Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Restaurata nella chiesa di Santa Lucia la Madonna del Pavejo
L’immagine sacra, molto cara ai trevigiani, è stata ricollocata nella cappella del Crocifisso. Risistemata anche una statua dell'altare.

Dopo due anni di assenza, dovuti ad un accurato restauro, la Madonna del Paveio è tornata nella chiesa di Santa Lucia, nel cuore del centro storico di Treviso. L’immagine sacra, molto cara ai trevigiani, è stata ricollocata nella cappella del Crocifisso e presentata alla cittadinanza il 12 maggio, durante una conferenza in cui sono state rese note anche le nuove scoperte archeologiche, venute alla luce durante gli scavi effettuati per il risanamento della parete est della chiesa. Tale parete, infatti, necessitava di impermeabilizzazione dalle acque piovane di deflusso, che la danneggiavano; nel corso dei lavori, sono emerse tombe risalenti al 1600, presumibilmente facenti parte di un cimitero attiguo alla chiesa (com’era uso comune all’epoca) e contenenti resti che, da studi effettuati sulle ossa e sulla dentatura, si ritiene appartenessero a uomini di una classe agiata.
L’affresco raffigurante la Madonna del Paveio resta tuttora un quiz tutto da risolvere: quasi sicuramente i due angeli che la sovrastano, a destra e a sinistra, e che reggono una specie di “sipario”, sono opera di Tomaso da Modena (1326-1379), essendo riconducibili allo stile pittorico delle Storie di Sant’Orsola ora conservate al Museo di Santa Caterina; ma per il resto, poche sono le notizie certe su quest’opera, che fu notevolmente e pesantemente ritoccato nel corso dei secoli. Si può pensare che fosse un’immagine davanti alla quale pregavano i prigionieri (ricordiamo che l’antica chiesa di Santa Maria delle Carceri, attualmente sagrestia di San Vito, fu edificata dove si trovava un carcere) e che il “paveio” del titolo faccia riferimento ad una farfalla (papillon in francese), ora scomparsa dall’affresco, con cui il Bambino Gesù giocava sollevando una manina. Alcune interpretazioni vedono nella farfalla la rappresentazione dell’anima (su degli antichi sarcofagi l’anima è rappresentata da una farfalla che esce dal bozzolo, e uno dei significati del termine greco psyché è proprio farfalla) e quindi possiamo argomentarne che si può applicare questa chiave di lettura anche alla nostra Madonna del Paveio.
Per cercare di dare una risposta ai molti interrogativi ancora aperti, l’arch. Maria Sole Crespi sta coordinando un’équipe di studiosi che si occupa della ricerca storico-architettonica e storico-artistica, le cui conclusioni sfoceranno poi in una pubblicazione che riguarderà proprio la storia, particolarmente affascinante, di questo affresco che ha attraversato secoli e vicissitudini.
Un’altra novità, sempre riguardante la chiesa di Santa Lucia, è il restauro, grazie al coinvolgimento attivo dell’Inner Wheel di Treviso, della seconda statua dell’altare (la prima era stata restaurata nel 2014, sempre grazie all’Inner Wheel), presentata alla cittadinanza il 25 maggio. La pregevole statua, in pietra tenera, molto curata nei dettagli, è stata pulita e sottoposta a interventi di consolidamento; pur non esistendo documenti a riguardo, si ritiene che risalga al 1600, e che rappresenti il Beato Enrico. L’iconografia è incerta ma vari elementi fanno pensare che si tratti proprio della raffigurazione di questo Santo, di cui l’anno scorso è stato celebrato nella Diocesi di Treviso il VII centenario della morte, e che è molto caro ai trevigiani.
Questi due ultimi restauri contribuiscono al recupero della chiesa di Santa Lucia, che quotidianamente viene visitata da un numero sempre maggiore di turisti italiani e stranieri e che è spesso suggestiva cornice di numerosi concerti; servono però ulteriori aiuti per la sistemazione di altre opere d’arte, che necessitano anch’esse di restauro, affinché sia completata la sistemazione di questo gioiello della nostra città.