Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Restaurato l'antico crocifisso a Castello di Godego
L'autore della scultura, da sempre conservata all'interno del sacello di San Pietro, continua però a rimanere anonimo

E’ terminato il delicato restauro dell’antico Crocifisso cinquecentesco, da sempre conservato all’interno del sacello di San Pietro, a Castello di Godego. La restauratrice, Anna Comoretto, con la supervisione dell’ufficio Arte sacra della Diocesi e della Soprintendenza, lo ha riportato al suo originario splendore.
Ogni anno, parte del ricavato della sagra campestre viene investito nel restauro di opere presenti all’interno della chiesa o nel mantenimento dello stesso sacello, simbolo della precedente presenza di una tangibile comunità cristiana nell’area castellana. Quest’anno il Comitato di San Pietro, che si occupa della conservazione e della manutenzione dell’edificio sacro, assieme alla parrocchia di Godego, ha deciso di intervenire sul Crocifisso.
Durante il corso del restauro è emersa l’ottima fattura di questo capolavoro scultoreo. Continua, però, anche dopo il restauro, a rimanere anonimo l’autore dell’opera. In un primo momento si pensava fosse stata realizzata dai “da Bassano”, dal momento che era emerso, da un documento, che questi avevano lavorato per una antica famiglia nobile di Godego. Pur non escludendo del tutto questa ipotesi, una conferma certa non è ancora possibile. Chi sarà dunque l’autore?
Il parroco, don Gerardo Giacometti, durante la serata di presentazione dell’opera, organizzata al sacello di San Pietro, si è dimostrato molto soddisfatto. Il sacerdote ha sottolineato non solo il valore artistico del Crocifisso, ma anche quello storico e religioso. Queste sono le sue parole: “Si tratta di cinquecento anni di storia, raccolti in un volto che non cessa di interrogare, consolare, di indicare ragioni di vita più grandi della vita stessa. E’ l’opera, sicuramente, di un grande artista veneto, al quale gli abitanti di Godego si sono rivolti per dare forza alla loro fede, perché nel sacello dove l’opera finora è stata custodita, potessero essere udite ancora le parole di Pietro «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»”.