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Dalla testimonianza all'azione solidale: studenti castellani affrontano il tema del carcere
Dalla sensibilità di una mamma è scaturita un'iniziativa che coinvolgerà gli studenti di terza media dell’Istituto comprensivo 1°: in occasione dell'incontro con don Pietro Zardo, cappellano del carcere di S. Bona, hanno raccolto beni di prima necessità per le famiglie dei carcerati.

“Le famiglie dei carcerati molto spesso versano in gravi situazioni economiche: a fronte di reati non gravi talvolta vengono inflitte lunghe pene. Ho pensato a come possa essere triste per un genitore in reclusione non poter esprimere ai propri figli il proprio affetto attraverso piccoli pensieri”. Dalla sensibilità di una mamma, Marina Turchetto, è scaturita una nuova iniziativa che coinvolgerà gli studenti di terza media dell’Istituto comprensivo 1°, che mercoledì 30 novembre alle ore 9 presso l’auditorium della Scuola secondaria “Giorgione” hanno incontrato don Pietro Zardo, cappellano del carcere di Santa Bona, a Treviso. Una testimonianza intensa, rafforzata da quella di un ex carcerato che ha raccontato la sua storia ai giovani. Durante l’incontro, intitolato “Opportunità”, è stato inaugurato lo striscione precedentemente realizzato dai ragazzi che riporta il motto “ogni azione genera delle conseguenze”, quasi a sottolineare l’importanza di scegliere responsabilmente nella propria vita.
L’appuntamento del 30 novembre, inoltre, ha offerto una vera e propria opportunità ai ragazzi, quella di aiutare le famiglie dei detenuti con una colletta di beni di prima necessità, in particolare cancelleria e prodotti per l’igiene personale. Così è stata convertita l’idea iniziale di raccogliere giocattoli per i piccoli dei detenuti, le cui famiglie sono avvezze alle privazioni a causa della mancanza di uno stipendio. A peggiorare la situazione, la possibilità di perdere il lavoro durante il periodo di reclusione.
L’iniziativa, di sicuro impatto emotivo per i ragazzi coinvolti, prevede un secondo step, ancora in fase di approvazione, nel mese di gennaio: la rappresentazione in forma artistica e letteraria dei pensieri e delle emozioni suscitati dalle due testimonianze. Un modo per far interiorizzare l’esperienza, a favore di uno sviluppo armonico del ragazzo.
Il progetto, d’altra parte, si inserisce in una ormai consolidata forma di collaborazione fra due importanti agenzie educative presenti nel territorio: la scuola e la Parrocchia di Treville (frazione che ospita la seconda scuola media dell’Istituto comprensivo 1°). Un sodalizio che intende da una parte concentrare gli sforzi educativi per trasmettere ai ragazzi una tavolozza di valori laici cui attingere nella vita, e dall’altra rafforzare quell’altrettanto laico senso di comunità, dove lo spirito di condivisione è rinvigorito da una preoccupazione comune: l’educazione dei (non soltanto propri) figli.
“Le famiglie dei carcerati molto spesso versano in gravi situazioni economiche: a fronte di reati non gravi talvolta vengono inflitte lunghe pene. Ho pensato a come possa essere triste per un genitore in reclusione non poter esprimere ai propri figli il proprio affetto attraverso piccoli pensieri”. Dalla sensibilità di una mamma, Marina Turchetto, è scaturita una nuova iniziativa che coinvolgerà gli studenti di terza media dell’Istituto comprensivo 1°, che mercoledì 30 novembre alle ore 9 presso l’auditorium della Scuola secondaria “Giorgione” hanno incontrato don Pietro Zardo, cappellano del carcere di Santa Bona, a Treviso. Una testimonianza intensa, rafforzata da quella di un ex carcerato che ha raccontato la sua storia ai giovani. Durante l’incontro, intitolato “Opportunità”, è stato inaugurato lo striscione precedentemente realizzato dai ragazzi che riporta il motto “ogni azione genera delle conseguenze”, quasi a sottolineare l’importanza di scegliere responsabilmente nella propria vita.
L’appuntamento del 30 novembre, inoltre, ha offerto una vera e propria opportunità ai ragazzi, quella di aiutare le famiglie dei detenuti con una colletta di beni di prima necessità, in particolare cancelleria e prodotti per l’igiene personale. Così è stata convertita l’idea iniziale di raccogliere giocattoli per i piccoli dei detenuti, le cui famiglie sono avvezze alle privazioni a causa della mancanza di uno stipendio. A peggiorare la situazione, la possibilità di perdere il lavoro durante il periodo di reclusione.
L’iniziativa, di sicuro impatto emotivo per i ragazzi coinvolti, prevede un secondo step, ancora in fase di approvazione, nel mese di gennaio: la rappresentazione in forma artistica e letteraria dei pensieri e delle emozioni suscitati dalle due testimonianze. Un modo per far interiorizzare l’esperienza, a favore di uno sviluppo armonico del ragazzo.
Il progetto, d’altra parte, si inserisce in una ormai consolidata forma di collaborazione fra due importanti agenzie educative presenti nel territorio: la scuola e la Parrocchia di Treville (frazione che ospita la seconda scuola media dell’Istituto comprensivo 1°). Un sodalizio che intende da una parte concentrare gli sforzi educativi per trasmettere ai ragazzi una tavolozza di valori laici cui attingere nella vita, e dall’altra rafforzare quell’altrettanto laico senso di comunità, dove lo spirito di condivisione è rinvigorito da una preoccupazione comune: l’educazione dei (non soltanto propri) figli.