attraverso il quale tutte le componenti sono coinvolte nel discernimento e nei processi decisionali, dove è necessario esprimersi con libertà e ascoltare con umiltà. La Chiesa di Treviso lo ha fatto proprio soprattutto con il Cammino Sinodale.

 

Una Chiesa viva

È difficilmente documentabile in sintesi la vitalità delle comunità parrocchiali, delle associazioni presenti nel territorio: Azione cattolica (terza in Italia per numero di aderenti), gli scout (Agesci ed Fse), i movimenti. Può essere utile dare uno sguardo alle novità che la diocesi ha offerto in questi anni.

Mons. Gardin ha ordinato 35 nuovi preti e 6 nuovi diaconi permanenti: non sono certamente pochi dati i tempi, ma i sacerdoti, che erano 444 al suo arrivo, ora sono 365. Il Seminario ha mantenuto viva l’animazione vocazionale, offrendo nuove iniziative (come l’attenzione data ai chierichetti) che hanno permesso di aver ancora a Treviso un seminario minore residenziale. Anche il trasferimento della sede della Comunità Vocazionale per giovani e adulti a Cendon di Silea lo scorso anno si è rivelato promuovente.

In molte comunità parrocchiali è stato avviato, dopo un quindicennio di sperimentazione, il progetto Sicar, predisposto dall’ufficio Catechistico diocesano che prevede un profondo rinnovamento della catechesi per l’iniziazione cristiana. Si tratta di un percorso che fa interagire più dimensioni della vita di un ragazzo, più soggetti (famiglia, ragazzi, comunità), ma anche della fede (annuncio, liturgia, carità).

La Caritas Tarvisina ha promosso numerosi progetti locali e internazionali, ha accompagnato le famiglie in difficoltà per la crisi economica, si è adoperata per gli immigrati, i profughi, i richiedenti asilo, ha dedicato la sua attenzione al carcere e ai senza fissa dimora, ha profuso energie per la formazione nelle scuole e nelle parrocchie. È sorto un coordinamento tra alcuni uffici di pastorale per favorire itinerari di formazione alla prossimità; è stato avviato il servizio del ministero della consolazione per chi soffre nel corpo e nello spirito.

La Pastorale giovanile ha offerto come nuove possibilità le tre giorni bibliche e i pellegrinaggi in Terra Santa.

La diocesi ha aperto una nuova missione in Paraguay, sempre nella diocesi di S. Juan Bautista, dove è presente da diversi anni, tenendo aperte quelle di Manaus in Brasile e di Fianga in Ciad.

La famiglia è stata un’attenzione costante della pastorale in questo decennio; oltre a continuare le iniziative avviate, l’Ufficio diocesano ha iniziato altri percorsi per le famiglie ferite e le nuove unioni (quelle cosiddette irregolari) e ha prodotto strumenti per la formazione di coppia e di gruppo su affettività e sessualità. Il Centro della Famiglia, che ha varcato la soglia dei 40 anni di attività rinnovandosi, ha proposto il Progetto Fertilità, ha promosso collaborazioni con le scuole e ha aperto lo scorso anno il Consultorio Familiare socio-sanitario. L’Azione cattolica ha sostenuto il Progetto Giovani Famiglie, dedicato alle coppie con meno di dieci anni di matrimonio, al fine di far sorgere nel territorio gruppi famiglie.

La nostra diocesi in questo decennio ha investito anche in formazione e cultura. Si è consolidato l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, in collaborazione con la diocesi di Vittorio Veneto e ora anche di Belluno. Si è rinnovata la Scuola di Formazione Teologica, con un legame più stretto con gli uffici diocesani di pastorale. L’Ufficio Beni Culturali ha avviato il censimento delle chiese, al Museo Diocesano sono state allestite diverse mostre; l’Archivio Storico sta completando l’inventariazione; la Biblioteca diocesana ha catalogato on-line quasi 200.000 testi.

Questa carrellata non rende conto della ricchezza pastorale della diocesi ma ci fa cogliere almeno che non mancano le risorse per continuare con rinnovato impegno il cammino. (mons. Stefano Chioatto)

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