martedì, 22 aprile 2025
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CRONACHE DALLA PANDEMIA: Erasmus, c'è chi torna e chi rimane all'estero, testimonianze da Spagna e Portogallo

Alla fine gli studenti in Erasmus di Madrid si sono arresi. In Spagna la situazione del contagio è drammatica. le cose sono un po' più tranquille, invece, in Portogallo. Ecco i racconti degli studenti.

Alla fine gli studenti in Erasmus di Madrid si sono arresi. “La Farnesina ci aveva proposto subito di partire con Alitalia. Poi il progetto non si era concretizzato - racconta Caterina Pernechele, in Erasmus da pochi mesi all’Università Complutense di Madrid -. I nostri amici belgi e austriaci sono rientrati subito. A noi l’ambasciata italiana aveva mandato una mail già due settimane fa, ma poi era stato disdetto tutto, adesso ci è stato detto che i voli ci sono fino al 26 marzo, così ho deciso di partire”. Il 24 marzo il professor Mario Pernechele si è messo in viaggio da Montebelluna per recuperare la figlia a Roma. “Ho deciso di partire - ci ha spiegato Caterina, nell’ultimo giorno nella capitale spagnola - perché non si capisce quanto a lungo potrà durare questa situazione. Le lezioni si sono fermate il 13 marzo, ora invece hanno comunicato che tutti gli insegnamenti saranno online dal 30 marzo”. A Madrid i contagi procedono a ritmo impressionante, è l’epicentro, si prevede che l’80% della popolazione verrà contagiata. “Noi siamo barricati da una settimana e a uno dei miei coinquilini è salita la febbre. Gli hanno detto di stare a casa e di stare tranquillo”. “Per le strade di Madrid non c’è nessuno. Tamponi non se ne fanno, almeno a quanto ho potuto constatare. Torniamo, ma lavoreremo sodo e a giugno saremo qui per dare gli esami”.

Riccardo Cagnato da Meolo, 24 anni nella foto), frequenta il corso di laurea magistrale in ingegneria aerospaziale a Padova, ma da settembre 2019 è a Lisbona con il progetto Erasmus per la tesi. Raccogliamo la sua testimonianza: “Vivo in appartamento con una coppia di ragazzi francesi, e con una ragazza tedesca. In Portogallo da circa una settimana sono iniziate le norme di restrizione sulla libertà di circolazione ben note in Italia: ci si muove solo per fare la spesa e per i beni di prima necessità. E’ possibile qualche passeggiata, seppur sconsigliata. Durante questa permanenza obbligata a casa, lavoro alla tesi. Non è facile perché l’appartamento è piccolo e senza giardino: sento la mancanza di poter stare all’aria aperta. Una stanza di 10 metri quadri, si soffoca! Quando non studio passo il tempo con i miei coinquilini, dialoghiamo e questo permette di cogliere le abitudini di ognuno scoprendo così modi migliori per entrare in relazione. Inoltre è bello sperimentare ricette di cucina assieme, giocare, pulire casa. Cose di sempre, ma farle insieme è vivere la stessa comunione di intenti. Oltre ai miei coinquilini, ho altri due punti di riferimento importanti: l’Ambasciata italiana e il professore portoghese che sta seguendo la mia tesi. Nella lontananza i gesti di vicinanza sono preziosi”.

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